L’Incubo di Chris Redfield
Per chi non avesse mai avuto modo di provare il gioco al tempo dell’uscita, spendiamo due parole sulla campagna e la relativa base narrativa di partenza. I protagonisti di Resident Evil 5 sono Chris Redfield e Sheva Alomar, agenti della B.S.A.A. (Bioterrorism Security Assessment Alliance); organizzazione che combatte la commercializzazione di armi bio-organiche dopo i noti incidenti che hanno coinvolto l’Umbrella. A fare da sfondo alle vicende di Chris questa volta non è una oscura magione ma l’Africa, dove i nostri cari personaggi sono alla ricerca di un pericoloso trafficante d’armi: ben presto vi accorgerete però che qualcosa non va, con gli abitanti che non vi accoglieranno a braccia aperte, un po’ come successo nel quarto capitolo con i Ganados e il buon Leon Kennedy. Pian piano vi renderete conto che il gioco è parecchio legato al passato, tra graditi ritorni e riferimenti specifici. Pur con qualche caduta di stile – a cui si aggiungono anche diversi momenti parecchio trash – gli eventi presentati sono complessivamente ben confezionati e riescono ad intrattenere i giocatori. L’impianto di base, come detto in precedenza, pur essendo molto simile a quello del quarto capitolo, si propone non più come un action a tinte survival ma piuttosto, come un action a 360° in cui a divenire la reale protagonista è la cinematograficità di ogni avvenimento. Avrete a disposizione un nutrito numero di strumenti di morte, e difficilmente non avrete modo di respingere il buon numero di nemici che il gioco vi porrà di fronte, considerando un drop rate di munizioni eccessivamente alto e la presenza di spray curativi. Per quanto riguarda la giocabilità vera e propria, Resident Evil 5 non risente in modo particolare del peso degli anni, ma è doveroso segnalare, anche in questo capitolo, la mancanza della possibilità di sparare mentre si cammina; caratteristica, già al tempo dell’uscita del gioco, presente nella maggior parte degli action/sparattutto. Dopo qualche sessione di gioco ci farete comunque l’abitudine senza troppe difficoltà. Piatto forte della produzione Capcom è comunque la cooperativa, ancora oggi abbastanza godibile e dotata di qualche spunto interessante, che riesce senza alcun dubbio a convincere i giocatori della bontà del titolo, più di quanto non faccia il single player. Buona la longevità ed in parte anche la rigiocabilità; andando avanti sbloccherete diverse armi e potenzialmenti, così da invogliare a giocare nuovamente il titolo anche ai livelli di difficoltà più alti. Da sottolineare purtroppo qualche problema a livello di netcode con partite che si interrompono più volte, e onestamente, su questo fronte siamo rimasti delusi.
Minimo Sforzo
Il lavoro tecnico svolto da Capcom su questa remastered è in linea con quanto fatto nei mesi passati con Resident Evil 6: un lavoro cioè, poco più che sufficiente, che vede ancora una volta la versione PC come la piattaforma migliore per giocare il titolo in questione. Ci aspettavamo ovviamente, che a livello di mero impatto grafico, Resident Evil 5 risultasse uguale a come appariva sulle console di vecchia generazione, ma era lecito aspettarsi complessivamente di più, almeno per le textures. Sia chiaro, i 1080p si notano, ma a modelli poligonali realizzati a dovere si affiancano ambienti in bassa risoluzione, che stonano parecchio nel quadro generale. A fare storcere il naso ci pensa anche il frame rate: da un gioco uscito sei anni fa, e portato sulle nuove console, era lecito aspettarsi almeno una certa solidità, invece sono presenti ancora diversi momenti in cui si notano vistosi cali. Residente Evil 5 su Xbox One & Playsation 4 insomma, non arriva alla fluidità e alla precisione che può vantare la versione PC a causa delle mancanze che riguardano il texture filtering e il frame rate, non sempre perfetto. Complessivamente, ci troviamo di fronte a un’edizione rimasterizzata ben lontana dall’essere la versione perfetta del gioco, che presenta invece un lavoro tecnico promosso soltanto in parte, come se Capcom avesse giusto svolto il “compitino” e niente più. Ottima invece la ricalibratura degli effetti sonori e in parte buona anche la rivisitazione del sistema di illuminazione.
Lost in Nightmares
Il prodotto in questione include tutti i contenuti extra rilasciati successivamente all’uscita della prima versione di Resident Evil 5; dunque, oltre la campagna e Mercenari, saranno disponibili anche la modalità Versus e i DLC Incubo Senza Uscita & Una Fuga Disperata. Il Versus riprende la propria base dalla modalità Mercenari – dove l’obiettivo è quello di uccidere il maggior numero di nemici possibili entro un determinato tempo limite, estendibile attraverso dei bonus in game – trasportandola in sfide contro altri giocatori nelle differenti modalità disponibili e si suddivide in Assassini e Sopravvissuti, con la possibilità di giocare sia in team che da soli. Il netcode, così come in campagna, affianca momenti fluidi ad altri, in cui invece si presenta un fastidioso lag, che porta spesso a un’uscita anticipata dalla sessione. Il Versus potrebbe risultare interessante per tutti coloro che hanno apprezzato Mercenari o hanno voglia di continuare a giocare in cooperativa con gli amici, ma nel complesso non aggiunge alcuna qualità all’impianto generale del gioco. Per quanto riguarda i DLC invece, Una Fuga Disperata vede protagonisti Jill Valentine e Josh Stone e getta il giocatore in mezzo all’azione, attraverso tre stage dall’alto tasso adrenalinico. Un add-on ricco di azione e molto rigiocabile, ma dalla qualità assai relativa, a causa di scelte di game design discutibili e di una durata parecchio scarsa. Di tutt’altra pasta invece Incubo Senza Uscita, che strizza l’occhio ai vecchi capitoli di Reisdent Evil mettendovi nei panni di Jill Valentine e Chris Redfield mentre tentano di infiltrarsi nel castello di Spencer, con l’obiettivo di reperire informazioni sulla posizione di Wesker. Tale avventura non presenta scenari aperti e pieni di luce, ma spazi chiusi e un’atmosfera assai più interessante, riuscendo a porsi come un DLC complessivamente di pregevole fattura nonostante la bassa durata.