La rivoluzione nel mondo dei survival horror è arrivata: Resident Evil 4 è tra noi, è un’esclusiva GameCube e tale rimarrà ancora per una annetto, quindi gli appassionati non hanno che una scelta, comprare la console della grande N!
Mò mi incazzo davvero!Se il genere dei survival horror ha avuto origine dalla saga di Resident Evil (non me ne vogliano gli amanti della precisione storica, non ho dimenticato il buon, vecchio Alone in the Dark, ma credo che sia innegabile che il vero iniziatore del genere sia il titolo Capcom), niente di strano che, nonostante i tentativi della concorrenza (non ultima la Sony col suo deludente Forbidden Siren), a portare finalmente quella rivoluzione che da anni sognavamo sia nuovamente la Capcom!Quasi a conferma di questa volontà di tagliare quasi completamente i ponti col passato, la storia esce dai binari seguiti finora dai precedenti capitoli: dunque niente più zombi, T-Virus e Umbrella! Sono passati 6 anni dalla distruzione di Raccoon City ed ora Leòn S. Kennedy è nientemeno che un agente del governo degli Stati Uniti mandato in missione in Europa per risolvere un delicato problema: la figlia del presidente degli Usa, infatti, è stata rapita e tutti gli indizi portano ad uno sperduto paesino tra le montagne. Non chiedetemi il perchè non siano stati mandati soldati e carri armati: fatto sta che gli abitanti appaiono tutt’altro che impressionati dall’omino in giacca di simil-pelle e pistolone (parlo sempre di Leòn) e il comitato di ben venuto sarà tutt’altro che rassicurante. Il bello è che, comunque, non siamo in presenza di zombie, anche se, per aumentare il grado di sfida (e inquietudine) i nostri avversari non sembrano nemmeno persone normali, ma piuttosto indemoniati assassini. Naturalmente i “normali” villici non sono che l’assaggino di quello che ci aspetta proseguendo nel gioco…La trama è avvincente e ricca di colpi di scena ma, soprattutto, riesce nell’impresa di tenere sotto costante tensione le coronarie del giocatore, che non potrà mai tirare il fiato, visto che in ogni momento la situazione può sempre degenerare; la narrazione procede attraverso numerose cut-scenes realizzate con l’impressionante grafica di gioco.
Rispettiamo l’ambienteIl gameplay è più o meno quello classico della serie, vale a dire di un’avventura in terza persona con enigmi e combattimenti, ma ci sono parecchie novità da segnalare.Una delle prime cose che si notano non appena si comincia a giocare è che, bene o male, i controlli sono rimasti invariati rispetto al Rebirth ed allo Zero: quello che è cambiato è la velocità con la quale il personaggio risponde ai nostri comandi. Leòn non è più un carro armato, ma reagisce prontamente ad ogni nostri imput e la novità non è da sottovalutarsi, vista la velocità e l’intraprendenza dei nostri avversari. Ritroverete dunque un comando per l’azione, uno per correre, uno per voltarsi rapidamente; con i direzionali ci si muove, tenendo premuto R si punta l’arma da fuoco mentre con L si impugna velocemente il pugnale, per i casi di emergenza o, più semplicemente, per quando c’è da rompere qualche cassa (i proiettili, come al solito, è meglio risparmiarli per ben più gravi evenienze). Tra le novità possiamo annoverare anche il movimento di camera che fa si, ogni volta che si prende la mira, che la prospettiva diventi quasi da prima persona (del personaggio si vedono giusto il profilo a lato dello schermo e le braccia protese con l’arma): questa scelta rende enormemente più semplice ed efficace sparare, riduce il numero di colpi a vuoto ed aumenta esponenzialmente le possibilità di fare molto male con ogni colpo. Peccato solo che non ci si possa muovere mentre si è in posizione di tiro!Le novità sono dunque molte e tutte positive, ma c’è spazio anche qualche rimpianto: un accesso più diretto alle armi ed agli oggetti sullo stile di MGS non sarebbe dispiaciuto, invece che dover continuamente accedere all’inventario, per non parlare della grave (e già evidenziata in sede di anteprima) mancanza di uno strafe laterale, che avrebbe giovato non poco alla natura più “sparacchina” del titolo in questione.C’è da considerare, inoltre, che se i controlli sono rimasti molto simili, lo stesso non può dirsi dell’ambiente circostante, ora molto più interattivo rispetto ai precedenti capitoli e non parlo solo di casse da rompere: il personaggio, infatti, può compiere moltissime azioni precedentemente negate, basta solo trovarsi accanto ad una zona “sensibile” e lo vedremo scavalcare un recinto in corsa, lanciarsi giù da una finestra, calciare scale per far cadere i nemici che vi stavano salendo e così via. Naturalmente siamo ancora molto lontani da una libertà in senso assoluto, le azioni sono possibili solo se e quando previste dal gioco (quando sono esperibili compare un apposito indicatore che ci chiede di premere determinati tasti), ma non sono obbligatorie, spetta al giocatore scegliere se e quando agire (ed è bello poter decidere se aprire normalmente una porta o abbatterla a calci) e questo contribuisce non poco ad aumentare il coinvolgimento. Un altro sintomo della maggiore interattività introdotta dai programmatori è riscontrabile nella necessità, durante alcune cut scenes di premere tempestivamente i tasti indicati per poter proseguire.L’inventario è rimasto più o meno invariato, lo spazio è limitato e quindi occorre spesso fare delle scelte su cosa tenere e cosa abbandonare a terra.I salvataggi avvengono ancora alla vecchia maniera, vale a dire che sono effettuabili unicamente presso gli appositi save points, me, se non altro, ci hanno tolto la seccatura di doverci prima procurare l’inchiostro…
Ne uccide di più la pistolaUn’altra sostanziale novità che gli appassionati della saga noteranno è la preponderanza dell’azione e delle sparatorie su tutto il resto: anni e anni di razionamento di cure e munizioni diventano improvvisamente quasi inutili, vista l’insperata abbondanza di oggetti e ricariche che si trovano un po’ ovunque, sia nell’ambiente che addosso ai cadaveri dei nemici. Non crediate, però, che questo significhi che le cose siano diventate più semplici: è ovvio che se ci danno più munizioni e più cure è solo perché ci servono davvero! I nemici sono decisamente più intelligenti dei vecchi zombi, che si limitavano ad attaccarci avanzando lentamente in linea retta verso di noi, e sono anche in grado di aprire porte e scalare muri: non sarà più sufficiente cambiare stanza per sfuggire agli inseguitori. I combattimenti, di conseguenza, sono un vero piacere e, soprattutto, sono parecchio vari e divertenti, ma anche parecchio impegnativi, al punto che finiremo per temere di più un attacco di massa dei villici indemoniati piuttosto che il gigantesco mostrone solitario (ma RE4 può comunque vantare alcuni dei più spettacolari ed immensi boss mai visti in un gioco!).Magnifica, a tal proposito, è anche la resa delle sparatorie: colpite l’avversario ad un braccio e lo vedrete trascinarselo a penzoloni dopo un attimo di smarrimento, sparate ad una gamba e vedrete il nemico cadere in ginocchio per il dolore (sparare alle gambe è utile anche per rallentare gli inseguitori, qualora ci si trovasse nei guai), pronto per un colpo finale alla testa. Il realismo, però, rimane comunque relativo anche in questo caso ed ogni nemico richiede un certo numero di colpi per essere abbattuto ed un preciso head shot non significa necessariamente la morte dell’avversario (dipende dall’arma utilizzata)! In ogni caso il coinvolgimento e la tensione generati da ogni scontro (e dall’attesa degli stessi) sono davvero incredibili e sostituiscono degnamente gli ormai abusati corridoi silenziosi con zombi in agguato. Inoltre, come in un gdr, il protagonista aumenta la propria barra vitale col procedere dell’avventura, diventando quindi sempre più resistente ai colpi dei nemici.Il gioco è così votato all’azione da ridurre notevolmente gli enigmi tipici della serie: la versa sfida nel titolo Capcom non è più trovare la chiave con la testa di leone, ma trovare il modo giusto per sopravvivere alle varie situazioni che vi si presentano davanti. Gli enigmi, dunque, sono pochi e, per lo più, estremamente logici, il che significa che non dovrete mai perdere troppo tempo per risolverli e rituffarvi nell’azione.Concludo con un accenno all’arsenale delle armi, più che soddisfacente per quantità e qualità: si comincia alla grande con coltelli, pistola, granate e fucile a pompa, e proseguendo va ancora meglio con fucili da cecchino, lanciagranate, lanciafiamme, pistole magnum (immancabili), bazooka ed altre amenità. A differenza degli altri Resident, non dovrete aspettare di trovare l’arma dei vostri sogni, ma potete direttamente comprarvela non appena raccogliete abbastanza denaro! Proprio così, sparsi per l’ambiente di gioco ed addosso ai nemici troverete denaro da raccogliere e spendere presso i mercanti che incontrerete sul vostro cammino. Se consideriamo, poi, che praticamente ogni arma è potenziabile in più maniere (numero di munizioni caricabili, potenza di fuoco, ecc.), è impossibile non evidenziare la cura che i programmatori hanno riposto sotto questo aspetto!
Come te nessuno mai!Tecnicamente parlando, non ce n’è per nessuno: Resident Evil 4 spinge la macchina Nintendo ai suoi limiti massimi, conseguendo risultati non dissimili dal Rebirth e dallo Zero, ma bisogna considerare che in questo caso la grafica è interamente 3D! Un primo moto di stupore lo merita la realizzazione dei modelli dei vari personaggi (i protagonisti in primis, ma anche la “carne da macello” di contorno non sfigura affatto), dettagliatissimi e perfettamente animati, per continuare con mostri spesso giganti ed incredibilmente divertenti da affrontare, con ambienti incredibilmente realistici ed effetti grafici incredibili, come quelli delle fiamme, della pioggia o della polvere che si solleva mentre camminiamo: mai visto nulla di simile in un videogioco! Il tutto, poi, gira tranquillamente a 30fps senza mai mostrare incertezze o tentennamenti, nemmeno con lo schermo sovraffollato di nemici. Naturalmente anche le numerose cut scenes non hanno bisogno di filmati dedicati, ma sfruttano l’ottimo motore grafico del gioco. Come in “Beyond Good & Evil” di Ubisoft, inoltre, l’immagine di gioco non è in 4:3 ma in qualcosa di simile ad un 16:9, il che significa bande nere sopra e sotto nella maggior parte dei casi, a meno che non si possieda un televisore widescreen: la scelta, oltre a rendere il gioco molto più cinematografico, permette anche di godere di una migliore visione d’insieme dell’ambiente circostante.Anche il comparto audio è stato incrementato, grazie anche all’implementazione del Dolby Pro Logic II: innanzitutto questa volta avremo una colonna sonora che ci accompagnerà per tutto il gioco, senza dimenticare effetti ambientali e sonori di gran classe e, soprattutto, estremamente realistici. Nella norma il doppiaggio inglese, abbastanza partecipe degli avvenimenti: da notare che i nemici parlano spagnolo, il che dovrebbe suggerirebbe la Spagna come luogo di collocazione del misterioso villaggio…La longevità, infine, è più che buona, attestandosi la durata dell’avventura all’incirca sulle 20 ore di gioco; i punti salvataggio sono ben distribuiti (salvo saltuarie eccezioni) e permettono, in caso di morte, di non doversi pezzi troppo lunghi. La difficoltà è ben calibrata ma sempre piuttosto alta, gli enigmi non appaiono più impegnativi che in precedenza, ma sono state inserite, come espediente per allungare il tempo di gioco, fasi di backtracking (che praticamente consiste nella necessità di passare più volte per le medesime ambientazioni).
– Tecnicamente stupendo
– Gameplay finalmente rinnovato
– Tonnellate di nemici, armi e divertimento
– I comandi potevano essere ulteriormente perfezionati
Pur avendo evidenziato, in sede di recensione, quelle che a mio avviso sono vere e proprie mancanze (una su tutte l’assenza dello strafe laterale), tengo a precisare che si tratta, nel complesso, di problemi secondari, il classico pelo nell’uovo che non intaccano minimamente le potenzialità del titolo. Resident Evil 4 è la tanto attesa evoluzione della serie, è un titolo impegnativo, pauroso, elettrizzante e con un comparto tecnico da favola, che passa oltre tutti gli stereotipi dei precedenti capitoli (oggetti limitati, comandi statici, nemici stupidi, azione ridotta al minimo) per proporci un’esperienza del tutto nuova: certo, chi preferisce horror più cerebrali o soprannaturali alla Project Zero qui troverà niente altro che il solito grand guignol di sangue e membra mozzate, ma in fondo è proprio quello che ci si aspetta da un Resident, no?