Il fine settimana appena concluso l’ho trascorso, tranquillo e beato, a casa da solo. Un po’ per il maltempo, un po’ per la congiunzione astrale che vede gli amici impegnati in qua e in là, un po’ perché il divano ha sempre il suo fascino (quando arriverete ai 30 lo capirete). L’idea era quella di smaltire un po’ di backlog o rimettere mano a giochi già iniziati. Tra Hellblade ancora intonso comprato non so quanti saldi PlayStation Store fa, Beyond: Due Anime (anche in questo caso, sconti di un secolo fa) lì da iniziare in vista di Detroit: Become Human, un Assassin’s Creed Origins spiluzzicato e non so quanta altra roba, alla fine mi sono messo in testa di dare fondo all’endgame di God of War.
Ma, come ogni buona storia, c’è sempre un colpo di scena.
Tra tutta la libreria di titoli a cui potevo attingere, e non citiamo nemmeno Steam ed i titoli Switch, alla fine mi sono fatto sedurre da Rayman Legends, che come sapete è tra i titoli offerti in via gratuita a maggio per i possessori di PlayStation Plus. Lo giocai su Wii U all’epoca, abbondantemente, e non vi devo dire io, in questa sede, quanto il platform di Michel Ancel sia un capolavoro (probabilmente) senza tempo.L’idea era quella di giochicchiare un attimo, almeno fino ad arrivare al primo livello musicale, giusto per rinfrescarsi la memoria e gli occhi al volo su cotanta beltà. Finito Castle Rock, il livello musicale ambientato in un castello assediato su un arrangiamento di Black Betti dei Ram Jam, il piano era di abbandonare Rayman Legends per “trasferirmi” altrove.
Alla fine, invece, Rayman Legends l’ho finito, di nuovo. Con buona pace di Kratos ed Atreus. Questa cosa mi ha fatto un pochino riflettere sulla percezione che abbiamo della nostra libreria di videogiochi.Diversi giorni fa ho pubblicato una foto simpatica sul mio profilo Facebook, una variazione del meme “Distracted Boyfriend” in versione estesa, dove il ragazzo si fa distrarre dai multiplayer online (in particolare DB FighterZ, R6 Siege ed Overwatch) quando potrebbe rimettere mano ai tanti giochi acquistati.Mi succede recentemente anche con le serie TV, per fare un altro esempio. Qualche settimana fa di tutto il catalogo di Amazon Prime mi sono riguardato completamente The Office, il rifacimento americano con Steve Carrell dello show originale britannico di Ricky Gervais. E in quel caso l’impegno è stato di gran lunga maggiore, perché parliamo di 201 episodi da 22 minuti divisi per 9 stagioni.
Parentesi televisiva a parte, perché siamo così attratti dai titoli che abbiamo già giocato?
Nonostante l’offerta videoludica sia piena come non mai nella storia dell’industria, capita a volte di volersi “rifugiare” in titoli già giocati in precedenza, piuttosto che giocare qualcosa di nuovo. A voi capita? Se sì, quali sono i giochi che riprendete solitamente e perché?