Partiamo dalle basi, in caso qualcuno fosse ancora all’oscuro sulla natura del titolo: PUBG è un gioco Battle Royale che, in termini semplici, trasporta il giocatore all’interno di una mappa, dove dovrà adoperarsi per trovare armi, equipaggiamento e tutto quello che serve per sopravvivere. Lo scopo è quello di uccidere tutti gli altri giocatori e rimanere l’ultimo in vita, una sorta di rivisitazione del format visto nella saga cinematografica di Hunger Games. Ovviamente le varianti che entreranno in gioco sono molte altre, ma le regole base dovrebbero bastare a farvi incuriosire verso una produzione che punta forte su un approccio arcade. Senza tanti fronzoli ci si ritrova in partita ed è tutto molto immediato, accessibile, divertente. Le correzioni, migliorie e aggiunte vengono operate in corso d’opera dagli sviluppatori, che raccolgono i feedback dell’enorme community provando costantemente a rendere l’esperienza di gioco definitiva.
Non è facile andare a migliorare un gioco come PUBG, mantenendo intatta l’essenza del gioco, che vuole essere snella ma rifinita. Aggiungere o togliere troppe cose potrebbe trasformare il titolo in qualcos’altro, allontanando così parte del pubblico. Il lavoro minuzioso e costante di Bluehole invece garantisce supporto a lungo termine e, soprattutto, cura ai dettagli. PUBG è un gioco che avrà un lungo ciclo vitale e che in questi primi mesi di vita ha già scatenato il fenomeno di emulazione, basti pensare a Fortnite, che nasce proprio dalle linee guida di PUBG per poi però trovare una strada propria.
Microsoft si è quindi aggiudicata l’esclusiva per la sua console, ma come si comporta PlayerUnknown’s Battlegrounds su Xbox One?
Le criticità del porting da PC a console sono da riassumere in due fattori: comandi e grafica. I primi sono stati adattati in modo egregio, anche se con soluzioni a cui non siamo abituati, esempio il dover premere due volte il grilletto sinistro per mirare, oppure la navigazione nel menù in-game che con la croce direzionale risulta un po’ legnosa. Tutto sommato però si tratta di idee diverse alle quali bisogna solo abituarsi, una volta fatto PUBG può essere giocato in massima serenità anche su console casalinga. Discorso completamente diverso invece per il lato tecnico: l’engine utilizzato crea molteplici problemi di frame rate (almeno su Xbox One classica) e fatica molto nel caricare le varie texture a schermo. Nei momenti più concitati poi la situazione diventa quasi insostenibile, per via di rallentamenti incredibili che impediscono di giocare in modo fluido e “controllato”. Parliamo pur sempre di un titolo in via di sviluppo che certamente si modificherà nel corso del tempo, certo è che i problemi tecnici hanno rovinato -molto- l’esordio di PUBG su Xbox e per questo siamo certi che arriveranno delle patch correttive il prima possibile.