Ci deve essere qualcosa di speciale nell’aria di Irvine, California, altrimenti non si spiegherebbe davvero come facciano in ragazzi di Blizzard ad azzeccare ogni mossa, a non commettere (quasi) mai un passo falso. Nel corso di 25 anni li abbiamo prima conosciuti per le loro abilità nella creazione di RTS e hack and slash, con i vari Warcraft, StarCraft e Diablo; quando hanno deciso di tuffarsi nel mondo dei MMORPG, hanno tirato fuori un titolo, World of Warcraft che, a parte gli ultimi periodi, è stato una macchina da soldi per più di una decade. La moda del momento sono i MOBA, con due giochi come DOTA 2 e League of Legends a spartirsi le quote di videogiocatori? Ecco spuntare fuori Heores of the Storm, un multiplayer battle online arena peculiare, che può contare sugli iconici personaggi dei mondi Blizzard e che nel giro di nemmeno un anno si è imposto sui palcoscenici dell’eSport. Insomma, la software house californiana ha sempre dimostrato che quando vuole fare una cosa, la fa dannatamente bene ed anche Overwatch, l’inedita IP e il primo esperimento nel mondo degli FPS, è parso fin da subito in linea con gli standard qualitativi delle precedenti produzioni, e dal momento del suo palesarsi al pubblico durante la BlizzCon 2014 è stato subito chiaro come ci si trovasse davanti ad una ventata d’aria fresca in quel degli shooter in prima persona. Dopo mesi passati fra closed ed open beta, necessari per raccogliere i feedback del pubblico e rimetter mano al codice, Overwatch è stato ufficialmente pubblicato lo scorso 24 maggio per Xbox One, PlayStation 4 e PC ed è quindi giunto il momento di scoprire assieme se siano state mantenute o meno le ottime premesse e se l’hype generato attorno alla creatura di Blizzard sia giustificabile.
Una breve premessa prima di inoltrarci nella recensione: quella che leggerete qua di seguito è l’analisi della versione PC di Overwatch e di conseguenza si concentrerà in primis sull’aspetto tecnico del gioco, senza ovviamente tralasciare le peculiarità di gameplay che differenziano questa edizione da quelle per console e facendo in ogni caso una più snella carrellata su tutte le caratteristiche del gioco, maggiormente approfondite e sviscerate nella recensione per console.
21 personaggi in cerca di un PC
Chiunque segua il panorama videoludicoe che non viva con la testa nella sabbia, si sarà certamente fatto un’idea di cosa sia Overwatch, un prodotto a metà strada tra un FPS ed un moderno MOBA, per dirla con termini nuovi un Hero Shooter basato esclusivamente su PvP online dove, al fianco delle abilità nel prendere la mira e fare centro, sono altrettanto importanti – forse anche di più – le capacità di coordinarsi in un team composto da sei giocatori, ognuno dei quali al comando di un personaggio con specifici poteri e peculiari punti di forza e debolezza. Ma questa commistione di generi, come funziona su PC? Quali sono i pro ed i contro delle mappe e dei personaggi mouse e tastiera alla mano? Overwatch ha dalla sua le caratteristiche necessarie per affermarsi su una piattaforma dove i giocatori più esigenti sono abituati a standard qualitativi – sia in termini di gameplay che tecnici – elevati? Dopo molte ore di gioco, possiamo dire in tutta tranquillità di sì, anche se con qualche riserva. Prendendo in esame ad esempio alcuni dei ventuno personaggi, nonostante i mesi passati in fase di incubazione, appare ancora evidente come alcuni di essi risultino eccessivamente favoriti in determinate condizioni di gioco, uno su tutti il celebre Bastion. Il robot in grado trasformarsi in torretta, se posizionato sapientemente in difesa dei punti cruciali di mappe come il Tempio di Anubi o Nepal, risulta infatti uno scoglio pressoché insormontabile per buona parte dei giocatori: se la tipica lentezza di un classico pad su console non permette alla mitraglia di Bastion di puntare in tutta velocità, con un mouse e tastiera ed un frame rate elevato si può far fuoco tranquillamente a 360°, evitando così buona parte dei temuti attacchi alle spalle di Reaper o le incursioni di Tracer. Il risultato di tutto questo, è che alcuni dei match di Conquista possono durare solo una manciata di secondi, con il counter che avanzava inesorabilmente verso la sua fine. Naturalmente le contromosse esistono e sono efficaci su pc così come su console: Blizzard ha infatti previsto che per ognuno dei personaggi vi sia una sorta di nemesi, abile a sfruttare i punti deboli del nemico e per aiutare l’amalgama all’interno di un team, non mancano suggerimenti che indichino i ruoli scoperti. Oltrettutto, gli scontri vengono resi ancor più dinamici e variabili grazie alla possibilità di cambiare personaggio nel corso della stessa partita: ecco dunque che Overwatch si trasforma in una partita a scacchi con il team avversario, e fra mosse e contromosse, i match sospesi sul filo del rasoio e decisi solo ai tempi supplementari (letteralmente) non mancano davvero. Nel complesso, Overwatch può quindi essere descritto come un gioco bilanciato nel suo sbilanciamento, che si basa pesantemente su un sistema “carta, forbice & sasso”, dove è necessario conoscere in profondità le abilità ed il ruolo dell’eroe prescelto: escludendo forse il Soldato 76, tutti gli altri eroi hanno ben poco a che vedere con i classici personaggi di un fps, e le battaglie online vengono il più delle volte decise non tanto dalla mira del giocatore, quanto dalla tempestiva attivazione di una ultra, necessaria per far pulizia di una intera area, come nel caso di Pharah, e così impadronirsi dell’obiettivo in questione nella modalità Controllo. In ogni caso, per esperienza personale, diciamo che capitare in un team ignaro delle peculiarità dei personaggi vuol dire sconfitta certa ed anche parecchie sfuriate, soprattutto quando si assiste ad una Tracer che si lancia a testa bassa contro il fuoco di sbarramento di Bastion, difeso dallo scudo di Reinhardt. Overwatch versione PC, nonostante il suo aspetto scanzonato, nonostante i toni da cartoon Pixar e le esplosioni di colori, nonostante compiere qualche kill sia alla portata di tutti dopo qualche minuto di pratica, nasconde dietro questa accessibilità un lato molto più tattico e che necessità una profonda conoscenza sia di ogni singolo anfratto delle mappe, sia di come far lavorare al meglio la copertura della cecchina Widowmaker, la torretta di Torbjörn e le doti curative di Mercy. Con Overwatch, Blizzard è quindi riuscita a creare un gioco dalla duplice natura, immediato ed in grado di dare soddisfazioni a chi è alla ricerca di qualche ora di puro “casino”, ma allo stesso tempo complesso e profondo, adatto a quella schiera di giocatori che si vuole cimentare con un prodotto dall’alto tasso tecnico. Proprio a quest’ultima categoria andranno dunque meno a genio gli attuali sbilanciamenti, amplificati dal sistema dall’uso di mouse e tastiera, ma che crediamo verranno al più presto limitati da mamma Blizzard, proprio come è accaduto con Heroes of the Storm. Infine, un altro aspetto che potrebbe far storcere il naso ai puristi del genere degli shooter – che si troveranno piuttosto spaesati inizialmente su Overwatch – è il sistema di mira, che in tutta tranquillità può essere definito come approssimativo, soprattutto per quegli eroi che fanno danni ad area e che non richiedono un’estrema fermezza di mano per essere utilizzati. Non è quindi un caso che per il momento la modalità competitiva, molla necessaria per spingere il giocatore a macinare ore su ore si gioco, sia stata messa in standby e che prima che essa venga sbloccata, dovremmo aspettare ancora qualche settimana, presumibilmente il tempo necessario a Blizzard per apportare le giuste modifiche, anche se nel complesso qualche dubbio legato all’asimmetricità dei personaggi in ambito di eSport potrebbe perdurare.
Non è bello ciò che piace, ma è bello ciò di Blizzard…
Il dibattito attorno ai videogiochi è sempre più sterile e verte attorno a parametri imposti dal mercato di cui fino a pochi anni fa nessuno sentiva il bisogno. In un analisi di un titolo, parole come 60 frame al secondo, risoluzione, filtri e texture hanno soppiantato punti di discussione che dovrebbero venire ben prima, come il gameplay, la narrativa ed anche il lato artistico. Con Overwatch, Blizzard pare volerci far ricordare di quanto appena detto: il cartoonesco first person shooter non può certamente reggere il confronto con i più blasonati titoli moderni per PC in termini di pura qualità tecnica, avvicinandosi ad una parete o scrutando un dettaglio dello scenario ci si accorge in fretta delle texture poco definite, eppure visivamente Overwatch riesce a dare la paga a buona parte di quanto finora visto sui nostri monitor, con il suo stile unico e sopra le righe. Il perché è molto semplice e risiede in primis nei nomi di Bill Petras e Arnold Tsang (già noto per aver disegnato la serie a fumetti di Street Fighter), rispettivamente art director e lead character concept artist di Overwatch, dalle cui mani sono sbocciati alcune figure che si sono già affermate come icone per la prossima generazione di videogiochi, come la sbarazzina Tracer, la silenziosa ed affascinante Widowmaker o, ancora, Hanzo, il temibile arciere in grado di evocare un drago spiritico. Lucio no, Lucio è davvero brutto. Blizzard è ben nota per la cura dei dettagli e basta dare un’occhiata da vicino ai singoli personaggi per scoprire con quanta maniacalità siano essi stati creati, sia nel loro aspetto esteriore, sia per le animazioni uniche con cui si muovono. E se pensiate che 21 personaggi non siano sufficienti a saziare le vostre aspettative (cosa strana per altro), sappiate che per ognuno di essi, gli artisti di Blizzard hanno creato svariate nuove skin, una più azzeccate dell’altra e che oltretutto, assieme alle varie pose, spray ed altri orpelli estetici, sono gli unici elementi acquistabili tramite micro-transazioni. Il pericolo dunque di avere un titolo full price e per di più con un mercato interno che permettesse di comprare armi o altri elementi in grado di sbilanciare le partite è stato del tutto evitato. Con una rosa di protagonisti così ampia, variegata e carismatica è quindi impossibile per un giocatore non scovare almeno due o tre nuovi beniamini, e a far affezionare ancora di più i nuovi fan agli eroi, introducendo via via le loro storie personali, ci hanno pensato i corti animati rilasciati nel corso delle passate settimane, ideati da Michael Chu, l’uomo alla regia dell’universo di Overwatch. Ma non sono solo gli eroi di Overwatch a trasudare stile da ogni poro, e basta dare un’occhiata da più vicino ai particolari per accorgersi della genialità del team di sviluppo: è impossibile che l’occhio non vi sia caduto sui cabinati presenti in alcune mappe, dove sugli schermi sono presenti dei fake di Metal Slug o Street Fighter con i personaggi Blizzard! Questo nuovo Hero Shooter made in Blizzard non è però solo bello da guardare, ma è anche un piacere da ascoltare, come per le musiche che accompagnano i caricamenti ed i menù, ed anche e soprattutto per gli effetti audio presenti nei match, che rendono ancora più vibrante l’azione ma che non sono dei semplici contorni all’azione, bensì rappresentano dei veri e propri indizi da catturare per prevedere quello che da lì a poco accadrà sul campo di battaglia. Una menzione d’onore va fatta al doppiaggio italiano, perché Overwatch è uno di quei pochi titoli perfettamente godibili anche nella nostra lingua.
Il verdetto su pc
Overwatch colpisce visivamente fin da subito grazie alla sua palette di colori, alla caratterizzazione e al carisma dei personaggi ed al design delle mappe: sulla direzione artistica data Blizzard c’è ben poco da reclamare e non resta che togliersi il cappello. Ma sul lato tecnico e nelle prestazioni, come se la cava Overwatch? Beh, se ci dovessero chiedere di utilizzare una sola parola per descriverlo, useremmo certamente il termine scalabile. Basta infatti recarsi nel menù delle opzioni grafiche per scorrere e scoprire l’elevata quantità di parametri su cui metter mano per trovare il giusto compromesso fra la necessaria fluidità in game e la bellezza visiva. Dopo la classica risoluzione del monitor, una delle impostazioni sicuramente più interessanti è il campo visivo, un’opzione già presente nel recente DOOM e che permette, se impostata a valori elevati, di avere un più ampio sguardo sul campo di battaglia, utile in Overwatch per scovare anche gli attacchi portati lateralmente. Non mancano ovviamente le impostazioni sulla sincronia verticale e sul limite di frame al secondo, con i classici preset di 30 e 60 fps, ma anche sbloccabile in base al display. Proprio in questi ultimi numeri risiede il motivo principale per cui, almeno in questa generazione, il crossplay fra PC e console resta una utopia irrealizzabile, dato che Overwatch, oltre al sistema di comandi, differisce profondamente a seconda della versione che si sta giocando per la sua velocità, con un PC capace di produrre un’azione decisamente più rapida e frenetica, situazione che sfavorirebbe non di poco i giocatori console. La dinamicità di Overwatch è nella maggior parte dei casi un bene, anche se, quando su schermo si hanno una Tracer che continua a compiere scatti da una parte all’altra, Winston che salta nei quattro angoli della mappa, mentre Hanzo evoca un dragone, il tutto ben oltre i 100 frame al secondo, alle volte ci si trova nel bel mezzo di un caos totale senza sapere bene quello che sta succedendo attorno, anche a causa di qualche fastidiosa compenetrazione poligonale. Ritornando al menù delle opzioni, espandendo la voce “qualità grafica”, appare una rosa ampia di opzioni su cui agire, dalle classiche qualità delle texture, fino ai riflessi dinamici, passando ovviamente per i dettagli dei modelli ed i filtri di anti-aliasing. Per testare al meglio il lavoro fatto da Blizzard, abbiamo provato Overwatch su due configurazioni differenti ed opposte, una di fascia medio-alta, dotata di un i7 4770k 4.0Ghz, Nvidia GTX 970 4Gb e 16Gb di ram, ed un’altra di fascia decisamente inferiore, vale a dire un classico portatile “casalingo”, con una GTX 840M un i5 4210 e 4Gb di ram. In tutti e due i casi, i driver Nvidia erano aggiornati all’ultima versione, cioè la 368.22, mentre come sistema operativa era installato Windows 10 Ultimate. Prendendo in considerazione il primo modello, non abbiamo riscontrato alcun tipo di rallentamento o di stuttering utilizzando le impostazioni grafiche Ultra e ad una risoluzione di 1920×1080 il un conteggio dei frame si è mantenuto stabile sulla media dei 100fps. Se questi risultati non ci hanno impressionato più di tanto e ce li potevamo aspettare anche alla luce dei test effettuati durante la fase di beta, quello che ci ha maggiormente colpito sono state le prestazioni ottenute con il nostro portatile, di certo non una macchina da gaming. Il pc si è dimostrato in grado di reggere la fatidica soglia dei 60fps, al netto dei necessari compromessi, uno su tutti la risoluzione dello schermo settata a 1366×768, e rinunciando a qualche dettaglio ed impostando svariati parametri su basso: in modo sorprendente, anche nelle fasi più concitate, il counter dei frame raramente è sceso sotto i 50 fps. Se poi non ve la sentite di privarvi di un buon colpo d’occhio, sappiate che con la seconda configurazione siamo riusciti a mettere su medio qualche opzione, come la qualità delle texture e il dettaglio dei modelli, avendo come risultato un frame rate più che accettabile ed attorno ai 40 fps. L’unica rinuncia davvero necessaria sono stati i filtri di anti-aliasing.
Concludiamo la nostra analisi di Overwatch versione pc parlando brevemente del netcode: se si escludono le prime ore di sovraffollamento, i server reggono in modo egregio, le liste di attesa vengono smaltite in tutta fretta e non abbiamo mai dovuto aspettare più di una trentina di secondi per entrare all’interno di un match.
La videorecensione console è attesa nel pomeriggio. Rimanete sulle nostre pagine per non perderla!
HARDWARE
Requisiti minimi: – Sistema operativo: Windows® 7 / Windows® 8 / Windows® 10 64-bit – Processore: Intel® Core™ i3 oppure AMD Phenom™ X3 8650– Scheda Video: NVIDIA® GeForce® GTX 460, ATI Radeon™ HD 4850, oppure Intel® HD Graphics 4400– Memoria Ram :4 GB RAM– Spazio su disco fisso: 30 GB di spazio libero sul disco rigido– Internet: Connessione internet a banda larga
Requisiti consigliati:– Sistema operativo: Windows® 7 / Windows® 8 / Windows® 10 64-bit– Processore: Intel® Core™ i5 or AMD Phenom™ II X3 or better– Scheda Video: NVIDIA® GeForce® GTX 660 oppure AMD Radeon™ HD 7950– Memoria Ram: 6 GB RAM– Spazio su disco fisso: 30 GB di spazio libero sul disco rigido– Internet: Connessione internet a banda larga
– Direzione artistica al top
– Estremamente scalabile su PC
– Gameplay fresco,allo stesso tempo profondo ma accessibile
– Rosa variegata e 21 eroi carismatici
– Qualche eroe necessita ancora qualche modifica alle statistiche
– In alcuni momenti c’è davvero del gran caos
– In attesa della modalità competitva
Come scritto sulle scatole di alcuni giochi, Overwatch va bene dagli 0 ai 99 anni: riesce ad essere estremamente tattico e con una spiccata propensione verso il mondo degli eSport, ma è giocabile anche in tutta spensieratezza solo per divertimento, e per di più su praticamente tutti pc più o meno moderni grazie alla sua estrema scalabilità. Se a tutto questo aggiungete il “solito” ed azzeccatissimo comparto artistico partorito dalle menti e dalle mani dei ragazzi di Blizzard, ecco che Ovewatch ha tutte le carte in regola per affermarsi come sicuro benchmark per i futuri fps basati sull’online. A pochi giorni dalla sua uscita permangono però ancora alcune perplessità, che in futuro verranno probabilmente sanate dal team di sviluppo, ma che per ora si fanno piuttosto sentire. Due su tutte: il bilanciamento di alcuni eroi, evidente in alcune mappe e modalità di gioco – soprattutto con mouse e tastiera – e l’assenza delle partite classificate, che al momento potrebbe tenere lontano le schiere di giocatori abituati al livello competitivo, i quali storceranno forse il naso davanti ad un gameplay volutamente asimmetrico.