Mancano pochi giorni al lancio mondiale di Nintendo Switch, e sulle pagine di Spaziogames avete già trovato articoli, impressioni, approfondimenti e rumor riguardanti la prossima console della grande N.
C’è un aspetto che non abbiamo ancora affrontato, però, sul quale Occhio Critico non poteva non soffermarsi, visto che riguarda una piccola grande console che è entrata nelle case di quasi sessantasei milioni di appassionati (dato che la pone al primo posto tra le macchine attualmente sul mercato): stiamo ovviamente parlando della famiglia di console 3DS, sul cui futuro è lecito interrogarsi.
A sei anni dal lancio, con l’arrivo della nuova macchina Nintendo, la prima che coniuga un contesto casalingo con uno portatile, cosa succederà alla piccola di casa Nintendo?
Proviamo ad analizzare i possibili scenari.
Prima i fatti
Prima di lanciarmi in previsioni legate agli umori del pubblico e alle (fumose) dichiarazioni di Nintendo in merito al futuro di 3DS, è bene soffermarsi un attimo su quanto realmente la console stereoscopica abbia da offrire ai suoi possessori nei prossimi mesi, dopo l’exploit natalizio legato alla straordinaria accoglienza che tanto la critica quanto il pubblico hanno accordato a Pokemon Sole e Pokemon Luna.
Alla marea di titoli già disponibili, si aggiungeranno, nei prossimi mesi, un’altra manciata di prodotti molto attesi e indirizzati a fasce di pubblico anche molto diverse tra loro, a testimonianza dell’impegno che la casa madre intende onorare con i possessori di 3DS almeno per tutto il 2017.
Si va da titoli di primo piano, per i quali sembrano essere stati stanziati budget sostanziosi (per una console portatile), come Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia, terzo episodio della serie di Intelligent Systems a sbarcare sui lidi di 3DS, a piccoli progetti collaterali, come il nuovo BoxBoy!, che segue due puzzle game brillanti e spiritosi, passando per diversi prodotti già disponibili in altre regioni e pronti ad arrivare anche in Europa, come Lady Layton: The Millionaire Ariadone’s Conspiracy, accolto entusiasticamente in Giappone, e il prossimo Yo-Kai Watch 2, in uscita il sette aprile.
Gli appassionati di sport arcade potrebbero trovare pane per i loro denti con Mario Sports Superstars (10 marzo), i più nostalgici con la riedizione di un vecchio classico come Blaster Master, chiamata Blaster Master Zero, gli amanti degli open world con Shakedown Hawaii, per non parlare di due titoli first party molto attesi, ma dei quali sappiamo pochissimo (se non che arriveranno entro l’anno), come Ever Oasis e, soprattutto, l’episodio di Pikmin dedicato a 3DS, di cui abbiamo scorto solo un teaser trailer mesi or sono.
Bisogna peraltro considerare che questa breve rassegna non comprende né eventuali titoli di terze parti non ancora annunciati né, tantomeno, ipotetici titoli che Nintendo ha ancora in serbo e che, stando alle parole dei già citati Kimishima e Fils -Aime, renderanno memorabile anche l’anno in corso per i possessori della console stereoscopica.
Al netto di titoli indipendenti ed ulteriori porting da Wii U, come il recente Poochy & Yoshi Woolly World, quindi, la line up di 3DS per l’anno appena iniziato si preannuncia discretamente solida, seppure non nutritissima in meri termini quantitativi, con la ciliegina sulla torta rappresentata dall’inatteso nuovo episodio di Fire Emblem, un franchise che sembra essere finalmente uscito dalla sua nicchia per coinvolgere giocatori di tutte le età e ricevere l’attenzione che ha sempre meritato.
2018 and beyond
Come visto, fino alle prossime festività natalizie i possessori di 3DS possono stare tranquilli: eventuali dubbi, semmai, potrebbero sorgere per l’anno prossimo e quelli successivi, quando, con Switch entrato nel pieno del suo ciclo vitale e l’unificazione dei cicli di sviluppo di tutti gli studi first party in seno alla grande N, il ritmo delle uscite potrebbe rallentare molto, diradandosi progressivamente fino alla completa interruzione del supporto.
Personalmente, credo che ci siano, invece, i presupposti perché la famiglia di console 3DS si riveli longeva quasi quanto quella del Game Boy, che, con i suoi tredici anni abbondanti sul mercato, ha segnato non una ma due epoche videoludiche.
Questa mia ipotesi è suffragata da una serie di fattori, il più importante dei quali ritengo possa essere rappresentato dal fatto che difficilmente, dopo aver snellito la catena di sviluppo così da assicurare alla nascente console ibrida un flusso ininterrotto di titoli first party, Nintendo si arrischi a dividere nuovamente compiti e competenze.
Secondariamente, Nintendo sarebbe folle ad ignorare il fatto che le vendite di 3DS continuano a dimostrarsi solide, seppure in fase calante rispetto allo scorso biennio.
Lo scenario comprenderebbe, ovviamente, un ulteriore taglio di prezzo della console e un supporto continuato, seppure non ai livelli di quello garantito finora: a quel punto, Nintendo dedicherebbe il grosso dei suoi sforzi produttivi a Switch, com’è normale che sia, ma continuerebbe a garantire valore ai soldi di chi ha acquistato 3DS, riuscendo magari a traghettare la console fino alla soglia delle settanta milioni di unità vendute.
Per fare questo, basterebbe innanzitutto portare in occidente, anche se con grave ritardo, una serie di titoli che hanno riscosso un grande successo in patria, inspiegabilmente negati agli appassionati occidentali: dai volumi rimanenti dei Sega 3D Classics al doppio episodio di Inazuma Eleven, dallo spin off di Dragon Quest dedicato agli Slime (Slime Mori Mori 3) a Puyo Puyo Tetris, senza dimenticare il terzo episodio di Yo-Kai Watch e lo sparatutto 3D E.X Troopers.
Un’altra mossa intelligente potrebbe essere quella di garantire la funzionalità cross-buy per i titoli della Virtual Console tra Switch e 3DS, garantendo così ai possessori di entrambe le console un plus valore notevole, perlomeno al pari di quello visto nell’integrazione tra PS4 e Vita.
A queste condizioni, considerando l’ottima base installata, il prezzo vantaggioso e una libreria di titoli sconfinata, in particolare in generi quali i giochi di ruolo giapponesi e i platform bidimensionali, il ciclo vitale delle console della famiglia 3DS potrebbe allungarsi considerevolmente, sulle orme del già citato Game Boy, se non in quanto ad importanza storica, quantomeno in termini di longevità.
Percorrendo questa strada, la grande N potrebbe concentrarsi su Switch, una console che non può e non deve fallire, tenendo in vita, nel contempo, anche la sua console portatile, peraltro con investimenti davvero minimi.
Possibilità ulteriori
Ci sarebbero anche due ulteriori possibilità, che, pur sembrandomi assai meno probabili, potrebbero entrare in gioco a seconda dell’impatto che Switch avrà sul mercato e sul pubblico di “fede” Nintendo.
L’una, che contempla un buon successo di vendite della nuova console ibrida, potrebbe vedere Nintendo muoversi nella direzione di proporne una variante senza dock, abbassando il prezzo e posizionandosi nella fascia di mercato attualmente coperta da 3DS (in larga parte) e Playstation Vita (in netta minoranza).
Se il brand Switch dovesse prendere piede, e con esso l’abitudine di portarsi dietro i propri giochi preferiti, questa mossa avrebbe senso, consentendo a tutti gli amanti del gaming da salotto di indirizzarsi verso la versione completa della console, e, nel contempo, ai fautori del gaming in mobilità di risparmiare qualche decina di euro e sfruttare l’ottimo schermo di Switch per giocare ovunque.
Nel caso in cui, malauguratamente, Switch dovesse faticare, ripercorrendo le orme di Wii U piuttosto che quelle di Wii, Nintendo potrebbe decidere di lanciare sul mercato un vero e proprio successore di 3DS, una nuova console esclusivamente portatile capace di proseguire la lunghissima (e fulgida) tradizione che la casa di Kyoto può vantare in ambito portatile.
Delle tre ipotesi fin qui stilate, comunque, ritengo che questa sia la meno probabile, perché ai piani alti della grande N sembra si sia radicata l’idea di rimanere concentrati sullo sviluppo per una sola macchina alla volta, in modo da accoppiare alla qualità (che, ad onor del vero, non è mancata nemmeno durante lo sfortunato ciclo di vita di Wii U) anche la quantità.
Lanciarmi in ipotesi su come potrebbe essere e quali funzionalità avrebbe un ipotetico successore di 3DS sarebbe un esercizio inutile, e anche le voci su un ritorno in grande stile del Game Boy in versione modernizzata mi sembrano più figlie della nostalgia e dell’amore che moltissimi videogiocatori nutrono per questa macchina che non della reale considerazione di Nintendo verso l’argomento.
In entrambe questi casi, il peso di Switch all’interno dell’economia di Nintendo e delle future scelte progettuali sarebbe enorme, ed appare quindi evidente come l’appuntamento del prossimo tre marzo sia uno di quelli da non sbagliare assolutamente per la casa di Mario.
Con tutti gli sforzi della grande N volti a vincere la scommessa Switch, dopo aver perso, quantomeno in termini economici, quella di Wii U, i possessori di 3DS non possono non porsi una serie di interrogativi sul futuro della loro console, visto anche il repentino abbandono che Nintendo ha riservato alla sua ultima console casalinga.
Occhio Critico si è soffermato su tre ipotesi distinte, ma, se dovesse scommettere, propenderebbe per un prolungamento del ciclo vitale della famiglia di console portatili della casa di Kyoto, che consentirebbe a quest’ultima di analizzare bene la situazione del mercato e l’impatto che Switch avrà su di esso prima di muoversi.
Dopo decenni di successi e di innovazioni in campo portatile, insomma, Nintendo potrebbe traccheggiare, continuando a tenere in vita un hardware sì vecchio ma che può contare su una base installata solidissima e su un parco software invidiabile, concentrando gli sforzi produttivi nella direzione di Switch ma senza alienarsi gli oltre sessantacinque milioni di utenti 3DS.
Se vi risuona in testa il vecchio adagio “tenere il piede in due scarpe”…beh, potreste non essere troppo lontani dalla realtà dei fatti: con Game Boy, Nintendo ha già dimostrato di essere capace di vendere un hardware superato grazie a grandi titoli e ad un prezzo aggressivo.
Staremo a vedere.