Occhio Critico

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Inauguro oggi una rubrica che si propone di analizzare, di volta in volta, alcuni dei temi più caldi dell’industria videoludica, permettendosi di criticare, sempre in maniera costruttiva, atteggiamenti, scelte di marketing e decisioni intraprese dagli attori principali del nostro medium preferito.Senza presunzione alcuna, piuttosto nella speranza che qualcuno, tra coloro che portano avanti il carrozzone videoludico, legga queste righe e ne tragga quantomeno uno spunto di riflessione.La prima a salire sul banco degli imputati è Nintendo, e nello specifico la sua gestione della Virtual Console, tanto nel formato Wii U quanto in quello 3DS.

Invenzione brillanteFaccio un breve ma doveroso excursus, passando per Wii e la scorsa generazione: pochi hanno sottolineato quanto la Virtual Console sia stata un’intuizione geniale da parte di Nintendo.La pratica del retrogaming, sempre più diffusa, richiede grandi investimenti tanto in termini economici quanto in termini di tempo ed energie profuse, perché spesso reperire quel gioco che ci aveva fatto sognare da bambini è molto più facile a dirsi che a farsi: ecco che allora la possibilità si poter scaricare vecchi classici sulla propria console non è solo benvenuta, ma anzi meritava di essere accolta con molta più enfasi di quanta non ne abbia ricevuta.Disponendo di una libreria sconfinata e dalla qualità media elevatissima, Nintendo aveva tra le mani una vera e propria miniera d’oro, che avrebbe potuto portare nelle sue casse guadagni inimmaginabili e consentire nel contempo a noi giocatori di godere di piccole intramontabili perle, senza dover rispolverare vecchie console o spulciare mercatini dell’usato.Sappiamo tutti com’è andata, purtroppo: pur consegnando ai giocatori decine di titoli di assoluto valore durante il ciclo vitale di Wii, la Virtual Console è stata percepita più che altro come un’occasione persa, soprattutto a causa dell’incostanza del suo calendario uscite e del prezzo, da molte parti considerato eccessivo, dei singoli giochi.Difficile non concordare soprattutto con la prima delle due grosse critiche rivolte a Nintendo, ma, ciò che conta, è che, chiusa la trionfale esperienza con la sua prima console dotata di sensori di movimento, il colosso nipponico non abbia imparato dagli errori di gioventù, cadendo sulle due stesse bucce di banana anche con Wii U e, in maniera minore, 3DS.Personalmente, ho passato ore e ore con giochi scaricati tramite il servizio Virtual Console tanto su Wii quanto su 3DS, mentre, ad eccezione di EarthBound, ho praticamente ignorato i titoli al momento appartenenti al catalogo Wii U: indipendentemente dalle singole esperienze, comunque, c’è molto da lavorare, e la speranza è che l’attuale momento di crisi spinga la grande N a darsi una svegliata in tal senso.

Errori di gioventùFermiamoci un attimo ad analizzare il primo degli errori commessi durante l’era Wii e tristemente ripetuti negli ultimi mesi su Wii U e 3DS: il ritmo delle uscite è stato (ed è) irregolare e assolutamente insoddisfacente, soprattutto in considerazione del fatto che la line up di titoli retail e indie langue, e quindi la Virtual Console potrebbe “prendere il palco” e portare gli utenti fino alla prossima uscita di rilievo (che su Wii U è lontana un intero mese, e porta il nome di Donkey Kong Country Tropical Freeze).La scarsità del supporto delle terze parti che ha segnato alcune delle passate console casalinghe della grande N sta colpendo anche Wii U, causando un calendario uscite piuttosto rado, che, per forza di cose, i soli prodotti Nintendo non riescono a riempire adeguatamente: un uso accorto e regolare delle uscite su Virtual Console potrebbe in parte ovviare a questo inconveniente, offrendo ai giocatori titoli di sicuro valore con cui riempire periodi morti.Dal punto di vista del produttore, peraltro, i profitti sarebbero assicurati: sono l’unico ad avere soldi da spendere in certi mesi (i vari gennaio, giugno, luglio, agosto ecc.) e a non ritrovarmi con il becco di un quattrino nei mesi caldi (ottobre, novembre, febbraio, marzo)?Più di una volta mi è capitato di dover saltare dei titoli in periodi dell’anno affollatissimi in quanto ad uscite, solo per poi recuperarli mesi dopo: 5 euro spesi per un titolo Virtual Console, insomma, non hanno lo stesso peso ad agosto e a novembre.Certo, l’impegno dietro molte delle uscite è maggiore di quanto la gente non pensi (l’idea imperante è “sono delle ROM di vent’anni fa, che ci vuole a caricarle?”), ma comunque a mancare non è di certo il tempo quanto la progettualità e la fiducia in un modello distributivo e commerciale che Nintendo non ha mai amato, e cioè quello digitale.Seconda, annosa questione: il prezzo. Senza scadere in discorsi odiosi degni dei peggiori hater, ad ognuno di noi (al sottoscritto in primis) è capitato di pensare che uno o più titoli fossero proposti ad un prezzo troppo elevato, soprattutto in rapporto alla concorrenza, che ci ha abituato fin troppo bene in quanto a sconti e offerte promozionali.Il discorso qui è spinoso, perché Nintendo rimane arroccata sulle sue posizioni e continua a percepire (un po’ per convinzione, un po’ per convenienza, aggiungiamo noi) gli sconti eccessivi visti altrove come una svalutazione delle sue proprietà intellettuali, limitandosi a offerte promozionali brevi, poco incisive e molto diluite nel tempo, preferendo piuttosto regalare di quando in quando un vecchio titolo all’utenza.A queste due mancanze, mi permetto di aggiungere un altro paio di osservazioni personali. Trovo assolutamente inconcepibile, all’indomani della tanto agognata unificazione dell’account grazie al Nintendo Network ID unico, che un appassionato di giochi classici possessore di Wii U e di 3DS sia costretto a comprare il titolo due volte, quand’anche a condizioni vantaggiose: questa è una soluzione anacronistica, che danneggia noi videogiocatori e non trova alcuna scusante o reale motivazione, e la speranza è che il prossimo passo di Nintendo sia in questa direzione.In ultimo, trovo che non serva riproporre più volte titoli che non hanno fatto la storia del videogioco. Mi spiego: se la riproposizione di uno dei titoli della trilogia classica di Super Mario su NES, piuttosto che di un Metroid o di un F-Zero classico, è giustificabile e anzi didatticamente indispensabile per le nuove generazioni, lo è molto meno quella di un gioco come Breath of Fire II, che pure è un ottimo JRPG.Con tutti i titoli ancora in attesa di una pubblicazione (Aladdin? Terranigma? Castlevania Bloodlines?), è proprio il caso di riproporre pigramente un titolo già disponibile in versione Virtual Console Wii?!?

Possibili soluzioniSebbene vada detto che la situazione su 3DS non sia così nebulosa, con un maggior numero di uscite e una fascia di prezzo media leggermente più bassa, a livello generale si può comunque fare molto di più.Far uscire due titoli a settimana per piattaforma in maniera costante potrebbe essere un buon inizio per rimpolpare il catalogo e far diventare la Virtual Console l’appuntamento fisso di tutti i giocatori Nintendo, ruolo che il servizio meriterebbe ampiamente.Credo che quattro titoli settimanali possano costituire un buon compromesso tra le esigenze dei videogiocatori e l’ utilizzo delle risorse interne di Nintendo.Riguardo al prezzo, invece, non mi sento di condannare in toto la politica aziendale della casa di Kyoto: se per alcuni titoli del catalogo NES, ad esempio, i 5 euro richiesti sulla Virtual Console Wii sono oggettivamente troppi, i 4 euro pagati per una gemma dimenticata dai più come Avenging Spirit (NES, 3DS) sono stati tra i meglio spesi del mio 2013.Il consiglio che mi sento di dare a Nintendo è quello di abbracciare con maggiore frequenza degli sconti speciali, perché, quando ben fatti, questi aggiungono valore anziché sottrarne. Provate a pensare, solo per un attimo, quanto farebbe bene al bilancio della grande N uno sconto settimanale sui titoli della Virtual Console Wii, il cui periodo “hot” è passato da tempo.La Virtual Console sarebbe comunque disponibile anche da Wii U, e porterebbe nelle case di centinaia di migliaia di utenti titoli che hanno fatto la storia del videogioco, sottraendo nel contempo la console alla morsa della polvere.Indispensabile, come da più parti si continua a far notare a Nintendo, un account unificato, a cui legare gli acquisti, così da poter godere dello stesso acquisto classico su entrambe le console Nintendo: il valore percepito dall’utente è diverso se le console su cui fruire dello stesso titolo sono due, di cui una portatile, con le ovvie comodità che ne conseguono.E poi, perché non abbandonarsi, anche solo una volta all’anno, alla febbre degli sconti temporanei? Pochi giorni fa, ancora non si sa bene per errore o meno, è stato possibile acquistare in versione digitale titoli per Wii U e 3DS a prezzi stracciati (nell’ordine della decina di euro) per pochi minuti, prima che Nintendo correggesse i prezzi ponendo fine alla pacchia.Che i rispettabili dati di vendita ottenuti in quell’occasione, e magari la lettura di questo articolo, possano smuovere qualcosa? Ai posteri l’ardua sentenza.

In questa prima puntata di Occhio Critico abbiamo puntato i riflettori su un servizio che, già di discreto livello, potrebbe diventare uno dei protagonisti della scena videoludica dei prossimi anni, se solo Nintendo ci credesse davvero.

Pur senza propormi come nuovo presidente di Nintendo (Satoru, tieni duro!), mi sono permesso di dare qualche consiglio ad una delle principali attrici dell’industria che tutti amiamo, nella doppia veste di critico e di cliente.

Le potenzialità sono notevoli e il momento difficile che la società giapponese sta attraversando sembra suggerire di battere nuove strade, in direzioni apparentemente sconosciute ma lungo le quali, personalmente, non ho paura di seguire Nintendo. A condizione che i miei bisogni di videogiocatore siano importanti almeno quanto gli utili degli azionisti.

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