Al netto di qualche critica da parte degli oltranzisti dell’azione a tutti i costi, le esperienze narrative (spesso definite walking simulator, non senza un’accezione spregiativa) si sono ritagliate la loro nicchia di mercato, innalzando la narrazione videoludica di diversi livelli e aiutando la maturazione del medium, che, nel corso degli ultimi vent’anni, è passato da sceneggiature dello spessore di carta velina a trame, personaggi e dialoghi degni di un libro ben scritto.
Night in the Woods, che conclude il suo percorso multipiattaforma giungendo su Nintendo Switch, è un titolo difficile da catalogare, cui le etichette stanno tremendamente strette, ma di certo rappresenta un’eccellenza nel campo dello storytelling e della scrittura.
Se siete curiosi di sapere perché, non dovete fare altro che continuare a leggere.
Home is where the heart is
Margaret Borowski (semplicemente Mae per amici e familiari) è un gatto antropomorfo di sesso femminile, ha vent’anni e una vita che non la soddisfa: dai suoi problemi a gestire la rabbia a quelli relativi alla socializzazione, la sua adolescenza e l’ingresso nell’età adulta non sono stati esattamente rose e fiori.
L’ultima delle cose che non funziona sembra essere il college: nonostante le aspettative dei genitori e i loro sforzi economici, una sera, di punto in bianco, Mae si presenta alla stazione della piccola cittadina di Possum Springs, decisa a mollare gli studi.
Possum Springs è il ritratto perfetto dell’America di provincia, da cui moltissimi (come Mae) fuggono appena possono: tranquilla, senza delinquenza ma anche senza prospettive, dove il massimo divertimento è ubriacarsi ad una festa o sfruttare il malfunzionamento di una fontana al centro commerciale per schizzare ignari passanti.
Oltre a Mae e Possum Springs, ci sono altri tre, memorabili protagonisti in questa storia: Beatrice Santello (Bea), coetanea di Mae, costretta da una serie di sfortunati eventi a crescere ben prima del tempo, accentrando su se stessa una caterva di responsabilità; Greggory Lee (Gregg), impulsivo, infantile e sempre in movimento ed Angus Delaney, il classico gigante buono, taciturno fidanzato di quest’ultimo.
Ah, per inciso, i tre sono, rispettivamente, un’alligatrice, una volpe ed un orso: l’antropomorfizzazione dei protagonisti ne alleggerisce i contorni, fortemente marcati da personalità ben precise, che il giocatore imparerà a conoscere nel corso della decina di ore necessarie a vedere uno dei due epiloghi possibili.
Il lavoro di scrittura è, senza mezzi termini, eccellente: all’appropinquarsi della conclusione del nostro viaggio a Possum Springs abbiamo tentato di dilatare ulteriormente l’esperienza di gioco, e prima di separarci da ognuno degli abitanti della cittadina abbiamo parlato con tutti un’ultima volta, come avremmo fatto nella vita reale in caso di trasferimento o trasloco.
Finanche con quell’uccello antipatico che non vuole che saliamo sulle sue scale.
Tanto per i temi trattati quanto per la credibilità dei personaggi, l’empatia che scatta con i quattro ragazzi è incredibile, e, a poche ore dai titoli di coda, non vediamo l’ora di tornare nella cittadina natale di Mae, nonostante la grande quantità di sporco che essa cela sotto al tappeto.
Night in the Woods è inequivocabilmente figlio dei suoi tempi: da Stranger Things a IT, da Gone Home a Kentucky Route Zero, le fonti di ispirazione sono numerose ed evidenti, ma i tre al timone (Alec Holowka, che ha composto anche le musiche, Bethany Hockenberry e Scott Benson) hanno evitato che le citazioni diventassero scopiazzature, infondendo nella loro creatura un carattere unico, inconfondibile, che non potrà che essere preso ad esempio, in futuro, da tutti coloro che vorranno cimentarsi con la narrativa in ambito videoludico.
L’amicizia, le difficoltà collegate all’ingresso nel mondo del lavoro, l’omosessualità, la religione, la salute mentale, la concezione di se stessi e le responsabilità dell’età adulta sono solamente alcune delle tematiche trattate con una delicatezza ed una naturalezza tali da far impallidire la creme di Hollywood: Bea e Mae, in particolare, danno vita a duetti magnifici, punteggiati da dialoghi che potrebbero essere usciti dall’adolescenza di ognuno di noi e che, a seconda della sensibilità dei nostri lettori, potrebbero riportare alla mente ricordi felici (e non) e anche qualche lacrimuccia.
In quasi trent’anni di videogiochi, raramente ci siamo affezionati ad una manciata di pixel com’è successo con i quattro (cinque? Poi capirete…) protagonisti di Night in the Woods, che pure dipingono una società all’apparenza così lontana da quella italiana: una testimonianza di come i sentimenti ed i problemi della vita siano uguali a tutte le latitudini.
C’è anche un videogioco, dietro a tutto
Sembra quasi paradossale, visto che siamo convinti sostenitori del gameplay prima di tutto, ma in Night in the Woods quasi non c’era bisogno di inserire delle fasi prettamente ludiche che accompagnassero quelle dialogiche e narrative.
Eppure il team di sviluppo si è sforzato di inserire una serie di minigiochi a punteggiare l’avanzamento lungo la campagna principale, oltre a brevi e scolastiche fasi platform: Mae si controlla come un personaggio di un gioco a piattaforme in due dimensioni, e la sua abilità di salto tornerà utile tanto durante le sequenze oniriche, che si ripetono uguali a loro stesse per tutta la prima parte dell’avventura, sia per scovare zone e passaggi segreti all’interno di Possum Springs.
Molte delle attività più riconducibili ad un videogioco nell’accezione più classica del termine sono peraltro facoltative: è possibile andare a caccia, dedicarsi ad un minigioco in cui si taccheggia (che siano pretzel da un ambulante o accessori in una catena di abbigliamento), unire i puntini in stile Settimana Enigmistica per rinvenire delle costellazioni in cielo e tanto altro ancora.
Nessuna di queste attività si dimostra particolarmente curata, ma, nel contempo, nessuna di esse nuoce al prodotto, proponendosi, piuttosto, come piacevoli e spensierati diversivi alla storia, utili ad approfondire il rapporto con alcuni degli abitanti della soporifera cittadina immaginata dal team di sviluppo.
Se, da un lato, la qualità dell’intreccio e la cura riposta nella caratterizzazione dei personaggi avrebbero potuto rendere inutili queste fasi, e ci sarebbe piaciuto che i ragazzi di Infinite Fall avessero creduto nella sola forza della storia narrata, dall’altro comprendiamo perfettamente le ragioni per le quali hanno deciso di servirsi di questi inserti ludici, così da non alienare del tutto le fasce di pubblico meno avvezze ai titoli puramente narrativi.
Ai fini del racconto e della vostra esperienza a Possum Springs, in fin dei conti, conteranno molto di più le scelte intraprese durante la campagna, relative soprattutto alla scelta di condividere il proprio (abbondante) tempo libero con un personaggio piuttosto che con un altro.
Night in the Woods trasuda stile: come avrete intuito anche solo dalle foto a corredo di questa recensione o dai trailer diffusi in rete nei mesi scorsi, il prodotto Finji si “accontenta” di offrire un viaggio bidimensionale in una quantità molto limitata di location differenti, tra le quali Possum Springs, ovviamente, la fa da padrona assoluta.
Eppure, in barba al fotorealismo (e soprattutto in modalità portatile), le avventure di Mae e compagnia risultano incantevoli, tra colori smorti e saturi, con un costante svolazzo di foglie ad ogni passo e le stagioni che si susseguono in concomitanza con l’avanzare dell’avventura principale.
I risultati che il ristretto team di sviluppo è riuscito ad ottenere in ambito empatico e di veicolazione dei sentimenti e delle personalità sono incredibili: il vicino odioso di cui sopra è antipatico anche solo a vedersi (eppure è un volatile), così come la zia poliziotto traspira severità e sospetto.
Dietro alla scelta di ognuno degli animali utilizzati per rappresentare le differenti personalità ci dev’essere stato uno studio approfondito (questo, o il trio al timone è composto da geni), e così, complice un design artistico mai banale, l’aspetto visivo della produzione risulta estremamente gradevole.
Volendo fare i pignoli, abbiamo riscontrato in questa edizione Switch qualche incertezza del frame rate in prossimità delle scene più affollate, a differenza della versione PC, ma lo stile di gioco compassato e prevalentemente basato sugli scambi dialogici rende queste imperfezioni poco più che dettagli, da riportare per puro dovere di cronaca.
Oltre che con i suoi personaggi, Night in the Woods vi ruberà il cuore con la sua strabiliante colonna sonora: Alec Holowka vi porterà indietro negli anni ’80 e poi nel futuro, tra suoni psichedelici e sintetizzatori, ma qualsiasi sia il motivo di sottofondo, potete stare certi che catturerà in maniera perfetta il mood della scena cui si accompagna.
Fortunatamente, le musiche del gioco sono disponibili previa una buona ricerca in rete, perché altrimenti lasciare Possum Springs sarebbe stato ancora più difficile.
Un’esperienza unica
Mae e compagnia vi rimarranno nel cuore
Colonna sonora incredibile
Scrittura brillante e sarcastica
Tratta temi scottanti con grazia e naturalezza
Non tutte le fasi “ludiche” sono riuscite
Se il vostro inglese non è di livello medio-alto, potreste perdere molto della trama
L’unico, grande cruccio relativo a Night in the Woods è la mancanza di una localizzazione nella nostra lingua, che impedirà a larghe fasce di pubblico di coglierne la grandezza.
Sì, perché di grandezza si parla: un coacervo di sarcasmo, sentimenti, acutezza, inserito in uno spaccato impietoso (ma mai eccessivamente pesante) della provincia americana odierna, con tutte le sue contraddizioni e le sue debolezze.
Impossibile non affezionarsi a Mae e alla sua combriccola, perché (quasi) tutte le battaglie combattute dai protagonisti sono state, o sono ancora, quelle che combattiamo nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, quando i sogni sembrano svanire e la realtà smette i panni della ballerina di danza classica per vestire quelli del campione di pesi massimi.
Come tutti i titoli puramente narrativi, il titolo sviluppato da Infinite Fall non offre granché in termini ludici, ma compensa ampiamente offrendo un’esperienza incredibile, che rimarrà stampata nei vostri cuori e nelle vostre teste molto a lungo.
Non lasciatevelo scappare.