Recensione

Ni No Kuni

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a cura di Pregianza

Informazioni sul prodotto

Immagine di Ni No Kuni - La Minaccia della Strega Cinerea
Ni No Kuni - La Minaccia della Strega Cinerea
  • Sviluppatore: Level 5
  • Produttore: Namco Bandai
  • Distributore: Namco Bandai
  • Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH , PS3 , NDS
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 31 gennaio 2013

Che la sensibilità nipponica e il gusto occidentale cozzino in molte occasioni è noto, ma nei videogiochi c’è sempre stata una sorta di comunanza tra le parti, derivante anche dall’importanza storica del Giappone nell’evoluzione e nel perfezionamento dei generi.  Le scintille del dibattito, però, hanno da qualche anno ricominciato a volare anche in questo campo, e paradossalmente non per titoli popolati da culturisti in mutande o simulatori di appuntamenti con donne dagli occhi giganteschi… la discussione si è infatti riaccesa sui giochi di ruolo. 
La battaglia tra gdr occidentali e jrpg è stata a lungo serrata, con la critica dei rispettivi paesi pronta a difendere a spada tratta i propri rappresentanti, e numerosi attacchi dovuti al percepito declino creativo di alcune software house leggendarie come Square. Gli sviluppatori d’oriente non sono tuttavia soliti arrendersi davanti alle difficoltà, e si sono attivati per dimostrare una volta per tutte che non solo i jrpg hanno ancora forza vitale da vendere, ma sono persino in grado di offrire alcune tra le esperienze più immersive e complete in assoluto. Ni No Kuni sembra voler essere la prova definitiva di quest’ultimo principio: sviluppato dagli abilissimi Level 5 in collaborazione con i superbi artisti dello Studio Ghibli e capace di lasciarci a bocca aperta ad ogni dimostrazione, è uscito in Giappone ormai da oltre un anno, tra gli scroscianti applausi di pubblico e stampa. 
Ora è finalmente giunto anche tra le nostre mani. Preparatevi, perché state per entrare in un mondo da cui non vorrete più uscire. 
Lacrime e via
Ni No Kuni avrà anche l’aspetto morbido e colorato delle splendide produzioni Ghibli, ma la sua storia inizia con una nota tragica. Vestirete i panni di Oliver, ragazzino di una ridente cittadina chiamata Motorville, il cui destino è legato a doppio filo a quello di un altro fantastico mondo. A seguito di un incidente orchestrato da poteri oscuri, Oliver perde la madre e si ritrova solo e sconsolato nella sua stanza a piangere sulla bambola di pezza che questa gli aveva regalato. Bagnato dalle lacrime il pupazzo prende vita e si rivela essere Lucciconio, eccentrico signore delle fate giunto a Motorville per trovare un ragazzo puro di cuore dotato delle capacità necessarie a salvare il suo fatato luogo d’origine. 
Dopo aver scoperto che l’avventura nella nuova dimensione potrebbe in qualche modo riportare in vita sua madre, il protagonista decide di seguire il simpatico botolo fatato e di affrontare l’oscurità che avanza.
Gli sceneggiatori di Level 5 hanno fatto un lavoro impeccabile con Ni No Kuni, riuscendo a mantenere un fine equilibrio tra innocenza dei protagonisti, leggerezza della trama e coinvolgimento. Non è facile creare un gioco dalle atmosfere fiabesche senza scadere a tratti nell’eccesso di mielosità, ma l’ottimo alternarsi di personaggi ben caratterizzati e il buon ritmo delle vicende rendono l’esperienza piacevole davvero per chiunque, e quasi sicuramente capace di scaldare il cuore anche dei più rudi tra i videogiocatori. Qualche colpo di scena estremamente prevedibile e un paio di eccessi di ingenuità del buon Oliver non bastano certo a sminuire una fiaba che poco ha da invidiare ai lungometraggi del buon Miyazaki.  
La magia non è roba da novellini, ma da bambini sì
Giocare all’ultima opera Level 5 è un’esperienza estremamente unica, non solo per la bellezza del comparto artistico ma anche perché fin dalle prime ore si nota una sorta di volontà intrinseca degli sviluppatori di trasmettere un chiaro messaggio ai giocatori. Ni No Kuni è una serenata, un poema d’amore dedicato ai jrpg, che raccoglie alcune delle caratteristiche migliori viste negli esponenti più meritevoli del gruppo ed elimina gran parte delle mancanze più significative viste in passato per dimostrare che il genere è tutt’altro che morto. Il gioco ha un gameplay accessibile e semplificato solo all’apparenza, e contiene numerosissime finezze ed elementi complessi, dunque mettetevi comodi, c’è molto di cui disquisire.  
I fondamentali sono, in verità, piuttosto intuitivi. Ogni battaglia è in tempo reale, con pause al momento della selezione dell’azione da compiere utilizzabili per scegliere un bersaglio. L’avventura è inoltre strutturata per far assorbire gradualmente le meccaniche, basti pensare che prima di avere a disposizione ogni comando dovranno passare quasi 10 ore di gioco. Inizialmente avrete a disposizione il solo Oliver, dotato di una manciata di incantesimi e dei comandi “attacco” e “difesa”, ma avanzando la vostra squadra crescerà fino a contenere tre membri, ognuno dei quali dotato di tre famigli evocabili per combattere. 
Avete letto bene, abbiamo appena parlato di famigli. L’ispirazione primaria del sistema di Ni No Kuni viene infatti dai Pokémon, poiché anche in questo titolo la crescita del proprio potenziale e gli scontri ruotano attorno alla possibilità di catturare e controllare agguerrite creature di vario tipo. All’inizio di ogni encounter avrete modo di selezionare uno tra i tre componenti del team o una qualunque delle loro evocazioni, a seconda del ruolo che vorrete ricoprire. Ogni famiglio dispone di razze, capacità e statistiche specifiche, che li rendono indicati solo in certe situazioni e spesso complementari. Una volta chiamata in aiuto una creatura controllerete lei soltanto, e subirete danni direttamente in base alle sue caratteristiche difensive. In campo l’azione si svolge in modo simile a quanto visto nella serie Tales of, con il posizionamento di nemici e compagni che ricopre grande importanza, e la necessità di agire con tempismo per trionfare. Già, perché il comando di difesa di cui abbiamo parlato all’inizio non è un optional, e sfruttarlo per sopravvivere agli attacchi più poderosi dei boss è indispensabile per non fare una brutta fine. Non bastasse è possibile anche attaccare nel momento esatto di un assalto nemico per sbilanciarlo e interrompere la sua azione, mossa che può aprire finestre sicure per infliggere gravi danni all’avversario.  
Inizialmente non è difficile prenderci la mano, eppure le cose si complicano sensibilmente quando si inseriscono nell’equazione i compagni. Fortunatamente i Level 5 hanno pensato anche a questo, donando all’utente due comandi che permettono all’istante di mettere l’intero gruppo in posizione difensiva o offensiva. E’ una trovata tanto ovvia quanto furba, che elimina quasi totalmente l’unica debolezza dell’intera struttura, ovvero i problemi derivanti dall’intelligenza artificiale alleata. Dovete appunto sapere che, come visto in molti altri gdr, anche in Ni No Kuni si ha la possibilità di settare delle tattiche per la CPU che portano i personaggi non controllati dal giocatore ad agire in un determinato modo. Purtroppo però queste scelte sono predefinite e limitate, oltre che selezionabili solo in battaglia, quindi sceglierete quasi esclusivamente le routine difensive e di supporto, vedendo che l’I.A. non è in grado di usare da sé il mostro migliore per il ruolo affidato (capita di veder i compagni lanciarsi in attacchi fisici con famigli specializzati nella magia, o selezionare creature difensive una volta ricevuto il comando di attacco, per fare un esempio più chiaro). Peccato, sarebbe bastata qualche opzione in più per rendere anche questo aspetto al bacio, ma siamo comunque davanti a un battle system di altissima qualità, che molti percepiranno come quell’evoluzione che i Game freak non hanno avuto il coraggio di abbracciare per oltre un decennio. 
Evoluzioni su evoluzioni
Non pensate sia finita qui, siamo solo all’inizio. Dobbiamo difatti iniziare a discutere dello sviluppo dei personaggi e delle debolezze delle creature, punti che rendono il sistema creato da Level 5 ancor più corposo. 
I famigli potranno essere viziati in una speciale gabbia, con alimenti pensati per far salire una specifica caratteristica. Chiaramente l’istinto porterà molti giocatori a potenziare le statistiche più elevate delle proprie evocazioni, ma in realtà con l’ausilio di cibi apprezzati dalla razza nutrita è possibile far salire anche il livello di affinità della stessa, che una volta gonfiato a dovere aumenta il numero di punti extra ottenibili. Fate amicizia con le vostre creature per bene a forza di dolciumi, e potrete specializzarle in ruoli che normalmente per loro non avrebbero senso. 
Altri elementi che non vanno minimamente sottovalutati sono poi le evoluzioni e le affinità. Ogni famiglio può mutare in una specie intermedia e in due evoluzioni finali uniche, grazie a speciali gocce una volta raggiunto un certo livello, e ottenere con il cambiamento nuove abilità e statistiche potenzialmente più elevate. La scelta porta però il famiglio a tornare al primo livello e costringe pertanto a darsi a un po’ di sano grind per ritornare competitivi. Le evoluzioni cambiano pure le affinità di una creatura, legate al segno di quest’ultima e agli elementi. I segni funzionano a mò di sasso-carta-forbice, donando un vantaggio a certe razze contro altre, mentre le debolezze elementali sono strutturate alla vecchia maniera e aumentano o limitano le percentuali di danno inflitto a seconda del nemico. Aggiungete a tutto questo calderone di meccaniche un inventario complesso diviso per ogni creatura, un curioso sistema di crafting alchemico di oggetti, armi e armature, e persino meccaniche interne per le razze che diversificano le opzioni difensive e offensive di ogni famiglio, e otterrete un gioco di profondità incredibile, ricco di finezze e segreti da scoprire. 
Se infine vi state chiedendo come si catturano le creature, sappiate che non sono coinvolte sfere di alcun tipo nel procedimento, semplicemente ogni nemico sconfitto avrà una possibilità ridotta di venir ammaliato dalle vostre doti in battaglia, e potrà in seguito venir catturato dall’arpa della giovane Ester. Aspettatevi di passare molto tempo a cercare i famigli perfetti per le vostre squadre. 
Un mondo di contenuti
La qualità della campagna è pari a quella dei sistemi interni. Il gioco ci mette qualche ora a decollare, per la sua volontà di spiegare passo passo ogni meccanica durante il girovagare di Oliver e Lucciconio, ma una volta raggiunta la decima ora di avventura vi ritroverete sommersi dalle cose da fare, impegnati nel completamento di dungeon di ottima fattura, nella risoluzione di enigmi ben calcolati e, soprattutto, con le mani tra i capelli dinnanzi alle fasi più impegnative. Ciò perché, contrariamente a quanto si possa pensare, Ni no Kuni è un titolo impegnativo non solo per la profondità delle meccaniche, ma anche per le scelte di game design: i punti vita e la magia non si rigenerano, e si è costretti a cercare radi altari per il salvataggio nei dungeon o a fare uso continuo di oggetti e locande cittadine. La possanza dei boss costringe poi ad affrontarli con strategie precise e un po’ di livelli extra alle spalle, aspetto che sicuramente i veterani del genere e gli amanti delle sfide non potranno che apprezzare.
In tutto questo ben di dio l’unico punto oscuro è rappresentato dalle quest legate ai pezzi di cuore, nelle quali il buon Oliver vaga per le zone cittadine allo scopo di ridare animo agli abitanti derubati dal malvagio Shadar. Si tratta bene o male di semplici fetch quest da una città all’altra, che poco o nulla aggiungono al gameplay, a parte qualche timbro extra con cui ottenere tessere dell’eroe e utili bonus aggiuntivi. 
Ci sono delle chicche anche per chi ama perdere ore in attività non direttamente correlate alla trama: verso la fase finale del gioco sbloccherete un casinò ricco di giochi e premi rari, tra cui persino un gioco di carte piuttosto inedito e interessante chiamato Dividi e Vinci.
Un disco da incorniciare
Il comparto tecnico è un altro picco della produzione Level 5. Nessun gioco ha mai catturato lo spirito delle opere dello Studio Ghibli come Ni No Kuni, e pochi altri esponenti del genere possono vantare una tale ispirazione artistica. Le città del mondo di Lucciconio sono minute, ma vi perderete nei loro splendidi colori e nelle stupende architetture. I dungeon non sono da meno, con viste di rara poesia accompagnate da musiche incredibilmente orecchiabili e adatte al luogo visitato. Pur consapevoli delle abilità della software house, è chiaro come la mano degli artisti nipponici del leggendario studio sia stata più pesante delle aspettative, visto che ogni locazione trasuda una magia che solo loro sono solitamente capaci di trasmettere. 
Grandiosa la mappa del mondo, che qui riappare in una rinnovata veste tridimensionale con nemici visibili ed eventualmente evitabili. Navigarla a piedi o in barca sarà senza dubbio piacevole, ma una volta ottenuto un drago con cui visitarla in lungo e in largo senza limitazioni sarà difficile non restare stregati dalla sua bellezza. In chiusura, applausi per l’eccezionale lavoro di localizzazione. Il gioco non è doppiato in italiano, ma i traduttori hanno svolto un lavoro titanico per riportare ogni dialogo nella nostra lingua. Pensate che persino il bellissimo Abbecedabra, un manuale magico ove sono riportati tutti i famigli e gli incantesimi dell’opera oltre a svariate altre informazioni, è stato tradotto in toto con una cura maniacale. Se siete tra coloro che ritengono una stonatura la parlata in romanaccio stretto di Lucciconio, considerate che sia lui che le fate parlano con il dialetto del Kansai nella versione giapponese, e hanno una forte cadenza scozzese nel doppiaggio inglese, pertanto si tratta di una scelta più che sensata in sede di traduzione (nonostante sia necessario ammettere che in alcune cutscene non risulta facile leggere rapidamente le parole del signore delle fate). 
Ah, se siete preoccupati per la longevità, tenete conto che è improbabile completare la campagna principale in meno di trenta/trentacinque ore, anche correndo come dannati, e che il tempo passato ingame può aumentare esponenzialmente a seconda di quanto verrete catturati dal suo mondo. Noi vi abbiamo avvertito, informate i parenti stretti che non li vedrete per un bel po’.

– Splendido

– Longevità impressionante e lodevole varietà di situazioni da affrontare

– Sistema di gioco estremamente profondo e ben congegnato

– Livello di sfida elevato e scelte di game design classiche azzeccate

– L’I.A. dei compagni è poco personalizzabile e piuttosto inaffidabile

– Le quest secondarie legate ai pezzi di cuore sono alquanto ripetitive

– Il combat system ci mette un po’ a carburare

9.5

Ni No Kuni è una gloriosa prova di forza dei jrpg. I Level 5 hanno preso in prestito numerose caratteristiche dai sistemi di alcuni tra i più raffinati esponenti del genere e le hanno fuse in un titolo straordinario, che riesce a offrire un’esperienza immersiva e raffinatissima senza sacrificare la profondità e l’elevato livello di sfida tanto cari ai giocatori veterani, il tutto nelle meravigliose atmosfere delle opere di Studio Ghibli. Se amate i giochi di ruolo nipponici non fatevi scappare questo titolo per nessun motivo al mondo.

Voto Recensione di Ni No Kuni - La Minaccia della Strega Cinerea - Recensione


9.5

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