La tecnologia G-Sync ha risolto un problema nato agli albori della grafica 3D in una maniera davvero elegante. Tutti i normali monitor, infatti, hanno una velocità di refresh fissa, ma le schede grafiche renderizzano le immagini a una velocità variabile. Come prodotto di questo “scontro” si ha un effetto molto visibile e fastidioso: il tearing, quelle orribili linee orizzontali che spezzettano l’immagine in due o più blocchi alcune particolari situazioni. Le soluzioni a questo problema sono sempre state due: utilizzare una scheda con capacità di rendering ben al di sopra della velocità del nostro monitor e bloccare il frame rate alla velocità di refresh dello schermo o, in alternativa, attivare il V-sync, un’opzione che obbliga la scheda grafica a non renderizzare altri frame fino a quando il monitor non ha completato il suo ciclo di aggiornamento. Entrambe le soluzioni, per quanto efficaci, sono estremamente punitive: il frame rate viene limitato e si possono assistere a fastidiosi episodi di stuttering, in cui il frame rate cala vertiginosamente per qualche istante, per poi riprendere a velocità normale. Il fenomeno dello stuttering fu arginato in parte dalla tecnologia Adaptive VSync di Nvidia, ma i limiti al frame rate sono rimasti.
Così, il colosso delle schede video ha pensato di risolvere il problema a monte: anziché variare la velocità di rendering per sincronizzarla con il monitor, la tecnologia G-sync sincronizza la velocità del monitor alla velocità di rendering. In altre parole, non è la scheda video a porsi dei limiti, ma è il monitor a variare costantemente la propria frequenza di aggiornamento. Il tearing, in questo modo, scompare e il giocatore ha davanti a sé l’esperienza più fluida possibile con l’hardware a propria disposizione. Un vero e proprio uovo di Colombo che, tuttavia, è al momento supportato solo da una breve lista di produttori e a prezzi spesso poco accessibili.
AOC, azienda Taiwanese con quasi cinquant’anni di storia alle spalle, è entrata nel mercato dei monitor da gaming con tecnologia G-sync nel migliore dei modi, poponendoci un monitor dalle prestazioni eccellenti e a un prezzo sensibilmente più basso della concorrenza. Abbiamo avuto il piacere di trascorrere alcune settimane seduti di fronte a un AOC G2460PG, e ne siamo rimasti davvero soddisfatti.
Qualità eccellente
Il monitor AOC G2460PG è un pannello Full HD da 24 pollici con caratteristiche che faranno la gioia dei giocatori. Oltre al già citato supporto alla tecnologia G-sync (e al conseguente supporto ULMB, che garantisce un motion blur minimo quando il G-sync è attivo), il monitor giunge con un tempo di risposta fulmineo di appena 1ms e una velocità di refresh massima di 144Hz. Parliamo dunque di un monitor con frequenza di aggiornamento circa 2,5 volte più alta di un normale monotir PC, e dunque capace di garantire esperienze di gioco estremamente fluide. L’angolo di visione di 178/170° è molto buono, e la luminosità di 350 candele per metro quadrato è risultata perfetta in ogni situazione. Il contrasto statico, sulla carta, offre un rapporto di 1000:1; i nostri test hanno rilevato un rapporto di circa 960:1, un valore che colloca comunque lo schermo nella parte più alta della classifica fra i migliori monitor da gaming.
AOC G2460PG si presenta con una rifinitura elegante in plastica spazzolata, che sembra imitare l’allumino con efficacia. Le decalcomanie verdi, a richiamare i colori di Nvidia, completano il tutto con un tocco che contrasta il grigio scuro della scocca. La dotazione hardware prevede un unico ingresso Display Port, che esclude la possibilità di collegare il monitor via HDMI o attraverso un ingresso analogico. Il cavo Display Port, fortunatamente, è incluso nella confezione. Tale scelta è dovuta sia alla presenza del supporto G-sync – al momento funzionante solo via Display Port – che al mercato a cui si rivolge questo monitor. Completano l’offerta due porte USB 3.0, da alimentare tramite un cavo USB da collegare al PC, anch’esso incluso nella confezione. Interessante, infine, la possibilità di ruotare il monitor di 90 gradi dal supporto regolabile in altezza, utile per chi intende creare una configurazione surround senza occupare troppo spazio e con un buon angolo di visione verticale.
Ottimo in gioco (e in tasca)
Una volta in gioco, come prevedibile, AOC G2460PG offre dei risultati straordinari. La risposta fulminea, l’elevata frequenza di aggiornamento e il supporto alla tecnologia G-sync formano una triade perfetta che ci ha garantito alcune ore estremamente entusiasmanti. Per ovvie ragioni, tale monitor dà il meglio di sé se affiancato a una scheda grafica all’altezza: la nostra Nvidia GTX 980 si è rivelata una compagna perfetta, sebbene il monitor non sia mai stato realmente spremuto al massimo con i giochi di ultimissima generazione. In altre parole, questo è un monitor fatto per durare ma che richiede un hardware al passo coi tempi per poter essere sfruttato al massimo delle proprie potenzialità. Va detto che se state immaginando un’idilliaco scenario in cui lo stuttering viene eliminato completamente, vi state sbagliando: il G-sync riduce il problema in maniera vistosa, ma ci è capitato di avere a che fare con episodi di stuttering in giochi paritcolarmente “problematici”. In breve: con questo monitor potete ottenere il meglio raggiungibile con le tecnologie attuali, ma per la perfezione totale – con ogni probabilità – ci vorrà ancora qualche anno.
La più grande sorpresa, però, è giunta quando abbiamo cercato di acquistare un AOC G2460PG: il monitor si può trovare in commercio a prezzi inferiori ai 420 euro, un prezzo almeno un 40% più basso del monitor Asus PG278Q (che, tuttavia, offre una risoluzione di 2560×1440 e l’opzione 3D). Il rapporto prezzo/prestazioni del G2460PG è dunque eccellente, e siamo rimasti davvero sorpresi nel trovare un monitor con queste caratteristiche al di sotto dei 450 euro. La tecnolgia Nvidia G-sync è relativamente poco diffusa e piuttosto cara, ma le prestazioni che offre sono sbalorditive: se siete determinati a provare questa esperienza, questo monitor potrebbe rappresentare la vostra prima porta d’ingresso.
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