In un novembre densissimo di uscite, in cui si sono svuotati migliaia di portafogli e sono state consumate centinaia di migliaia di ore di gioco tra i nostri lettori, abbiamo faticato a scegliere quattro titoli soli, e difatti ci arroghiamo il diritto di “riutilizzare” alcuni di quelli rimasti fuori in vista di un dicembre assai meno prospero dal punto di vista delle uscite.
E adesso, come sempre, partiamo!
Come potevamo non cominciare il mese con sua enormità Skyrim? La versione per Nintendo Switch si è fatta attendere qualche mese in più di quanto preventivato, ma il severo test della nostra recensione ha sentenziato che è valsa la pena aspettare.
Pur limitato a livello tecnico, posizionato nella terra di mezzo tra l’attuale generazione di console e quella scorsa, Skyrim per Switch ha il non indifferente pregio della portabilità, che rende lo smisurato gioco di ruolo di Bethesda un inseparabile compagno di viaggio per tutti coloro che amano il fantasy e non disdegnano gite fuori porta e pause pranzo particolarmente proficue.
A ben vedere, l’aggiunta di controlli motion non è incisiva quanto avrebbe potuto, e il prezzo di lancio, considerati i sei anni intercorsi dal debutto sul mercato, appare un po’ alto, ma, d’altro canto, il pacchetto comprende tutti i contenuti aggiuntivi post lancio, che vanno a formare un mosaico di contenuti sconfinato, con un risultato finale strabiliante, ben maggiore della semplice somma delle sue parti.
Se non avete mai vestito i panni del Dovahkiin l’acquisto è obbligato; viceversa, se avete già speso centinaia di ore tra le lande di Skyrim, questa versione potrebbe darvi un pretesto per creare un nuovo personaggio e tuffarvi nuovamente nel mondo creato da Bethesda.
Pur privi della scintilla dell’originalità, con un riciclo piuttosto abbondante di contenuti dal capitolo uscito dodici mesi or sono, Pokemon Ultrasole e Pokemon Ultraluna si sono disimpegnati più che egregiamente nello scomodo ruolo di episodio di chiusura di un’epoca, visto che hanno rappresentato l’ultimo episodio per 3DS e, magari, anche l’ultimo per una console esclusivamente portatile della grande N.
Con l’episodio per Switch in lavorazione da diversi mesi, atteso sul mercato per l’anno prossimo, c’era il rischio concreto di incappare in prodotti deboli, raffazzonati, che non tenessero fede al livello qualitativo cui Game Freak ci ha abituato.
E invece, grazie ad un post game particolarmente ricco, massicce dosi di fan service ed una serie di piccoli aggiustamenti al già rifinito gameplay, l’ultimo episodio dedicato ai mostriciattoli collezionabili si è rivelato un prodotto solido, longevo, particolarmente indicato per i fan di vecchia data del franchise, che vi ritroveranno tantissime facce note.
Solo, non aspettatevi qualcosa di totalmente nuovo: se avete spolpato fino all’osso Sole e Luna, potreste voler considerare un calo di prezzo (o farvelo regalare a Natale!).
Altro giro, altro titolo Bethesda, altro porting da console concorrenti di un titolo molto ben accolto ma non recentissimo: Doom su Switch è la sublimazione del compromesso, la testimonianza tangibile che, a volersi impegnare, è possibile realizzare conversioni apparentemente molto complicate anche sulla console ibrida di casa Nintendo.
Al prezzo di un framerate non sempre impeccabile e di una risoluzione lontana parente di quella vista su PS4, il frenetico sparatutto in prima persona di ID Software riesce a fare la sua porca figura anche su Switch, assurgendo al titolo di miglior FPS portatile di tutti i tempi e salvaguardando tutto ciò che lo aveva reso uno dei migliori titoli d’azione del 2016.
I fanatici del polygon count e coloro che considerano digital foundry una bibbia farebbero bene a tenersene alla larga, eppure i compromessi tecnici risultano accettabili a fronte di una rapidità e di una giocabilità non intaccate dal passaggio sulla piattaforma della casa di Kyoto.
Se l’impiegato delle poste dell’ufficio in cui vi recate abitualmente fosse tremendamente lento (o l’ufficio particolarmente affollato), potreste aver trovato un nuovo modo per ammazzare il tempo: sbudellare demoni come non ci fosse un domani.
Nonostante il franchise denunci il bisogno di un’iniezione di nuove idee, giunto al settimo episodio complessivo (di cui cinque regolari), Etrian Odyssey V mantiene gli alti standard qualitativi cui la serie ci ha abituato, ponendo l’attenzione sul gameplay puro e sulle infinite possibilità di personalizzazione in mano al giocatore.
Gli ingredienti sono gli stessi che hanno consentito alla serie di varcare i confini del Giappone e di guadagnarsi un seguito anche in occidente: longevità alle stelle, livello di difficoltà proibitivo ma raramente ingiusto, una colonna sonora che rimane scolpita nella mente e la possibilità di lavorare di pennino e disegnarsi da soli le mappe degli enormi labirinti che si sarà chiamati ad esplorare.
Se siete alla ricerca di quanto più vicino esista oggi in ambito videoludico alle serate passate in compagnia di amici con D&D, allora non vi resta altro che impugnare il vostro 3DS e recarvi dal negoziante di fiducia (o sullo shop digitale della piccola di casa Nintendo, s’intende).
Anche novembre, come il mese che l’ha preceduto, si è rivelato pregno di uscite di grande spessore, che avranno riempito le liste dei desideri di tutti i nostri lettori: Switch, ovviamente, ha fatto la parte del leone, ma anche 3DS proprio non sembra volerne sapere di ritirarsi di buon ordine. Peccato solo per PlaystationVita.
Skyrim e Doom sono due tra i titoli multipiattaforma più giocati ed apprezzati negli ultimi anni, e la scelta di Bethesda di portarli entrambi su Switch, peraltro con due conversioni più che dignitose, la dice lunga sulle potenzialità della console ibrida di Nintendo e sulla fiducia delle terze parti nei suoi confronti.
Pokemon Ultrasole/Ultraluna si commentano da soli: ogni capitolo alza l’asticella del fan service e della quantità di contenuti, per la gioia di fan grandi e piccini, che potranno godersi un’ultima avventura piena di facce note ed indimenticabili amici.
Chiude il cerchio Etrian Odyssey V, titolo che, pur incapace di attrarre i favori delle masse, riesce, di capitolo in capitolo, ad offrire un riuscitissimo mix di gioco di ruolo vecchio stampo ed esplorazione, ingraziandosi la fascia di giocatori più navigati e nostalgici.