I rumor parlavano chiaro: dopo la prova con Cardboard, e l’arrivo sul mercato della realtà virtuale di colossi come Samsung, HTC, Valve e Sony, Google non poteva rimanere nell’ombra. Nel corso del recente evento Google I/O, la casa di Mountain View ha quindi fatto il punto sui suoi piani dedicati alla realtà virtuale, svelando la piattaforma Google Daydream, tutta dedicata al mondo Android. Vediamo quali saranno le sue caratteristiche.
Un mondo virtuale a portata di Android
Facciamo subito una precisazione: l’intenzione di Google, con il progetto Daydream, non è certo quella di andare contro progetti come Oculus Rift e HTC Vive, quanto invece quella di offrire un’alternativa a Samsung Gear VR. Non immaginate quindi l’headset come quello dei due colossi che stanno cercando di conquistare la realtà virtuale, ma come un’apparecchiatura indossabile, possibilmente confortevole, dentro alla quale dovrà essere alloggiato uno smartphone. In merito, la casa di Mountain View ha già fatto sapere che, nonostante il prototipo mostrato nell’immagine qui sopra, arriveranno differenti esemplari di visore Daydream, realizzati sia dalla stessa Google, sia da terze parti. Ciò che conta, hanno precisato, è che rappresentino un passo in avanti significativo rispetto a Cardboard.
Attenzione, però, perché se pensavate di potervi godere Daydream sul vostro nuovo smartphone top di gamma appena acquistato, non sarà così: la realtà virtuale di Google sarà infatti prerogativa del nuovo Android-N, e di tutta una nuova generazione di terminali che dovrebbero cominciare a debuttare a partire dal prossimo autunno. Le compagnie che hanno già confermato il loro interesse alla produzione di smartphone “Daydream ready”, come saranno indicati, sono diverse: si va da Samsung ad HTC, passando da Xiaomi, ZTE, Huawei, LG, Asus e Alcatel. Ognuno dei loro terminali a supporto della realtà virtuale godrà di una “VR Mode”, che consentirà di ottimizzare le prestazioni dell’hardware—ovviamente più potente di quelli attualmente sul mercato—per avere un’esperienza godibile. Sarà infatti fondamentale garantire una latenza minima agli utenti, ma anche un frame rate minimo stabile di 60 fps e, particolare da non sottovalutare, display in grado di evitare sfocature e perdita di qualità dell’immagine anche se guardati da pochi centimetri di distanza.
L’esperienza offerta da Daydream, quindi, passa per due elementi fondamentali: i diversi headset che arriveranno e gli smartphone che supporteranno il salto nella realtà virtuale. Ce n’è però un terzo, particolarmente importante, e che sarà alla base dell’interazione con il mondo di Daydream: il controller.
Un controller piccolo piccolo ma fondamentale
Per interagire con giochi, applicazioni, mondi virtuali e utility di qualsiasi sorta, i visori Daydream saranno sempre affiancati da un controller, che come descritto da Google sarà come una sorta di piccolo telecomando, rigorosamente tascabile. Il piccolo accessorio sarà in grido di identificare i suoi spostamenti in verticale e orizzontale, oltre che la direzione di puntamento, grazie al giroscopio, l’accelerometro e il magnetometro che saranno installati. In aggiunta, per consentirvi di interagire, sarà presente un grosso tasto circolare, che sarà in realtà un trackpad: tramite quest’ultimo potrete navigare nelle schermate e selezionare i contenuti ai quali volete accedere. Tra le altre cose, sarà anche presente un tasto “app”, che vi consentirà di interagire con specifici aspetti dell’applicazione lanciata: potrete, ad esempio, richiamare il menù o mostrare dei tool. Con lui, anche un immancabile tasto home, che consentirà di chiudere l’applicazione e tornare alla schermata iniziale. In aggiunta, il telecomando ospiterà anche—su uno dei due lati—i tasti volume, che vi consentiranno di gestire l’audio della vostra esperienza.
Tutti i dati che saranno raccolti dal controller, che varierà in forma e design in base alle singole aziende che produrranno i diversi esemplari di headset, saranno inviati proprio a quest’ultimo mediante Wi-Fi e Bluetooth.
Google punta decisamente forte sulla presenza di un controller per i suoi Daydream, al punto che ha messo da subito le cose in chiaro: in caso non si avesse a disposizione il controller, infatti, non sarebbe nemmeno possibile accedere alla diverse applicazioni disponibili nella schermata iniziale dell’esperienza VR—della quale andiamo ora a scoprire i dettagli.
Feels like home
Fatto il punto su headset, smartphone e controller, Google ha sottolineato che tutti i diversi hardware vanno a convergere in un’applicazione che potrà girare sui terminali Daydream Ready, che si chiamerà, in modo forse poco originale, Daydream Home. Questa schermata mostrerà scenari naturali, con uno stile grafico che ricorda quello di The Witness, dove potremo muoverci tra diverse caselle per selezionare l’applicazione alla quale vogliamo accedere. Sono già state annunciate le versioni in realtà virtuale di app popolari come YouTube, all’interno della quale potrete ovviamente vedere sopratutto i video in 360° (ma anche gli altri, in caso lo voleste). Potrete anche cercare i vostri video preferiti con la vostra voce, o accedere a delle playlist stilate esclusivamente per gli utenti Daydream.
Tra le altre, sono state già confermate anche Netflix e prodotti firmati dai giganti dei videogiochi Ubisoft e Electronic Arts. Tra le altre app di Google in arrivo, invece, si segnalano Play Video, Street View e ovviamente Play Store, dove troverete ulteriori app da scaricare sul vostro smartphone. L’interfaccia del negozio digitale è stata ovviamente rivista, ed avrà un design minimale, con i particolari sull’app che saranno mostrati solo in caso l’utente intenda cliccarci mediante il controller.
Thanks to VentureBeat.
Nel corso dell’evento I/O, il colosso di Mountain View ha mostrato alcuni esempi di app, per l’intrattenimento e non, che potremo utilizzare sul nostro Daydream: si va da quella in cui si suona la batteria a quella in cui si gareggia mettendo in campo la propria velocità di digitazione su una tastiera virtuale, arrivando ad una cucina virtuale nella quale destreggiarsi e ad una serena giornata di pesca virtuale. Se all’intrattenimento preferite le ultility, Google ha anche mostrato diversi esempi più pratici: potrete, ad esempio, visualizzare dati in tre dimensioni (un esempio è quello dei risultati elettorali in USA, Stato per Stato), o magari imparare una nuova lingua esercitandovi con il vostro docente virtuale. O ancora, per i più timidi che devono un po’ sconfiggere l’ansia, potrete provare il vostro discorso davanti a centinaia di persone all’interno di un’aula: per quanto virtuali siano, l’intento è quello di farvi prendere confidenza con la situazione e farvi imparare a destreggiarvi e padroneggiarla.
Google promette che arriveranno applicazioni numerose e per gli scopi più diversi, che potranno rendere appetibile l’esperienza offerta con Daydream. Ne sapremo sicuramente di più, però, solo nei mesi che ci separano dal lancio degli headset.
Daydream dovrebbe fare il suo debutto nel corso del prossimo autunno, quindi ci aspettiamo che Google diffonda ulteriori dettagli su visori, smartphone, app e Android-N prima del periodo prefissato. L’evoluzione del progetto Cardboard, con l’avvento e la crescita di popolarità della realtà virtuale, era prevedibile, e vediamo quale sarà la risposta del pubblico davanti alla proposta di Google—anche a fronte del prezzo di headset e controller, ancora misterioso. Vedremo anche quante saranno le app realizzate per gli smartphon Daydream Ready, così da capire quanto il progetto vorrà concentrarsi sul gaming e sull’intrattenimento e quanto, invece, sulle utility e gli utilizzi professionali.
Rimanete con noi per le future novità in arrivo.