Arrivato al principio del weekend con quasi 50GB sulle spalle di download, siamo riusciti nelle prime ore di gioco a scalfire la superficie di Ghost Recon Wildlands che, a conti fatti, ci è parso un gioco vasto e variegato, necessitante di ben più tempo per essere approfondito a dovere, sia in singolo ma soprattutto in cooperativa. Non volendo dunque tuffarci in considerazioni definitive troppo affrettate per un gioco di questa portata, ci affideremo al format della Recensione in Corso per darvi le nostre prime, generali, impressioni.
L’arte dell’essere letali
Ghost Recon Wildlands ci catapulta in una Bolivia avversa, costantemente afflitta da una guerriglia tra il cartello Santa Blanca, le omertose forze dell’ordine, i ribelli e noi, soldati fantasma con il solo compito di sovvertire questo regime semi-dittatoriale.
Le fazioni sono fin da subito chiare, i rapporti pure. Le strade non sono posti sicuri e l’appartenenza a una di queste realtà è una lotta continua per la sopravvivenza. Essere decisivi sarà il paradigma di tutta l’avventura, silenziosi quando necessario, ma sempre letali in costante lotta contro El Sueno, punta estrema della piramide criminale sotto cui tutto il narcotraffico boliviano ha luogo. Per arrivare in cima sarà necessario trovare tutti i luogotenenti del cartello e, uccidendoli, sgretolare così l’edificio a partire proprio dalle sue fondamenta. Un pretesto più che interessante per giustificare le scorrazzate per il mondo di gioco, enorme e ricco di qualsiasi tipo di attività, ma che, per quanto costantemente presente tramite molteplici espedienti narrativi (radio, dossier e cutscenes), non sembra voler decollare oltre all’essere sfondo delle nostre vicende. L’altra faccia della medaglia, però, è che ciò lascia molta più libertà nel perdersi per la mappa in assalti e incursioni, rendendo l’azione il vero fulcro del gioco. In ogni momento è possibile intraprendere qualunque tipo di missione senza “attivarla”, ma semplicemente dirigendosi verso il posto indicato e seguendo quanto visibile a schermo, sia essa primaria o secondaria.
Delle prime ce ne sono due tipi, uno basato sul recupero dell’intel necessaria per trovare la locazione delle missioni, mentre il secondo basato sulla parte esecutiva delle stesse, che possono variare dall’eliminare un convoglio, all’interrogare un criminale per darci dettagli aggiuntivi sul cartello. Queste, in particolare, ci porteranno ad avvicinarci pian piano agli scagnozzi di El Sueno, facendoci così progredire nella nostra scalata.
Le secondarie, invece, possono essere ancora più variegate, con diversi tipi di missioni contestuali o itineranti per la mappa, mentre altre utili per recuperare in alcuni edifici particolari informazioni sulla locazione di determinate risorse. In generale comunque, che sia un assalto armato o un’incursione letale, in tutte ci sarà da farsi largo tra le fila nemiche fino all’obiettivo.
L’altro punto di forza di Ghost Recon Wildlands è, difatti, la vastità del mondo gioco e le ore di divertimento garantite per tutti coloro che troveranno interesse nelle sue dinamiche, sperando ovviamente che l’eccessiva quantità non faccia sfociare tutto ciò in un’eventuale sensazione di noia.
Il primo approccio al gameplay
La prima cosa che ci viene chiesta di fare, una volta lanciato Ghost Recon Wildlands, è creare il nostro alter ego virtuale. La natura online del titolo dà il là a una personalizzazione sufficientemente profonda che ci renderà unici fra il pubblico dei videogiocatori. Il gioco nelle fasi iniziali, privo delle dinamiche introdotte dai bonus alle abilità o dai perks particolarmente vantaggiosi che vedremo nel dettaglio una volta arrivati al completamento dell’avventura, si fa ampiamente giocare. Lo shooting regala un buon feeling, anche se ci vuole un attimo per adattarsi al continuo passaggio della mira alla prima persona. L’azione poi dovrà essere sempre preceduta da un opportuno scouting della zona. Marchiare i nemici non solo ci porta ad averli sempre segnalati sulla mappa, ma anche a farli vedere ai nostri compagni di squadra per organizzare opportune tattiche di avanzamento. Spesso servirà sincronizzarsi per l’eliminazione delle guardie per riuscire a superare i pattugliamenti più serrati.
L’intelligenza artificiale dei nemici in modalità normale non è particolarmente brillante, ma la difficoltà complessiva non è bassa in quanto viene bilanciata dal numero degli avversari e dei rinforzi una volta ingaggiato il fuoco e dalla loro potenza d’attacco. Più volte ci siamo trovati a morire per un piccolo errore in fase di avanzamento, venendo così soverchiati dalle forze nemiche. Il sistema di guida sembra più che buono soprattutto a bordo dei mezzi di terra, mentre gli elicotteri ogni tanto tendono a scappare di mano.
Fin da subito è palese che il gioco sia stato pensato principalmente per il gioco cooperativo ed esso si dimostra estremamente valido proprio quando siamo portati a combinare i nostri sforzi per riuscire a scardinare le difese nemiche durante un assalto. Qualora giocassimo in singolo, verremmo sostenuti da tre NPC, che ci accompagneranno nell’avventura sino alla comparsa di un amico nella nostra partita, ma l’esperienza non riesce in ogni caso a eguagliare quella di un team ben assortito.
Uno sguardo alla tecnica
Sul versante tecnico, il gioco è purtroppo ancora un po’ problematico, con la vastità dell’open-world che lascia spazio a bug di vario tipo, alcuni anche esilaranti, e a un matchmaking non sempre perfetto su ps4. Quando funziona, però, il sistema di ingresso e uscita dalle partite è totalmente seamless ed estremamente fluido.
Le montagne boliviane hanno una discreta resa grafica di cui apprezziamo più la ricchezza del mondo di gioco, con avamposti molto frequenti e un’abbondante vegetazione, piuttosto che il mero dettaglio grafico.
In questa fase iniziale siamo stati accompagnati da una colonna sonora efficace, guidata dal ritmo della radio locale, come il buon vecchio Far Cry 4 insegna, che alterna canzoncine boliviane a discorsi retorici di El Sueno, ottimamente doppiato in italiano dall’immancabile Luca Ward.
– Mondo di gioco enorme
– Ricco di attività a ogni angolo della strada
– Resa della guerriglia di strada efficace
– Coinvolgente in coop
– La narrativa rischia di passare in secondo piano
– Qualche bug di troppo
– Intelligenza artificiale mediocre
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Sebbene questo sia solo un primo sguardo a Ghost Recon Wildlands, su cui vogliamo certamente dedicare più tempo per riuscire ad approfondirlo per bene, siamo stati in grado di carpire un buon numero di informazioni per darvi un quadro, perlomeno generale, di quella che è l’offerta ludica del titolo. Tra gli argomenti che abbiamo tralasciato in questa recensione in corso segnaliamo la dinamica di crescita del personaggio e di potenziamento dell’arsenale, nonchè un discorso più organico sulla qualità definitiva della narrativa e della longevità del titolo.
Il gioco, comunque, nonostante un lato tecnico ancora ballerino può vantare una quantità di contenuti enorme e dà il meglio di sè nelle partite giocate in cooperativa. Tornate sulle nostre pagine nei prossimi giorni per saperne di più.