Recensione

Ghost Blade

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a cura di LoreSka

Informazioni sul prodotto

Immagine di Ghost Blade
Ghost Blade
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH , DC , WIUU
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 17 settembre 2015 - 8 marzo (PC) - Disponibile (PS4, Xbox One, Wii U) - Ottobre 2019 Switch

Incredibile ma vero, addì 25 novembre 2015 siamo qui per parlare di un gioco Dreamcast. Perché, nonostante la vecchia macchina a marchio Sega sia ricordata come una delle console dalla vita più breve della storia – uscita di produzione ad appena due anni di distanza dal lancio – è in realtà una sorta di zombie o, se preferiamo, un mostro di Frankenstein tenuto in vita dall’energia e dalla creatività di una serie di piccoli sviluppatori che continuano a realizzare e pubblicare giochi per questa piattaforma.
Si tratta di un caso unico, e se amate questo medium non potete fare altro che ridacchiare di gioia come una scolaretta di fronte a un poster degli One Direction.
Così, addì 25 novembre 2015, parliamo di Ghost Blade, bullett hell a scorrimento verticale che, curiosamente, si presenta con un livello di difficoltà molto meno “giapponese” di quanto ci aspettassimo. Ma procediamo con ordine.
Per la gloria o per la forza?
Il gioco ci propone una selezione di tre navi (associate a tre, ipersessualizzate eroine) che, in piena tradizione, incarnano tre diversi pattern dell’arma primaria. L’elemento originale si riscontra nella presenza dei bonus rilasciati dai nemici distrutti, che variano a seconda del tipo di attacco compiuto. Il tasto A, infatti, consente di colpire i nemici con una potenza di fuoco ridotta che viene sparso su porzioni più ampie dello schermo, mentre il tasto X concentra il fuoco e consente di massimizzare i danni, al costo di una velocità di movimento della navicella sensibilmente ridotto. 
Il fatto è che solo il tasto A vi consentirà di fare punti: i nemici colpiti con X, infatti, droppano delle sfere luminose che caricano una barra, la quale dà accesso a un attacco speciale una volta piena. I nemici colpiti con A, al contrario, rilasciano delle stelline che, se raccolte, aumentano il punteggio. Il giocatore è dunque chiamato ad alternare i due tipi di attacco per potenziarsi o fare punti, e si è costretti a saper dosare le proprie energie al fine di non soccombere nelle fasi più avanzate del gioco. A monte di tutto ciò vi è poi un sistema di combo, che aumenta il valore di ciascuna stellina raccolta. Poiché certi nemici sono troppo coriacei per essere abbattuti dal solo attacco A, il giocatore è virtualmente costretto a fare uso dell’attacco X per non spezzare la combo, e dunque a rinunciare a qualche stellina per mantenere il bonus moltiplicatore. Il sistema, come capirete, è tanto semplice quanto profondo, e aggiunge un pizzico di varietà a una meccanica trita e ritrita come quella dei bullett hell.
Un bullet hell meno infernale del previsto
Un aspetto che ci ha sorpresi in Ghost Blade si riscontra nella difficoltà. Parliamoci chiaro: Ghost Blade non è un gioco “facile”, ma è certamente più facile della maggior parte dei bullet hell con cui ci siamo cimentati negli ultimi anni. Sembra infatti che, nell’ultimo periodo, gli sviluppatori di questo indibimenticabile genere abbiano preso alla lettera la parola “hell” ponendo il giocatore in un vero e proprio inferno di proiettili che richiede riflessi fulminei, tanta pazienza e – presumibilmente – la presenza di antenati o parenti stretti nati in Giappone. Questo vale anche per i prodotti sviluppati in occidente, e dunque il caso di Ghost Blade – sviluppato in Germania – è comunque da considerarsi molto particolare.
I primi livelli, in ogni caso, fungono da tutorial e ci introducono alle particolari meccaniche di gioco, per poi scatenarsi in una difficoltà più elevata nel corso dei livelli successivi. Vi sono due diversi livelli di difficoltà da scegliere, e in generale il gioco – per quanto accessibile – saprà mettervi in difficoltà in alcuni frangenti. Va anche detto che parte della difficoltà è dovuta a una sfortunata scelta nel background di alcuni stage, che “impastano” i colori rendendo più difficile del previsto la schivata dei proiettili nemici, e in generale il livello di concentrazione richiesto al giocatore si mantiene costantemente elevato.
La grafica del 2001, nel 2015
Come prevedibile, il gioco offre una grafica piuttosto datata. C’è un certo fascino nel giocare un titolo realizzato con un hardware vecchio di tre lustri, un fascino che tuttavia è in parte rovinato dalla proliferazione contemporanea di titoli con grafica retro, che toglie quell’effetto meraviglia derivante da vedere un titolo girare in bassa risoluzione. Gli schermi piatti di oggi, inoltre, non aiutano e finiscono per creare una patina sfocata che, certamente, rovina l’effetto pixel del gioco. Se avete un vecchio televisore CRT, questo è il momento di recuperarlo. In caso contrario, esistono in commercio dei convertitori che generano le scanline su di uno schermo piatto, e che vi consigliamo di acquistare se il retrogaming è una delle vostre passioni.

– Alcune meccaniche originali

– L’intera operazione ha un fascino incredibile

– Livello di difficoltà più morigerato del solito

– Gli schermi di oggi non rendono giustizia al gioco

– Ci sono parecchi titoli contemporanei molto simili

8.0

Ghost Blade è un bullet hell con meccaniche semplici ma piuttosto originali, che ha saputo divertirci e ci ha consentito di fare tornare alla mente tanti bei ricordi. Rispolverare la Dreamcast ha un suo fascino, e se avete ancora il vecchio hardware sappiate che casi come questo dimostrano che ci sono dei buoni motivi per non rinchiuderlo in una polverosa cantina. Se volete farvi un tuffo nel passato, dateci un’occhiata: non ve ne pentirete.

Voto Recensione di Ghost Blade - Recensione


8

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