Fuori dai Denti - Final Fantasy VII a puntate

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

La connivenza di certi utenti sa essere anche peggiore delle inaccettabili manovre commerciali dei produttori. È parte di un sistema dove le operazioni controverse e sconvenienti per gli acquirenti proliferano e vengono tacitamente accettate, come se fossero qualcosa da subire inermi e con profonda amarezza. Eppure dovrebbero bastare le dichiarazioni di Kitase a far capire chiaramente quanto la giustificazione addotta per la suddivisione in episodi del remake di Final Fantasy VII sia talmente debole da non essere minimamente credibile. Le sue sono le parole di chi cerca comprensione, frasi che attecchiscono su chi nel corso degli anni gli ha sempre dato fiducia. Fiducia che mai come adesso, di fronte all’evidenza, dovrebbe essere rimessa in discussione. E invece si innalzano perentorie le barricate della difesa a tutti i costi, si fa quadrato a protezione di una tendenza che si è intrufolata pericolosamente nel tessuto del mercato; si dice che in fondo può anche andare bene, se il prodotto in fin dei conti sarà buono almeno la metà di quanto ci si aspetta. 
Poco alla volta
Non sappiamo se tutto andrà liscio, né se Final Fantasy VII Remake sarà effettivamente all’altezza delle enormi aspettative che lo circondano; sappiamo però che Square Enix sta sbagliando qualcosa già da adesso, tirando un po’ troppo la corda con un’utenza che comincia a comprendere meglio quanto certe dichiarazioni appaiano poco convincenti da qualunque punto di vista le si osservi. Final Fantasy VII Remake verrà distribuito a episodi, difficilmente a prezzi abbordabili, e questo non è un mistero nemmeno per chi ancora si aggrappa all’illusione che le cose possano andare diversamente. Final Fantasy VII è il capitolo più popolare della saga di Square Enix, è un pezzo di storia del videogioco, un simbolo, un’istituzione, un ricordo indelebile e ancora molto vivido. E questo remake è una potenziale bomba a orologeria che potrebbe esplodere d’improvviso, se se ne alterano certi equilibri. Square Enix sa bene qual è il valore del gioco, e sa bene quanto può fruttare il suo rifacimento, specialmente se diviso in più episodi. La loro somma non darà mai come risultato il costo di un gioco singolo, ed è esattamente per questo motivo che la community dovrebbe insorgere e indignarsi. 
Produrre un adeguato remake in HD di Final Fantasy VII che riesca a mantenere la stessa sensazione di densità dell’originale significa realizzare una mole di contenuti non inseribile in un’unica soluzione“, dice Kitase. In sostanza ci viene detto che nel lontano 1997, ossia quasi vent’anni fa, spalmare un gioco su tre CD era possibile, mentre adesso, nell’era dei Blu-Ray a doppio strato e del Cloud, no. Ci viene detto – e vi prego di cogliere l’ironia – che Final Fantasy 7 Remake è il gioco più grande della storia, impossibile da inserire per esempio su quattro blu-ray dalla capienza complessiva di circa duecento GB. Duecento. Ossia più di cinque copie di Fallout 4 messe assieme.
Avendo davanti agli occhi l’evidenza dei fatti, risulta piuttosto complicato credere che ci sia della buona fede in queste dichiarazioni. Ciò che si palesa in modo evidente è, al contrario, la voglia di ricavare da questa operazione ben più di quanto si possa fare con un singolo gioco. E fin quando l’utenza sborserà volentieri cifre gonfiate per quello che è a conti fatti un solo gioco e non una serie, il produttore si sentirà legittimato ad agire come più gli aggrada. 
“Vintage o new old?” 
Abbiamo visto tutti i commenti e le reazioni circa la notizia che il remake di Final Fantasy VII sarà diviso in più parti. Se avessimo cercato di inserire ogni cosa dal capitolo originale in una sola soluzione avremmo dovuto tagliare varie parti e creare una versione condensata di Final Fantasy VII. Sappiamo che nessuno di voi vuole questo“, continua poi Kitase. Ma è ovviamente una bugia posticcia che sottende una minaccia. È ovvio che nessuno voglia questo, tanto quanto è evidente che c’è dietro una strategia di mercato ben precisa, che esula dai tagli e dal ridimensionamento del progetto.
Yoshinori Kitase conclude dicendo: “Spero che spiegando un po’ di più le nostre decisioni in materia di design possiate apprezzare la dimensione del progetto e ciò che abbiamo in mente per questo remake, cioè andare oltre la grandezza e la profondità del mondo di gioco, della narrativa e del gameplay per realizzare qualcosa che possa essere ancora familiare ma al contempo nuovo“. 
In sostanza, si vorrebbe giustificare la scelta spiegando che lo sforzo produttivo è talmente fuori parametro da meritare una cifra di vendita complessiva superiore a quella che il mercato ha stabilito per un gioco, passando attraverso la scappatoia del frazionamento del progetto. Non è certamente la prima volta che un videogioco viene tagliato in più parti, ma in questo caso particolare si crea un precedente pericoloso, dove persino un remake può avere il diritto di “valere” più del previsto. Una volta accettato tutto ciò, siete consapevoli che il passo verso la normalità di queste operazioni è davvero breve? Riuscite a immaginare una tendenza simile diventare la realtà giornaliera contro cui dovrete scontrarvi? Vorremmo davvero credere all’infinita bontà di questo progetto, alla volontà di espandere il concept originale fino a trasformarlo in qualcosa di unico e speciale; lo vorremmo sul serio, ma non a queste condizioni. Considerando che a questo punto è davvero troppo chiedere la massima trasparenza da parte di un’azienda che deve puntare a massimizzare i profitti senza guardare in faccia nessuno, la richiesta è quantomeno quella di apparire credibili quando ci si arrischia a fare dichiarazioni ufficiali.

Per vendere Final Fantasy VII Remake in un’unica soluzione non ci vuole una tecnologia avveniristica che al momento nessuno è in grado di sviluppare; ci vuole solo una volontà che a Square Enix manca completamente, per motivi che non sono in alcun modo legati alla presunta immensità del progetto.

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