Ecco i Dark Souls Awards 2017!

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Non ve l’aspettavate, vero? E invece, insieme ai rispettabilissimi premi dell’intera redazione di SpazioGames, gli SpazioGames Awards 2017, che sviscerano tutte le migliori produzioni dell’anno per ogni categoria, chiudiamo questo scoppiettante anno della rubrica con i Dark Souls Awards 2017, orgogliosamente voluti e pensati dal sottoscritto dopo una notte di attenta analisi e preparazione.In quella che è la prima (e probabilmente unica) edizione di questa prestigiosa kermesse, valuterò i videogiochi del 2017 con un metodo diverso da quello dei miei stimati colleghi®.Visto che da un po’, e in particolare quest’anno, se almeno una volta non viene detto “Il Dark Souls di” nei confronti di una nuova produzione sembra che manchi qualcosa, perché non indire una premiazione basata proprio su questa straordinaria modalità di valutazione dei videogiochi?Quindi, qua sotto troverete dei premi, assegnati all’interno di categorie borderline, che servono anche a riepilogare un po’ ciò che è successo in questo 2017 pieno zeppo di titoli, forse anche troppi.

Diciamo il Dark Souls delle premiazioni?

Il Dark Souls delle cose più invadenti di Star Wars – PUBGSe è difficile non essere dei fan di Guerre Stellari nello stesso anno in cui esce un nuovo film della saga di Star Wars, nel 2017 è stato ben più complicato sopportare la vista di PlayerUnknown’s Battlegrounds per chi non ne vuole sapere del fenomeno battle-royale dell’anno. Se ne è parlato tantissimo da quando il gioco è apparso su Steam, supportato dalla fauna di Twitch che l’ha fatto diventare un fenomeno ben prima della release finale, arrivata qualche giorno fa.PUBG è ben lontano dallo scomparire dalle scene, proprio come le discussioni riguardo Star Wars: Gli Ultimi Jedi.

Il Dark Souls dei tempismi pessimi – Ghost Recon: WildlandsCi sono quelle storie che sai già che finiranno male, tipo Ghost Recon: Wildlands. Perché uscire il 7 marzo, ad una settimana di distanza da Horizon: Zero Dawn e Breath of the Wild, significa andarsele a cercare.Che poi non è che Wildlands sia un brutto prodotto, tutt’altro, ma di fianco a questi due giganti degli open world, rispettivamente esclusiva più importante dell’anno di PlayStation 4 e Gioco dell’Anno per chiunque…

Il Dark Souls dei giochi che devi dire per forza che sono belli – Persona 5Persona 5 per me è strano. Mi ha affascinato fin da subito e, avendone ascoltato le lodi da mezzo mondo, sono sempre stato lì per portarmelo a casa. Ma, non avendo mai giocato un episodio della serie (mea culpa!) mi sono fatto un bel giro di opinioni tra colleghi, amici ed esperti della saga. Dalla mia breve indagine è venuto fuori che Persona 5 è: bello; brutto; per otaku; non per otaku; un gioco che te lo puoi godere a prescindere; un gioco molto pesante da digerire alle volte; un capolavoro. Insomma, non ci ho ancora capito niente, ma nel dubbio è un gioco che puoi definire capolavoro per non sbagliare, giusto per non fare brutta figura.

Il Dark Souls delle saghe che se sono finite c’è un motivo – Mass Effect: AndromedaProbabilmente uno dei casi più importanti dell’anno, Mass Effect: Andromeda è stato un rilancio della saga di Bioware non esaltante come sperato. A parte le polemiche più sterili, il vero problema di Andromeda è stata la mancanza di diventare un nuovo titolo cardine della saga, un po’ per la mancanza di carisma dei protagonisti, un po’ per una trama poco solida e coinvolgente. Un piccolo promemoria del perché, a volte, le saghe dovrebbero finire nel loro momento migliore. Che poi, mai dire mai.

Il Dark Souls delle nostalgie canaglie – Crash Bandicoot N. Sane TrilogyIl 2017 è stato anche il grande anno della nostalgia, tra un SNES Mini e una Crash Bandicoot N. Sane Trilogy. Quest’ultima, in particolare, ha generato un grande movimento socio-culturale che ha portato il titolo di Naughty Dog 1) ad essere considerato come il miglior platform di sempre per meriti più o meno conclamati e 2) a paragonare questi tre platform alla serie di Dark Souls. Un po’ per il discorso che ha portato alla generazione di questi awards, nel 2017 si è scoperto che Crash Bandicoot è difficilissimo. Ed allora tutti a dirlo sui social network, in una gara a chi ce l’ha più corto alla continua ricerca della dimostrazione della propria incapacità a giocare.

Il Dark Souls delle cose più difficili di Dark Souls – CupheadA ruota non possiamo che dare un riconoscimento a Cuphead, uno dei titoli più attesi degli ultimi anni. Questo piccolo grande indie è piaciuto a tutti, esclusi solo quelli che non sono riusciti a superare il tutorial del gioco. Anche in questo caso, giù di paragoni con Dark Souls, con la differenza che il titolo di Studio MDHR è davvero impegnativo. Possiamo dire che è il Dark Souls dei platform che vogliono essere difficili come Dark Souls.

Il Dark Souls dei grandi ritorni – Sonic ManiaA proposito di franchise che ritornano, retro-nostalgia, ed occhiolini più o meno palesi ai giocatori intorno ai 30 anni, come non premiare Sonic Mania. Il ritorno del porcospino di SEGA in 2D è stato grandioso per due motivi. In primis sembra uscito dai primi anni ’90 per estetica e gameplay. Poi, il team di sviluppo non ha giocato solo sulla nostalgia, ma ha creato tanti nuovi stage con soluzioni di level design sempre diverse. La nostalgia e le operazioni revival fatte bene, in definitiva.

Il Dark Souls degli annunci – Death StrandingDeath Stranding non uscirà probabilmente neanche su questa generazione di console, ma per una moltitudine di giocatori è già un capolavoro e apposto così grazie, me lo incarta che lo porto a casa. Abbiamo discusso abbondantemente su come Hideo Kojima stia portando avanti il suo nuovo titolo, e per tutto ciò che è successo in questo periodo, quello di Death Stranding è indiscutibilmente il Dark Souls degli annunci, perché una cosa più “hardcore” di così era difficile farla.

Inoltre, entrambi i titoli iniziano con le stesse lettere: coincidenze?

Il Dark Souls delle cose per cui essere fieri dell’Italia – Mario+Rabbids: Kingdom BattleSenza voler addentrarsi in discorsi politici e sociali, diciamo solo che spesso non è facile essere fieri dell’Italia. Per fortuna che ci sono i giochini elettronici.Mario+Rabbids: Kingdom Battle è stato un fulmine a ciel sereno per il panorama videoludico italiano, dall’annuncio fino alla comparsa di Davide Soliani all’E3 di quest’anno, incensato ufficialmente da Shigeru Miyamoto in diretta internazionale, per concludere con la calorosa accoglienza di critica e pubblico. Siamo orgogliosi di Ubisoft Milano.Il Dark Souls dei giochi che “tanto Horizon è più bello” – The Legend of Zelda: Breath of the WildCome detto poco sopra, Horizon: Zero Dawn è uscito in stretta vicinanza con Breath of the Wild. Due titoli simili ma clamorosamente diversi allo stesso tempo, in grado di veicolare due forme di open world funzionali ma opposte. Dove Horizon cuce le migliori sfumature delle migliori produzioni del genere intorno ad un mondo di gioco già iconico, il nuovo capitolo di Zelda decide di giocare proprio su un altro campo di gioco, regalando un’esperienza unica in grado di rappresentare la chiave di volta dei giochi open world.Cosa è successo? Ovviamente, i detrattori di Nintendo non ne hanno voluto sapere delle qualità oggettive del gioco, dell’importanza epocale di un titolo come questo, decretando che “sì vabbé tutto quello che volete, ma Horizon ha la grafica migliore”. E allora voglio assegnare anche io un premio, insieme ai tanti che ha ricevuto e continuerà a ricevere, a Breath of the Wild, ovvero il gioco che nell’eternità verrà considerato “il capolavoro con la grafica peggiore di Horizon: Zero Dawn”.

Con i Dark Souls Awards si chiude il 2017 della rubrica, Va(le) Pensiero. Colgo l’occasione per ringraziarvi per l’accoglienza riservata agli appuntamenti della rubrica durante l’anno. Ogni commento, positivo ma soprattutto negativo (perché chi si crede onnipotente è perduto), ricevuto sotto ai miei articoli è la dimostrazione che è possibile parlare di videogiochi in modo trasversale, diverso rispetto alle solite argomentazioni che si vedono in giro.

Mentre preparo già la lista dei temi con i quali vi stuzzicherò nei prossimi mesi, vi auguro un sereno 2018.

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