“Se c’è un un merito che va riconosciuto al team belga di Larian Studios è sicuramente quello di aver osato. Trionfando, per giunta.Divinity: Original Sin rappresentava una scommessa, quella di puntare, in un momento di rapide ed imprevedibili evoluzioni del genere, sulla lezione fornita dai grandi esempi del passato, dando vita ad un titolo che rappresentasse una summa dei migliori elementi RPG. Il risultato fu un perfetto equilibrio tra tradizione e modernizzazione, rifinito nei minimi dettagli ed impreziosito da un comparto tecnico di pregevole fattura. Il successo che ne seguì è ormai storia.”
Da queste riflessioni, più di un anno fa, prendeva le mosse la nostra anteprima di Divinity: Original Sin II, il quale, appena approdato su Kickstarter, stava già facendo parlare molto bene di sé. Il primo Divinity aveva segnato sicuramente uno spartiacque nel modo di fare RPG di stampo tradizionale, alzando notevolmente l’asticella in termini qualitativi. Con Divinity: Original Sin II Larian ha mostrato nuovamente di costituire una fucina di grandi idee e concetti sapientemente sfruttati al fine di provare a ridefinire in maniera sempre più moderna uno stilema classico.
Un viaggio unico
Per dirimere ogni dubbio cominciamo subito col dire che Divinity: Original Sin II riesce nella non semplice impresa di migliorare ogni singolo aspetto del titolo precedente, portando il multiforme e flessibile sistema di gioco a un livello superiore attraverso una serie di bilanciamenti e novità perfettamente calibrate. Ogni singolo aspetto della nostra avventura potrà essere soggetto a una profonda personalizzazione in grado di rendere l’esperienza di gioco potenzialmente unica e irripetibile. Tale risultato, scaturito dall’unione tra la struttura del più classico degli RPG e la flessibilità propria del gameplay pensata dai ragazzi di Larian Studios, sarà ben visibile fin dalla schermata di creazione del personaggio, al’interno della quale potremo scegliere tra differenti razze e opzioni di caratterizzazione, dando vita ad un alter ego in grado di rispecchiare la nostra visione di gioco fin nei minimi dettagli.
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Tutto questo fa di Divinity: Original Sin II un gioco in grado di mettersi completamente al servizio del giocatore più appassionato dandogli piena libertà creativa circa la definizione del proprio ruolo attraverso una serie pressoché illimitata di possibilità dispiegate fin dagli inizi. I sistemi di sviluppo del proprio personaggio, la gestione meticolosa degli skills tree, l’interazione tra i membri del party e con la moltitudine di NPC che incontreremo durante il percorso sono solo alcuni dei tasselli che andranno a comporre un’esperienza sempre più complessa e in grado di mettere a dura prova anche il giocatore più esperto.
Trova la tua strada
Inutile negare che Divinity: Original Sin II continua a rappresentare un titolo
rivolto soprattutto agli amanti dei vecchi ed impegnativi RPG, puntando in primis a porsi come il miglior esempio di quella vecchia accezione di gioco di ruolo fatta di numeri, statistiche e calcoli precisi. Certo, le numerose meccaniche proposte riescono a fondersi magistralmente in un unicum del tutto peculiare, ma un’impostazione così articolata non poteva prescindere, ad esempio, da un’interfaccia intricata che, pur prestandosi perfettamente alle necessità del titolo, potrebbe risultare ostica ai neofiti del genere.
Sperimentare sarà la parola d’ordine di tutta l’avventura. Maggiore sarà la volontà di esplorare ogni singola sfaccettatura del titolo, più grande sarà la soddisfazione ottenibile dai propri sforzi. Un’impostazione del gameplay che lascia ampio spazio all’imprevedibilità e con essa alla possibilità di fallire in caso di mosse azzardate o superficiali, dentro e fuori dal combattimento.
Il titolo di Larian Studios vi metterà alla prova anche nella più banale della situazioni, rompendo il paradigma tipico della maggior parte dei titoli secondo il quale debba necessariamente esserci un’unica soluzione giusta per proseguire il proprio cammino. Si tratta di qualcosa riscontrabile, ad esempio, a partire dal sistema di interazione con gli altri NPC presenti nel mondo di gioco con i quali sarà possibile dialogare attraverso un sistema a scelta multipla reso più profondo e versatile rispetto al primo Divinity, oltre che maggiormente legato al background e alla storia in evoluzione di ciascuno dei membri del party. Ogni decisione presa durante la partita avrà inevitabili ripercussioni sul corso dell’avventura. Uccidere un NPC che avrebbe potuto darvi una quest importante in seguito, curare le ferite di qualcuno che sarà poi pronto a ringraziarvi: ogni mossa porterà a delle conseguenze. La stessa scelta di un qualcosa che potrebbe a prima vista sembrare banale, come lo strumento musicale preferito dal vostro personaggio, inciderà in maniera significativa sulla sull’esperienza di gioco modificandone, ad esempio, la colonna sonora. Divinity: Original Sin II sarà sempre un passo davanti al giocatore, pronto a rielaborare il suo multiforme mondo di gioco in base allo scorrere degli eventi.
Scacco matto
La stessa profondità, la possibilità di approcciarsi ad ogni situazione da una differente prospettiva e la creazione di uno stile di gioco personale saranno le colonne portanti del sistema di combattimento, il quale, così come accade per i dialoghi, si presenta come una versione migliorata del precedente. Si tratta di un sistema a turni basato sulla oculata gestione di Action Points indispensabili per compiere qualsiasi manovra. Le fasi di combattimento, durante le quali sarà anche possibile mettere il gioco in pausa in qualsiasi momento per ponderare al meglio ogni scelta, rappresentano anche stavolta una ventata di freschezza rispetto al sistema prettamente a turni di stampo classico. Questo accade soprattutto grazie alle interazioni elementali a cui, come nel precedente episodio, sarà possibile dar vita e alle quali si sono aggiunti nuovi status come, ad esempio, curse e bless, incrementando così in maniera esponenziale la flessibilità di un sistema di combattimento già di per sé complesso, ma allo stesso tempo entusiasmante e in grado di conferire ad ogni scontro un livello di immersione e di possibilità pianificazione strategica riscontrabili in pochi altri titoli. Insomma, anche sul terreno di battaglia, sarà difficile incappare in situazioni uguali e lo stesso sfruttamento degli elementi ambientali circostanti sarà l’ennesimo fattore caratterizzante di un’esperienza profondamente versatile.
L’erede necessario
Nulla da eccepire. Il lavoro svolto da Larian Studios nel migliorare ciò che era già ottimo di suo è stato magistrale. Anche dal punto di vista tecnico Divinity: Original Sin II ha fatto un grande salto di qualità grazie a un mondo più dinamico, dettagliato e vivace nei colori, oltre che a personaggi maggiormente caratterizzati e definiti nei dettagli. Il multiplayer fino a 4 giocatori rappresenta l’ulteriore ciliegina sulla torta di un RPG che punta a costituire il punto di riferimento per i giocatori hardcore di vecchia data mai dimentichi delle sensazioni che titoli come Baldur’s Gate e i suoi successori spirituali hanno saputo regalare nel corso degli anni. Unica nota dolente, oltre alle chiare difficoltà di approccio iniziali per i meno esperti, è la mancata localizzazione in lingua italiana, la quale, però, stando ad alcune fonti, potrebbe essere destinata ad arrivare nel prossimo periodo mentre il titolo continuerà ad evolversi e ad aggiornarsi. Al momento, quindi, per apprezzare appieno le sfumature dei raffinati e particolareggiati dialoghi è richiesta una approfondita conoscenza della lingua inglese, così da non perdersi nulla del maestoso lavoro di scrittura effettuato per rendere il mondo di gioco vivace come non mai.
– Mondo di gioco vivo e multiforme
– Narrazione e interattività ai massimi livelli
– Sistema di combattimento raffinato e immersivo
– Difficoltà molto elevata per i neofiti (considerata anche l’attuale mancanza di localizzazione italiana)
Divinity: Original Sin II è destinato a diventare la nuova pietra miliare di un preciso modo di intendere il genere degli RPG. Un mondo di gioco reso più vivo e immersivo, un sistema di combattimento versatile e profondo e una narrazione solida e coinvolgente come poche lo rendono l’inevitabile il punto di riferimento di ogni giocatore appassionato di giochi di ruolo hardcore. Il titolo di Larian Studios merita, però, per la sua bellezza una possibilità anche da parte dei neofiti, i quali, superato lo scoglio iniziale, potrebbero ritrovarsi a vivere una delle migliori esperienze della propria carriera videoludica.