Un picchiaduro con tutti i personaggi di Final Fantasy, un crossover che ci permette di avere in HD, dopo tanti anni, sia Cloud che Squall: praticamente il sogno di tutti quei videogiocatori cresciuti a pane e Square-Enix, che già in Kingdom Hearts avevano trovato un piccolo barlume di speranza per l’alta definizione dei propri beniamini. Un sogno che è comunque divenuto realtà, perché già nel 2009 in Occidente arrivò Dissidia Final Fantasy, il primo esperimento di Square-Enix legato al crossover di cui sopra, nato tra l’altro con l’obiettivo di celebrare il ventesimo anniversario della serie. Pubblicato solo su PSP, si rivolse a una stretta nicchia, vendendo comunque quasi 2 milioni di copie. Quando, però, nel 2015 in Giappone è arrivata una versione arcade del medesimo concept, chiamato stavolta Dissidia Final Fantasy NT, l’hype per un arrivo in Occidente è aumentato vertiginosamente. L’attesa, però, a essere onesti, non è stata completamente ripagata.
Bene contro male
L’armonia del mondo va preservata e salvata. Per farlo tutti gli eroi di Final Fantasy dovranno rispondere alla richiesta di Materia, la dea che gestisce la parte benevola dell’universo. Dall’altro lato, però, c’è Spiritus, un dio nato dai frammenti dimensionali e plasmato per dominare l’universo di Final Fantasy. La dicotomia creata tra Materia e Spiritus equivale a quella dell’ordine e del caos, con quest’ultimo che ha radunato a sé tutti gli antagonisti della saga di Square-Enix, con l’unico obiettivo di assoggettare il mondo con la forza del male. L’epopea di Dissidia parte dal più canonico degli eventi, ponendo al centro della vicenda la figura di Noctis Lucis Caelum, il protagonista di Final Fantasy XV, desideroso soltanto di tornare a casa, dai suoi amici, la sua automobile e il suo smartphone: purtroppo, però, le decisioni di Materia sono solenni e irrevocabili, facendo pressione su quella che è la volontà divina, incontestabile. Tutti i guerrieri, dalla loro, hanno sentimenti e situazioni da esprimere e da condividere con gli altri protagonisti: Tidus racconterà a Fenrin l’impossibilità di combattere contro suo padre, Vaan proverà una inaspettata amicizia con Y’shtola e il Cavaliere Cipolla, entrambi poco propensi all’affidarsi alle capacità combattive del protagonista di Final Fantasy XII. Degli intrecci e dei crossover che sono indubbiamente gradevoli alla vista e che, soprattutto, si snodano attraverso il doppio volto della medaglia: da un lato Materia e dall’altro Spiritus. L’intera vicenda, però, è raccontata attraverso numerosi filmati e poche battaglie, il che – vista la ridondanza dell’azione – a volte è anche un bene: l’unico intervallo è rappresentato dalle tanto anelate battaglie contro le Summon, forse eccessivamente sbilanciate e troppo condizionate da una IA amica che non vi supporta adeguatamente. Inoltre per poter procedere nella storia sarà necessario munirsi di tanta pazienza e recuperare i pezzi di Memoriae che sbloccherete giocando online: più partite farete più frammenti riuscirete a recuperare e più andrete avanti nella campagna, che paradossalmente diventerà una modalità accessoria all’esperienza principale piuttosto che quella primaria. Il passo indietro rispetto all’originale Dissidia è lampante, soprattutto perché non avrete un grandissimo contenuto narrativo, ma allo stesso tempo avrete un unico arco narrativo per tutti i personaggi a disposizione, senza diramazioni che vi condurranno a scoprire vicende legate all’intero roster. Progredire nella campagna vi permetterà, poi, di sbloccare le incursioni divise tra quelle base e quelle dedicate alle varie squadre che si comporranno nel corso della storia: un modo come un altro per permettere, a chi vuole fare pratica e allenarsi con il combat system, di prepararsi poi all’impegno online.
Un roster fantastico
Al di là di quelle che sono le meccaniche offline, che non offrono un divertimento epocale ma ci permetteranno di accumulare tesori e guil da spendere per personalizzare i nostri eroi, Dissidia Final Fantasy NT si ramifica principalmente in quella esperienza online sulla quale Square-Enix ha puntato fortemente. L’ammissione di colpa da parte del team di sviluppo riguardante i contenuti offerti è arrivata già in tempi non sospetti, ma la stessa offerta online non sembra soddisfare i palati più fini: è chiaro e immediato che l’intenzione di Team Ninja fosse quella di creare una infrastruttura capace di declinarsi ottimamente per il competitivo, quindi per andare a dominare la scena esport, ma per adesso i tempi non sembrano maturi e men che meno un’idea del genere può andare a soddisfare il videogiocatore tradizionale, quello che dal salotto di casa propria vuole godersi un’esperienza che nel nome porta la dicitura Final Fantasy. Fatta questa premessa, il combat system di Dissidia NT si basa sul sistema dei punti vita e dei punti audacia, un archetipo che è stato riproposto anche nella sua versione mobile Opera Omnia, scendendo in campo in un 3vs3 nel quale comanderete soltanto uno dei tre personaggi della vostra squadra: l’obiettivo sarà quello di riuscire a mandare KO l’avversario tre volte ed evitare, di conseguenza, di subirne tre. Per poter arrivare a sconfiggere uno dei tre avversari dovrete far abbassare il più possibile i suoi punti audacia sfruttando l’omonimo attacco e una volta raggiunto tale obiettivo sferrare un colpo ai suoi punti vita, con l’obiettivo di portarli a zero. Va da sé che le strategie si diversificano, soprattutto là dove sarete stuzzicati dalla possibilità di mandare l’avversario in status di shock, ottenendo un ulteriore bonus e rendendolo di fatto più vulnerabile a un attacco ai suoi PV. Non sarà possibile utilizzare sempre lo stesso attacco, quindi sarà sarà fondamentale trovare il perfetto equilibrio tra le due combo ed esaltare, di rimando, la preparazione di una strategia che sul campo di battaglia non vi faccia volare dopo un colpo avversario. Pur non essendo, quindi, eccessivamente diversificato o stratificato, due aggettivi che al combat system di Dissidia non si accostano facilmente, il gameplay di NT si fregia di alcune interessanti novità, che però producono un’azione spesso confusionaria e non ottimamente resa in quei movimenti troppo macchinosi e legnosi dei nostri guerrieri: inoltre l’assenza della possibilità di realizzare delle vere e proprie combo, l’avere soltanto delle sporadiche variazioni agli attacchi base e di conseguenza una natura squisitamente arcade – essendone d’altronde un porting – azzerano moltissimo la tentazione di testare, provare e perseguire un apprendimento sempre più profondo del titolo. A controbilanciare questa piattezza bellica ci pensa un roster ricco e diviso in quattro diverse classi: Avanguardia, Specialista, Tiratore e Velocista, ciascuno con le sue peculiarità. Avanguardia, per esempio, ha una maggior potenza e difesa, ma è molto lenta nell’esecuzione dei colpi; Velocista fa della velocità il proprio forte e si rende più pericoloso da distanza ravvicinata, ma pecca molto nella difesa, il che lo costringerà a degli attacchi fugaci e una fuga immediata; Tiratore colpisce dalla distanza ed è proprio di personaggi che utilizzano per lo più le magie, come Tera o Y’Shtola; infine Specialista riveste il ruolo di jolly, capace di utilizzare abilità uniche e mediamente efficace sia da lontano che da vicino, come Vaan o lo stesso Ramza. Tra di loro, però, la diversificazione è ancora più profonda, là dove due Assaltatori come Sephiroth e Cloud avranno tecniche diverse e peculiarità che appartengono allo stile proprio del personaggio, basate chiaramente sugli stili stessi dei personaggi, fedelmente riprodotti da Final Fantasy. Considerando quindi il numero di combattenti nel roster e quelli che arriveranno grazie ai DLC, Dissidia offre un’ottima rosa dalla quale attingere, sfruttando il protagonista e l’antagonista di ogni capitolo, ottimamente riproposti e caratterizzati: un vanto per un prodotto del genere, che, come detto in apertura, corona un sogno di tutti i grandi appassionati di Final Fantasy.
Quattro classi per domarli
Ogni combattente, per rispettare quell’aspetto positivo che è la caratterizzazione di ognuno di essi, avrà un solo attacco PV a disposizione, ma una più varia scelta degli attacchi Audacia, come anticipato. Inoltre a disposizione di ogni eroe ci sono tre abilità EX: una è la specifica del singolo eroe (Proiezione per Noctis, Spirale Rossa per Vaan, Limit Break per Cloud e così via), mentre le altre due sarà possibile sbloccarle e personalizzarle una volta aumentato il grado del personaggio stesso, che sarà dedicato a ogni combattente. Dissidia NT, infatti, costringe a un grinding molto esasperato, sia per aumentare il proprio livello che quello dei vari combattenti, con l’unico obiettivo – fondamentalmente – di sbloccare le migliori tecniche. Dimenticatevi, però, quanto visto nel primo Dissidia: qui la componente RPG è completamente sparita, non ci sono armi da equipaggiare, non ci sono cambiamenti da fare: tutto ciò che personalizzerete sarà esclusivamente un vezzo estetico, da sbloccare grazie ai lootbox che otterrete dopo ogni battaglia o acquistandoli grazie alla valuta in game. Infine, come ultimo aspetto da tener conto durante le nostre battaglie, ci sono le Evocazioni: Leviathan, Bahamuth, Odino, Alexander, Ifrit e Shiva sono quelle a nostra disposizione, che verranno scelte tramite un sistema di sondaggio tra i tre della squadra ed evocate grazie alla rottura di un nucleo che apparirà di tanto in tanto sul campo di battaglia. Il nucleo rilascerà dei frammenti che andranno a riempire una barra apposita, che una volta colmata vi permetterà di evocare il vostro esper. Tale processo vi lascerà vulnerabili per alcuni secondi, ma se sfruttato adeguatamente può produrre non solo un grande effetto scenico, ma anche una resa dal punto di vista del gameplay più che apprezzabile. Una volta snocciolate tutte le features a disposizione del combat system di Dissidia, però, arriviamo ai punti negativi: innanzitutto la gestione della telecamera rende il titolo davvero troppo faticoso da digerire e l’azione troppo complessa da comprendere. Essere colpiti alle spalle o magari dal fianco, che in quel momento è coperto perché le numerose informazioni a schermo ci portano a guardare altrove, sarà all’ordine del giorno e in un arena brawler che si è dimenticato di porre l’accento sul rapido recupero dopo un colpo tale aspetto si tramuterà in una frustrazione pesante. Allo stesso modo il cambio di obiettivo è macchinoso e lento, così come tutte le linee che vi indicheranno, con il colore rosso o blu, qual è l’avversario che vi ha preso di mira renderanno terribilmente sporca la visuale, fino a mandarvi in confusione, persino dopo venti ore di gioco. In questo l’hud di gioco fallisce completamente, perché l’intera azione, già di per sé confusa dalla presenza di sei diversi giocatori che tra di loro magari non comunicano nemmeno, diventa caotica e pregna di informazioni la cui utilità è sovente messa in gioco. Inoltre scarso supporto è fornito anche dalle ambientazioni di gioco, terribilmente spoglie e che, pur riproponendo almeno una delle più iconiche location dei vari Final Fantasy, non trasmettono alcun tipo di feeling. Di tutt’altro piglio è invece la colonna sonora, che accompagna magnificamente le nostre battaglie, rappresentando uno dei punti più forti di Dissidia NT: però in questo caso, c’è da dirlo, i complimenti non vanno a Team Ninja, ma a chi quelle note le ha inanellate a suo tempo. Ugualmente – ma confidiamo che questo problema possa essere risolto con una patch successiva – il netcode è risultato essere abbastanza instabile, con problemi di lag che hanno infastidito l’esperienza online; inoltre il matchmaking non è sempre immediato, così come è randomica la scelta degli avversari e dei compagni di squadra: troppo spesso è capitato di ritrovarsi in una squadra composta dagli altri due giocatori a livello 1 e con gli avversari già a livello 30. Non ci sono cambiamenti dal punto di vista della resa del personaggio, ma di come questo viene maneggiato indubbiamente sì.
– Battle system immediato…
– Roster ben personalizzato e diversificato
– … ma molto piatto
– Contenuti molto scarni
– Netcode incerto, matchmaking difficoltoso
Ma quindi, perché Dissidia Final Fantasy NT è un’occasione mancata? Lo è perché un roster di questa portata avrebbe meritato ben altra sorte e un combat system molto meno confusionario e più ordinato; avrebbe meritato sicuramente una modalità 1vs1, per accontentare entrambe le platee di videogiocatori, tanto quelli votati all’esport che quelli desiderosi di un fan service più ordinato e più composto. Allo stesso tempo il gioco soffre di alcune imperfezione tecniche che vanno, però, perdonate trattandosi di un porting di una versione arcade: certo è che presentarsi con un titolo del genere su una console come la PlayStation 4 e vestirsi di questa patina che sa di arretrato è un dispiacere immenso. Dissidia Final Fantasy NT, in definitiva, potrà anche avere un buon successo sulla scena esport e nel competitivo, grazie al suo essere ben bilanciato e al supporto post-lancio che offrirà, ma dal punto di vista di una valutazione prettamente videoludica ci ha soddisfatto solo in parte, scevri da qualsivoglia aspettativa e speranza riposta in Ichiro Hazama.