Tra i tanti porting che stanno inevitabilmente affollando la già ricca libreria di Nintendo Switch, ce n’è uno che gli appassionati di tutto ciò che è giapponese attendono con particolare trepidazione, come testimoniato dal numero di preordini, cinque volte superiore rispetto alle vendite fatte registrare al tempo nel Sol Levante.
I più attenti tra i nostri lettori avranno capito che stiamo parlando di Disgaea 5 Complete, versione finale dello strategico a turni uscito nell’autunno di due anni fa su PS4: basteranno le aggiunte contenutistiche e la possibilità di giocarlo in movimento a decretarne il successo?
Siamo qui a posta per dirvelo.
Nei panni di Killia
Parlando di un “semplice” porting e non di un remake, come sempre in questi casi consigliamo di recuperare la
recensione originale (datata ottobre 2015) per avere una efficace panoramica sul gioco, mentre in questa sede ci limiteremo a sottolineare le aggiunte e l’adattabilità al contesto portatile del prodotto, visto che questo è ciò che maggiormente differenzia Switch dalla concorrenza.
A livello narrativo, peraltro, nulla è cambiato: l’assurdo (ma ben tenuto) miscuglio tra comicità non-sense e temi anche forti come la sete di vendetta torna immutato rispetto alla prima pubblicazione, e al centro delle vicende ci sono ancora Killia, principe di uno dei Netherworld, e la sua voglia di rivalsa nei confronti di Void Dark, signore di uno degli altri regni demoniaci che ha mire espansionistiche su tutto il regno dei morti.
Come spesso accaduto con questo franchise, che pure in questa circostanza prova a prendersi un po’ più sul serio rispetto al passato, sono il variegato cast di coprotagonisti e le loro buffe interazioni a reggere la baracca, intervallando in maniera brillante i combattimenti e strappando più di un sorriso ai veterani della saga.
L’eccellente lavoro di caratterizzazione dei personaggi principali, coadiuvato da un doppiaggio di ottimo livello, dona spessore alle macchiette che porteremo in battaglia, anche se, soprattutto nella seconda metà della lunghissima campagna principale, la lentezza della storia e la verbosità dei personaggi potrebbero stancare.
Di certo, soprattutto se avete a disposizione quindici minuti di metro, vi troverete a skippare un buon numero di dialoghi, ma, nel farlo, vi perderete battute gustose e scenette tipicamente nipponiche, che sono sempre state il secondo motivo per acquistare un titolo della serie Disgaea (dopo il combat system, s’intende).
Giocando in contemporanea con Fire Emblem Echoes per la review di entrambi i titoli, abbiamo visto ulteriormente evidenziate le differenze di stile e di tono tra il brand NIS e i titoli più seriosi, e, al di là delle preferenze personali, crediamo ci sia spazio per entrambi gli approcci nell’attuale mercato dei SRPG.
Occhio ai DLC
A fronte di un gameplay immutato rispetto alla versione PS4 (stiamo parlando di un porting, lo ricordiamo, e non di un remake), questa versione per Switch include otto scenari aggiuntivi, rilasciati come contenuti a pagamento post lancio sulla macchina Sony, e una marea di piccoli DLC che si sono susseguiti nelle settimane successive al lancio, come se ci fosse ancora bisogno di ulteriori contenuti.
Tutti e otto gli scenari ruotano attorno a vecchi personaggi della serie, in un tripudio di fan service che, inevitabilmente, porta a poter inglobare nella propria squadra facce note del calibro di Valvatorez, Almaz, Desco, Fuka, Adelle, giusto per citarne alcuni: se, da un lato, questo rende il roster una vera e propria selezione all-star di tutto il franchise, dall’altro impatta notevolmente sul già fragile bilanciamento del gioco, di cui ci eravamo già lamentati ai tempi dell’uscita originale.
Peraltro, oltre a questi personaggi, alle armi e alle abilità che portano in dote, al giocatore saranno elargite somme di denaro consistenti già durante le prime fasi dell’avventura, che rendono le prime ore una passeggiata di salute e, soprattutto, alterano irrimediabilmente la curva della difficoltà.
Il consiglio, quindi, è di ricorrere ai bonus solamente in caso di difficoltà, o in una seconda run alternativa, per non banalizzare eccessivamente il livello di sfida.
Parlando con il personaggio delegato ai DLC all’interno dell’hub centrale, poi, si può avere accesso a tre classi supplementari (kunoichi, celestial hostess e sorceror), che si aggiungono alla quarantina incluse nel titolo base, a formare uno dei titoli più impressionati e completi dal punto di vista della personalizzazione del proprio party e della varietà di scelta in fatto di job system.
I contenuti inediti, alla fin della fiera, sono tutti qua, ma lamentarsi della loro quantità significa non aver compreso bene l’offerta ludica del prodotto NIS: la nostra run originaria, ai tempi della recensione PS4, aveva necessitato di una settantina scarsa di ore, e quella (ancora in corso) di questa per Switch ha già superato agilmente la trentina, il che vuol dire che, usufruendo primariamente del titolo in modalità dock, impiegherete settimane a venirne a capo.
Il modello tattico non sarà dei più raffinati, insomma, e il bilanciamento lascia a desiderare se confrontato con gli esponenti più “tecnici” del genere, ma Disgaea 5, anche in questa versione Complete, unisce quantità e qualità come pochi altri congeneri.
La momentanea assenza di competitor all’interno della giovane libreria di Nintendo Switch lo rende un acquisto più che consigliato agli amanti della strategia, insomma, a patto di non aver già sviscerato la versione PS4 nella sua interezza.
Porting competente ma…
Il lavoro di porting da Playstation 4 a Switch è decisamente buono dal punto di vista dell resa grafica e del confronto diretto con l’ammiraglia Sony, ma, se consideriamo che il titolo originale non brillava già per la qualità del suo comparto visivo, non c’è troppo di cui rallegrarsi.
Certo, aver infilato in una minuscola cartuccia non solo il gioco base ma anche tutti i DLC, consentendo di goderne anche in mobilità senza alcun tipo di compromessi rappresenta, già di per sé, un risultato non da poco.
In modalità portatile abbiamo solamente notato che i brevi (e tutto sommato ininfluenti) fenomeni di stutter presenti nella versione Sony, soprattutto nell’hub centrale, tornano immutati, ma abbiamo accolto con favore lo scarso impatto del titolo sulla batteria della nostra console, con la quale siamo riusciti a superare in più occasioni le cinque ore di gioco, a fronte delle tre scarse di un titolo come Zelda, ad esempio.
Come già verificato in occasione dei remake del terzo e quarto capitolo su Vita, Disgaea 5 Complete si presta benissimo ad essere fruito in mobilità, e allora dispiace che il team di sviluppo non abbia implementato alcun tipo di controllo tattile, che si sarebbe sposato benissimo tanto con il gameplay quanto con lo schermo touch di Switch: nonostante questa feature fosse assente in entrambi i capitoli summenzionati per Vita, speravamo che i buoni risultati fin qui raggiunti da Switch potessero cambiare le cose, ma ci eravamo illusi.
Chiosa finale per i tempi di caricamento, non eccessivi già su console Sony e qui ulteriormente limati, e sulla qualità della compressione audio, che avrebbe potuto creare imbarazzi a causa del minor spazio del formato cartuccia rispetto a quello Blu-Ray e che invece si disimpegna più che bene, senza sensibili perdite di qualità né in formato casalingo né con un paio di fidati auricolari.
– Tutto ciò che c’era di buono nella versione PS4 e anche di più
– Offerta ludica mastodontica
– Poterci giocare ovunque non è cosa da poco…
– Qualche piccolo rallentamento qua e là
– …peccato manchino i controlli touch
Come già fatto con la versione Switch di I Am Setsuna, abbiamo deciso di confermare lo stesso, ottimo voto che Disgaea 5 seppe meritarsi un anno e mezzo fa su PS4, perché questa versione Complete, che pure aggiunge ulteriori contenuti ad un prodotto che già era potenzialmente infinito, avrebbe potuto includere un sistema di controllo touch, che si sarebbe rivelato un toccasana in modalità portatile.
Al di là del rammarico per questa mancanza, siamo comunque dinanzi alla versione definitiva di un signor SRPG, che può adesso essere goduta anche al di fuori della comodità della propria postazione di gioco casalinga.
Speriamo che questo ritorno della serie su lidi Nintendo segni una nuova fase della collaborazione tra NIS e la casa di Mario: ne beneficerebbero tutti i possessori della neonata console ibrida.