Vi è mai capitato di comprare un videogioco solo perché attratti da una bella ragazza, magari poco vestita, ritratta in copertina? E se vi venisse promesso che questa non perderà occasione per regalarvi viste decisamente generose delle proprie grazie? Per non parlare del fatto che essendo il proprio vestiario un’arma magica ammazza-angeli, ad ogni utilizzo la lascerà completamente nuda… La longilinea strega Bayonetta farà questo e molto altro per stuzzicare le fantasie di tutti i maschietti che decideranno di accompagnarla nella propria avventura. Può un titolo con tali premesse nascondere sotto una superficie apparentemente costruita apposta per solleticare gli appetiti più beceri, dei contenuti tali da valere il prezzo del biglietto o addirittura il titolo di miglior action game di questa generazione?
Una strega showgirl!Bayonetta è una strega risvegliatasi cinquecento anni dopo alcuni misteriosi eventi di cui ha completamente perso la memoria. Nel proseguo del gioco e quindi della trama, l’incontro con svariati personaggi le farà riscoprire alcune abilità sopite oltre alle memorie di una storia che pone al centro il più classico degli scontri tra le forze del bene e quelle del male. Due fazioni, Umbra Witches e Lumin Sages, si sono date battaglia per secoli e sembrano ora intenzionate di nuovo a mettere a ferro e fuoco le quattro dimensioni in cui i Platinum Games sono convinti il mondo sia diviso: paradiso, purgatorio, inferno e mondo terreno. La carismatica protagonista sarà accompagnata da altrettanto intriganti comprimari, come il simpatico proprietario del negozio “Gates of Hell” Rodin, l’umano Luka per il quale sembra avere un debole e una misteriosa bambina di nome Cereza. Altrettanto oscura è Jeanne, una strega che utilizza le stesse arti di Bayonetta, e che appare spesso negli sporadici flash dal passato della protagonista apparentemente intenzionata ad ostacolare il suo cammino, intrapreso per scoprire i misteri che ne avvolgono la storia. La forza della componente narrativa si rivelerà subito essere la messa in scena piuttosto che gli eventi raccontati. Il ritmo elevatissimo, ma soprattutto la vulcanica telecamera vi faranno girare la testa ad ogni cut-scene, facendo sembrare Devil May Cry una pellicola del compianto Kubrick. Evidente è l’enorme sforzo da parte del team di Hideki Kamiya di portare su di un nuovo livello quanto di buono già visto nella saga di Dante, togliendo un qualunque freno alla fantasia, portando in scena quanto di più kitsch mente umana possa partorire. Chiaramente se da un lato artisticamente l’impegno è palese, il particolare stile adottato ma soprattutto l’esagerazione a cui è stato portato ogni aspetto estetico potrebbe non incontrare i gusti di tutti, soprattutto quelli che di Devil May Cry avevano apprezzato il lato più dark e gotico, quasi del tutto scomparso in Bayonetta. Se non si entra nello spirito umoristico del gioco, sarà veramente difficile digerire i continui ammiccamenti della protagonista, che non perderà occasione per prodigarsi in spaccate, balletti che non sfigurerebbero in un night club e moine dai facili doppi sensi. Anche la semplice camminata appare studiata più per sembrare un’andatura sculettante da showgirl che la minacciosa passeggiata di una guerriera senza scrupoli. Il design dei mostri appare a sua volta ricercatissimo, grazie a creature idealmente angeliche che sfoggiano forme fantasiose quanto variegate.
Sotto il vestito… un sacco di cose!Quello che indubbiamente metterà d’accordo tutti è la sostanza che si nasconde sotto l’abito discinto di Bayonetta. Senza indugiare inutilmente, il sistema di combattimento sviluppato da Platinum Games è tra i migliori, se non il migliore, visto fin’ora nel genere. Ovviamente molto vicino come concetto al padre spirituale Devil May Cry, l’impianto di gioco è una perfetta sintesi tra semplicità e profondità, grazie ad un sistema di controllo immediato da apprendere, ma dall’elevatissima versatilità. Le combo eseguibili alternando la pressione dei due tasti pugno e calcio possono contare su di un catalogo sterminato, ulteriormente ampliato dalla possibilità di saltare, di sparare e di schivare i colpi. La schivata, se eseguita col giusto tempismo, attiverà inoltre una sorta di bullet time estremo, da sfruttare per infierire sugli avversari. Inflitto il giusto quantitativo di danni in successione, avrete la possibilità di utilizzare i poteri magici della strega, eseguendo bizzarri quanto spettacolari attacchi evocando strumenti di tortura se non addirittura il potere demoniaco che risiede dormiente nei capelli di Bayonetta. Come molti di voi sicuramente già sanno, infatti, gli abiti succinti che avvolgono il corpo sinuoso della strega, sono in realtà i suoi capelli intrisi di potere magico e capaci di evocare creature dall’inferno, materializzando “semplici” pugni e calci giganti per arrivare a mostruosità di ogni genere come draghi ed uccelli di dimensioni spropositate. Non essendo ovviamente in grado di svolgere entrambi i compiti allo stesso tempo, quando li utilizzerete Bayonetta non avrà grossi problemi a mettersi in mostra come mamma l’ha fatta. I combattimenti si presenteranno con la classica struttura ad arena, familiare a tutti i giocatori di titoli d’azione, saltuariamente interrotti da piccole fasi di esplorazione e risoluzione di enigmi che non vi impensieriranno particolarmente. Eliminare le orde di angeli che vi si pareranno davanti è a dir poco entusiasmante, ma ancora di più lo è sconfiggere gli immensi boss che incontrerete. Veri fiori all’occhiello della produzione, gli scontri contro queste enormi creature sono stati studiati molto bene dagli sviluppatori, risultando ostici al punto giusto ed altrettanto appaganti. Questi duelli saranno inoltre le fasi in cui la regia di Kamiya si prodigherà nei numeri più spettacolari senza fortunatamente ricorrere ad estenuanti quick time event, ridotti veramente all’osso. Non manca all’impianto di gioco la possibilità di far crescere la protagonista, evolvendone le capacità e migliorandone l’equipaggiamento acquistando oggetti e quant’altro al “Gates of Hell”, il negozio di Rodin. Inoltre una trovata semplice quanto geniale, ovvero la possibilità di testare tutte le mosse durante i caricamenti dei livelli, vi permetterà di migliorare le vostre abilità diventando a conti fatti un minigame.
Che lo show abbia inizio…I due perni su cui si basa questo titolo sono senz’altro l’ottimo impianto di gioco e la spettacolarità dell’azione. Quest’ultimo, sia in game che durante le cut-scene, è fortunatamente supportato da un comparto tecnico di altissimo livello. Su tutto spicca senza dubbio la modellazione e animazione dei vari personaggi. Bayonetta è ovviamente quella più curata e lo stile con cui è stata disegnata può non incontrare i gusti di tutti, ma da un punto di vista oggettivo è indubbiamente il frutto di un lavoro certosino. Fortunatamente sono dello stesso livello tutti i comprimari che nelle scene di intermezzo non sfigureranno di fronte alla longilinea strega, rendendo molto godevole lo svolgersi dell’intreccio. Permane purtroppo quella sensazione di slegatura tra le sezioni giocate e quelle narrative tipico di questo genere, ma la regia ottima in entrambi i frangenti, rende il tutto apprezzabile dall’inizio alla fine senza stancare mai il giocatore. Questo è un altro punto forte di Bayonetta, ovvero l’incredibile varietà, sia di situazioni che di ambientazioni, con la quale sommergerà il giocatore per tutto l’arco dell’avventura, travolgendolo con un mare di trovate semplici quanto geniali. Un buon campionario di ambientazioni, che si presenteranno molto diversificate e realizzate con cura, seppure leggermente al di sotto dei personaggi, completa il giudizio positivo dell’aspetto grafico del gioco che non calerà di livello nonostante l’elevata longevità del gioco. Per completare l’avventura vi ci vorranno una decina di ore, ma visto l’insieme di incentivi a riprendere in mano il gioco, quali i diversi livelli di difficoltà e i tantissimi segreti da trovare, oggetti sbloccabili e altro, è facile immaginare una lunga permanenza del titolo nel lettore della vostra console. Molto buone anche le musiche, che spazieranno dal genere gotico al j-pop, passando per una gustosa cover di Fly me to the Moon, suonata durante alcuni particolari combattimenti. Un buon doppiaggio in inglese contribuisce infine ad alzare ulteriormente la cifra stilistica del gioco di Kamiya. Non abbiamo potuto testare ancora la versione Playstation 3, quindi non siamo in grado di esprimere giudizi in merito alle differenze segnalate al momento dell’uscita in Giappone.
– Ottimo sistema di combattimento
– Molto vario
– Regia “vulcanica”
– Stile molto ricercato…
– Telecamera non sempre perfetta
– …ma non a tutti piacerà
Rispondendo alla domanda iniziale, Bayonetta ha senz’altro molto da dare. Di sostanza, sotto un aspetto estetico e stilistico indubbiamente molto elaborato, ma forse non adatto ai palati più raffinati, il titolo ne ha da vendere. L’impianto di gioco è eccellente, con i massimi livelli toccati dal sistema di combattimento, immediato da apprendere, ma incredibilmente profondo e che già dal livello normale vi costringerà ad assimilare ogni sfaccettatura se non vorrete soccombere sotto i colpi nemici. Una longevità particolarmente elevata per il genere e la capacità che ha il titolo di incollare allo schermo grazie al ritmo forsennato con il quale vi rovescerà addosso situazioni di gioco ed eventi narrati è sicuramente irresistibile, e non deluderà gli amanti del genere. Resta una piccola controindicazione per tutti i fan di Dante: questo titolo ne riprende in parte il gameplay, ma a livello stilistico Kamiya ha scelto una direzione diversa. Se saprete apprezzare o al limite soprassedere sulla scelta di eliminare un qualunque freno alla bizzarra fantasia del creatore di Devil May Cry, avrete tra le mani un action solido come pochi, vario, longevo e tecnicamente molto valido.