Dall’uscita di Super Mario Bros. 3 (trattato nel precedente capitolo di questa rubrica) passarono due anni prima che i giocatori nipponici potessero mettere le mani su un nuovo titolo della famosa serie Nintendo. Il tempo, stavolta, aveva portato con sé anche una nuova console, il successore del fortunato Famicom (il nostro NES), vale a dire il Super Famicom (che da noi sarebbe stato ribattezzato Super NES, abbreviato in SNES, come lo chiameremo d’ora in avanti). Nintendo, per lanciare la sua nuova console in pompa magna, decise di proporre nella line-up iniziale niente di meno che Super Mario World, un titolo che aveva sulle spalle la pesante eredità dello storico Super Mario Bros. 3. Sarebbe riuscito a convincere i giocatori che Mario aveva ancora qualcosa da dire?
Il salto a 16-bit
Dopo la vittoria su Bowser in Super Mario Bros. 3, Mario e Luigi decidono di prendersi una vacanza a Dinosaur Island. I nostri eroi capiscono presto, però, che per loro i guai non finiscono mai: poco dopo il loro arrivo, la principessa Peach scompare. Dopo una lunga ricerca, i nostri eroi si imbattono in un uovo, che si schiude di fronte ai loro occhi, rivelando un dinosauro verde di nome Yoshi. Sarà lui a raccontare ai due idraulici che qualcuno ha rinchiuso i suoi amici dinosauri in altre uova. I nostri eroi capiscono ben presto che si tratta del perfido Bowser e che dev’esserci lo stesso lucertolone dietro alla scomparsa di Peach: decidono così di attraversare Dinosaur Island in una missione di salvataggio.
Già dal breve filmato che introduce la storia del gioco, si può notare la squisita grafica a 16-bit, che va a sostituirsi agli 8-bit del NES. Mario e Luigi sono più dettagliati che mai, e il mondo di gioco appare colorato, vivace come prima non poteva essere. Lo SNES era solamente all’inizio della sua lunga carriera, ma già qui la neo nata console di Nintendo mostrava le sue potenzialità. A godere della tecnologia rinnovata fu anche il comparto audio: Super Mario World mantiene intatta la tradizione della serie, avvalendosi di motivetti allegri e accattivanti che rimangono nella mente a lungo dopo che lo schermo si è spento.
Super Mario Bros., più grande
Le differenze con la trilogia passata si notano fin dalla mappa di gioco. Pur mantenendo la divisione in diversi mondi di gioco, Dinosaur Island offre diversi percorsi per arrivare al castello di fine mondo, dove affronteremo il tradizionale boss. Ci troveremo dunque di fronte a bivi che renderanno possibile arrivare alla fine del mondo senza aver completato tutti i livelli al suo interno. I livelli, inoltre, presentano spesso uscite segrete, che portano a livelli nascosti, interruttori, scorciatoie e chi più ne ha, più ne metta. Questo rende i livelli ancora più rigiocabili rispetto al passato: terminare un livello non significa automaticamente averne scoperto ogni anfratto, e dovremo tornare più volte sui nostri passi per raggiungere l’agognato 100%. Una percentuale faticosa da raggiungere visto che Super Mario World è il titolo più longevo della serie (tra quelli usciti fino ad allora), arrivando a contare ben 96 livelli. L’esplorazione, ora più che in passato, gioca un ruolo chiave nel titolo, e saremo spesso portati a spremere le meningi per capire dove gli sviluppatori possono aver nascosto qualcosa, che sia un’uscita segreta o un interruttore. Il design stesso dei livelli risulta fresco e rinnovato grazie all’introduzione di ambientazione mai viste prima, una su tutte la Ghost House, habitat dei famigerati fantasmi Boo, che diventerà da qui in poi un tratto distintivo.
Per quanto riguarda il gameplay, Super Mario World decide di differenziarsi da Super Mario Bros 3. con un taglio netto col passato. Se Super Mario Bros. 3 ha fatto dell’abbondanza di power-up il suo segno distintivo, Super Mario World ha abbandonato tutti i costumi introdotti nel predecessore, accontentandosi degli storici funghi rossi e fiori di fuoco. Ad essi si affianca una piuma in grado di dotare Mario e Luigi di un mantello che permetterà loro di volare e planare attraverso i livelli, in modo simile ma non identico alla tuta Tanooki di Super Mario Bros. 3. La novità più di rilievo, però, è costituita dall’introduzione di un compagno animalesco per i due idraulici: stiamo parlando, ovviamente, del dinosauro Yoshi.
L’ormai famoso lucertolone verde funge da cavalcatura per il nostro eroe, permettendogli di raggiungere punti più alti, inghiottire nemici e usarli poi come arma sputandoli fuori. Alcuni nemici doteranno il dinosauro di poteri speciali fintanto che saranno trattenuti nella sua bocca, permettendogli ad esempio di svolazzare o sputare palle di fuoco. A questo proposito, ecco a voi un piccolo aneddoto: nella versione giapponese del gioco, Yoshi può mangiare anche i delfini che compaiono in alcuni livelli. Questa possibilità è stata tolta nella versione occidentale, possiamo presupporre per la differente valenza culturale dell’animale tra le due civiltà; tuttavia, è stata poi re-introdotta nella versione per Game Boy Advance.
Lo Yoshi principale è di colore verde, tuttavia ne esistono altre colorazioni, ciascuna delle quali dotata di poteri speciali che non andremo ad elencare per lasciare la sorpresa a chi ancora non ha giocato al titolo (speriamo pochi e solo tra i lettori più giovani), in quanto ciascuna di questa versioni necessita di essere sbloccata prima di comparire nei livelli.
L’eredità
Tolta la sua inclusione in una versione di Super Mario All-Stars ed una conversione per Game Boy Advance, soprannominata Super Mario Advance 2, Super Mario World non ha ricevuto, a differenza dei predecessori, alcun tipo di remake. Nonostante ciò, è innegabile come il titolo abbia influito non solo sulla storia della serie, ma sull’intera storia videoludica. Ha introdotto meccaniche di gioco poi diventate simbolo della serie di Mario e ha raggiunto picchi qualitativi inediti per il suo genere di appartenenza. Il dibattito tra chi preferisce Super Mario Bros. 3 e Super Mario World è oggi vivo tanto quanto allora, e ogni giocatore non può che trovare la risposta da solo, spolverando una vecchia cartuccia o scaricando una copia virtuale dal Nintendo Eshop.
Come chiosa, specifico che la mia preferenza è sempre andata a Super Mario World: è questo il titolo che, per chi vi scrive, ha rappresentato l’apice della serie di Mario in 2D e forse la migliore esperienza platform in 2D, posizione che il titolo mantiene ancora oggi, a quasi ventisette anni dalla sua uscita.
Super Mario World riuscì in un compito praticamente impossibile: raccogliere la pesante eredità di Super Mario Bros. 3, riuscendo nel frattempo a dotarsi di una personalità propria, sfuggendo dall’ombra del predecessore. Nintendo ci ha regalato non solo uno dei migliori platform di sempre, ma uno di quei videogiochi che hanno fatto la storia di questo media. In poche parole, un classico senza tempo, che ancora oggi ha molto da dire, nonostante gli anni passati siano ormai ventisette.