Il 30 maggio dello scorso anno Asus presentava al Computex di Taipei il suo PadFone, il primo smartphone al mondo capace di trasformarsi all’occorrenza in un tablet e addirittura in un netbook. Idea bizzarra e destinata al fallimento o “genialata” come poche altre in ambito mobile? Dallo scorso maggio Asus ha cambiato parecchie carte in tavola per questo suo ambizioso progetto, facendo continuamente slittare la data di uscita da prima di Natale 2011 a un quasi definitivo maggio 2012 (almeno in Italia).
Integrazione perfetta
Manca poco insomma e proprio all’ultimo
Mobile World Congress di Barcellona il PadFone si è rivisto in tutto il suo atipico splendore, confermando l’unicità del suo concept e proponendo qualcosa di davvero nuovo e potenzialmente rivoluzionario. Il
PadFone è uno smartphone di fascia alta Android ICS (quindi 4.0) con processore Dual Core Qualcomm S4 da 1.5 GHz,
display da 4,3 pollici qHD con Gorilla Glass e risoluzione di 960×540 pixel, GPU Adreno 225 (i giochi ringraziano) e 1 GB di RAM. Una dotazione hardware di tutto rispetto, alla quale si aggiungono la fotocamera da 8 Megapixel capace di registrare video in 1080p, la connettività Wi-Fi, Bluetooth 4.0, GPS e HSPA+, la memoria espandibile fino a 64 GB tramite microSD e la
batteria da 1.520 mAh, che dovrebbe assicurare un’autonomia nella media per questo tipo di prodotto. Fin qui, se non fosse per la particolarità del produttore (dalle nostre latitudini Asus non è certo celebre per i suoi smartphone), il PadFone non si distinguerebbe dalla marea di device Android attesi nelle prossime settimane.
Ciò che invece lo rende davvero speciale è
la possibilità di inserirlo nella PadFone Station, una “cornice” con display da 10.1 pollici e risoluzione di 1280×800 pixel che trasforma il PadFone in un vero e proprio tablet; la Station integra a sua volta una fotocamera frontale da 1,3 Megapixel per le videochiamate, un’entrata microUSB per accogliere chiavette o joypad e un’uscita microHDMI per interfacciarsi con un monitor esterno o un TV. Pur non essendo leggerissima (
724 grammi ai quali bisogna aggiungere i 129 grammi del PadFone inserito), la Station non assolve solo alle funzioni di tablet, ma serve anche per ricaricare il PadFone al suo interno e nonostante una qualità delle plastiche non proprio impeccabile, dovremmo essere di fronte a un device di tutto rispetto come robustezza ed ergonomia. In più, affiancando ai due prodotti anche una dock con funzioni di tastiera sul modello del
Transformer Prime, il
PadFone diventa a tutti gli effetti un netbook triplicando così le sue funzioni.
Sarà un successo?
Al WMC di Barcellona Asus ha presentato anche un
pennino Bluetooth dal duplice utilizzo; potremo infatti usarlo sia come strumento di input al posto delle dita, sia come cornetta del telefono, potendo così rispondere alle chiamate e parlare anche quando il PadFone è inserito nella Station. Naturalmente ciò può essere fatto anche con un normale auricolare Bluetooth, ma l’aggiunta di questa penna con microfono integrato e microUSB per la ricarica è un tocco hi-tech in più, anche se per averla bisognerà acquistarla come accessorio a parte. Proprio su questo versante Asus
non ha ancora svelato il prezzo definitivo.
Alcuni store inglesi hanno messo in pre-order a circa 700 sterline il kit formato da
PadFone e Station, ma dalle ultime notizie apparse in rete pare che Asus voglia proporre i due device con anche la dock-tastiera a un prezzo
inferiore agli 800 euro. Cifra non per tutti ma comunque interessante se fosse confermata, non solo per l’unicità del concept e perchè stiamo parlando di tre diversi prodotti. Dalle impressioni ricavate nel corso del WMC molti esperti del settore hanno infatti premiato a pieni voti il
processore Qualcomm S4 da 1.5 GHz, una CPU di ultimissima generazione con architettura
Cortex A15 che a quanto pare si è dimostrata quasi più reattiva e meglio ottimizzata del
Tegra 3, nonostante i soli due core contro i quattro del chipset Nvidia. Non rimane quindi che attendere da Asus una data di uscita definitiva per il mercato italiano e un prezzo ufficiale; nell’attesa c’è sempre tempo per fare un giro nel
nuovo sito ufficiale di PadFone e godersi i video ufficiali di questo rivoluzionario device.
PadFone
Reti: WCDMA 900/2100 MHz /EDGE/GPRS/GSM 850/900/1800/1900HSPA+
Sistema Operativo: Android 4.0 (Ice Cream Sandwich)
CPU: Snapdragon S4 Qualcomm a 1.5Ghz Dual Core – Adreno 225 GPU
Memoria: 16GB, 32GB o 64GB + 1GB LPDDR2 RAM
Connettività: 802.11b+g+n, Bluetooth 4.0, 3.5mm audio jack, Micro-USB 2.0
GPS: A-GPS
Display: 4.3“ Super AMOLED, qHD (960 x 540 pixel) con Gorilla Glass
Fotocamera: 8 Megapixel
Batteria: 1520mAh Lithium-ion
Dimensioni: 128 x 65.4 x 9.2mm
Peso: 129g
PadFone Station
Display: 10.1“ multitouch, 1280×800 pixel con Gorilla Glass
Fotocamera frontale: 1.3 Megapixel
Interface: 2-in-1 Audio Jack, Micro-USB / Micro-HDMI
Dimensioni: 273 x 176.9 x 13.55mm
Peso: 724g
Quello del PadFone è un progetto al tempo stesso affascinante e rischioso, soprattutto in un periodo come questo in cui si fa fatica a trovare soluzioni Android davvero rivoluzionarie. Già ora, quando mancano circa due mesi al suo arrivo in Italia, Asus sembra però aver realizzato un prodotto vincente, che per la prima volta offre un’integrazione perfetta tra tre diversi device. Da un lato il PadFone è uno smarthpone di fascia alta con un processore dual-core che promette meraviglie, ma all’occorrenza si può inserire nella sua Station e diventare un tablet, mentre con l’apposita tastiera-dock si passa in pochi secondi da uno smartphone a un netbook. Comodità a non finire e se il prezzo non sarà esagerato, questo nuovo concept di Asus potrebbe davvero fare il botto e lanciare una nuova moda in ambito mobile: il tre in uno.