Quando un gioco viene portato su di un dispositivo portatile, alcuni degli elementi positivi del prodotto originale si perdono spesso per strada. Solitamente, gli spin-off portatili finiscono per non rievocare le emozioni del gioco di partenza, e in definitiva i giocatori si trovano fra le mani una versione ridotta e meno attraente del titolo iniziale.
Quando Assassin’s Creed Liberation arrivò su PS Vita, però, le cose non andarono proprio così. Forse c’era di mezzo lo zampino di un terzo episodio della serie principale non proprio brillante, ma in definitiva Liberation sembrò un capitolo all’altezza delle produzioni per console casalinghe. Più incentrato sull’azione, forse, ma ugualmente valido e capace di divertire per parecchie ore.
Così, non ci sembra del tutto sbagliata l’operazione compiuta da Ubisoft, che ha pensato bene di trasformare il gioco per PS Vita in un titolo per le console di vecchia generazione e per PC, consentendo ai giocatori di riscoprire quella che, forse, è la pagina meno buia del terzo episodio di Assassin’s Creed.
Aveline: un’eroina eccellente
Non perderemo troppo tempo nel descrivere le ragioni che hanno reso questo titolo davvero interessante su PS Vita, rimandandovi alla
recensione pubblicata nell’ottobre del 2012. Ci limitiamo a dire che Aveline, la protagonista di questa nuova avventura, è probabilmente uno dei personaggi più interessanti dell’intera saga. Figlia di una donna africana e di un ricco francese, Aveline vive nella New Orleans del diciottesimo secolo, una città in crescita ma piena di contrasti, dove esiste ancora il commercio degli schiavi e nella quale Aveline può e sente di voler lottare.
Per portare a termine la sua lunga campagna di difesa degli schiavi, l’eroina può assumere diverse identità. Aveline è una donna di classe, piena di fascino, che tuttavia non si rifiuta di travestirsi da schiava o di assumere i consueti abiti di assassino. Ognuno dei tre alias modifica in maniera radicale il gameplay, creando una varietà piuttosto profonda.
Infine, le ambientazioni del gioco sono fascinose: New Orleans è forse la città più interessante della serie dopo gli scorci italiani del secondo capitolo, mentre gli ambienti rurali della palude e i misteri di Chichen Itza creano un profondo senso di stacco con il resto del gioco, offrendo dei diversivi più importanti del previsto.
La conversione in HD
Il passaggio da PS Vita a PS3, Xbox 360 e PC ha ovviamente mantenuto inalterati tutti i gli elementi descritti poc’anzi. Quello che è cambiato, come suggerisce il titolo, si riscontra anzitutto nella nuova veste grafica in alta definizione.
Se nel gioco originale avevamo segnalato una certa spigolosità di ambienti e modelli, in questa versione HD si può dire che il problema è stato attenuato in maniera vistosa. Vi sono ancora alcuni elementi che fanno notare l’origine portatile del gioco, come la quasi totale assenza di fisica nei liquidi o alcuni modelli ben poco credibili, ma in generale il lavoro svolto in questo porting è più che buono. Sono stati aggiunti alcuni effetti particellari, per la verità superflui, mentre è stata aumentata in maniera incisiva la profondità del colore: New Orleans, la palude e il Messico presentano una palette più ampia, con toni più accesi che imprimo un senso di vitalità che fa sembrare spenta la versione PS Vita.
Anche le cutscene sono state migliorate, sebbene vi siano alcuni problemi di animazione nei cambi di inquadratura e qualche calo di frame rate in momenti quasi inspiegabili. In alcune cutscene il gioco scende ben al di sotto dei 30 fotogrammi al secondo, mentre in altri momenti il frame rate è stabile. In gioco, invece, i cali di frame rate sono sporadici e per nulla fastidiosi.
Sfortunatamente, gli sviluppatori sembrano avere lasciato a metà questo lavoro di conversione, mantenendo alcuni dei problemi del gioco originale. Liberation HD soffre ancora di problemi di compenetrazione poligonale, oltre a un lieve flickering delle texture nelle scene più illuminate. La telecamera si comporta quasi sempre bene, ma in alcuni momenti ci siamo ritrovati nei guai a causa di un’inquadratura sbagliata, che abbiamo dovuto prontamente correggere con lo stick destro.
Infine, è stato svolto un eccellente lavoro di ricostruzione dell’ambiente sonoro e delle musiche, totalmente rimasterizzate e con supporto Dolby. Il doppiaggio italiano è ben al di sopra della media dei prodotti portatili rilasciati nel nostro paese e, salvo i soliti problemi di sincronismo fonolabiale, riesce a rendere interessante la storia e il personaggio di Aveline.
Un appunto, infine, sui controlli. Si è scelto di non ricopiare lo schema di controllo di Assassin’s Creed III e IV, optando per una conversione più fedele allo schema per PS Vita. I grilletti non vengono quasi mai utilizzati, se non per selezionare le armi da una comoda ruota, con il risultato di rendere più impacciato del solito l’uso delle armi a distanza. Se arrivate da Assassin’s Creed IV, impiegherete alcuni minuti per farci l’abitudine e vi renderete conto dei limiti dello schema di controllo imposto.
– Ottima conversione grafica
– Ottima protagonista
– Reparto sonoro curato
– Costo contenuto
– Qualche problema tecnico
– Sistema di controllo a tratti impacciato
Il lavoro svolto da Ubisoft in questo Assassin’s Creed Liberation HD, per molti versi, è davvero encomiabile. Ma, al contempo, si sarebbe potuto fare qualcosa di più per rendere il porting davvero eccellente. Se avete passato diverse ore su Assassin’s Creed IV, capirete immediatamente che Liberation è un passo indietro rispetto all’ottimo quarto capitolo della saga. Ma, allo stesso tempo, è un episodio che merita di essere riscoperto. Se non lo avete ancora giocato su PS Vita, magari delusi da quanto visto in Assassin’s Creed III, dategli fiducia. Non ve ne pentirete.