Warhammer 40,000: Space Marine 2 ha finalmente oltrepassato il Rubicon
Dopo molti anni di attesa è giunto il momento di ritornare a vestire l'armatura di Demetrius Titus in Space Marine 2: ecco le nostre prime impressioni.
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Saber Interactive
- Produttore: Focus Entertainment
- Distributore: Focus Entertainment
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , XSX , PS5
- Generi: Azione
- Data di uscita: 9 settembre 2024
Avete presente l’End Times? Quel capitolo raffazzonato che Games Workshop ha messo in piedi per fare saltare in aria – letteralmente – Warhammer Fantasy? Ecco, con un parallelo, Warhammer 40,000: Space Marine 2 ha rischiato di fare la stessa fine. Anzi, per essere precisi, per ben due volte è sfuggito a questo triste epilogo.
Nel primo caso quando THQ, il publisher del primo episodio, ha dichiarato bancarotta oltre dieci anni fa. Nel secondo, quando Saber Interactive – il nuovo team di sviluppo alle spalle del progetto – è finita nel portfolio di Embracer Group, l’holding svedese tristemente salita alla ribalta per le sue scellerate decisioni economiche nel periodo post pandemia.
Dopo un percorso creativo fatto di alti e bassi e dopo gli immancabili rinvii, l’atteso Warhammer 40,000: Space Marine 2 – d’ora in avanti solo Space Marine 2 per amore di sintesi – è finalmente vicino alla pubblicazione definitiva, prevista per il prossimo 9 settembre.
Per ingannare l’attesa, Focus Home Interactive ci ha permesso di tastare con mano una versione molto vicina alla fatidica 1.0 e di vivere la nuova epopea di Demetrius Titus.
Un po' di storia
Saber Interactive ha precisato che non è necessario aver completato la campagna del primo capitolo per affrontare Space Marine 2, ma sono bastati pochi frame in compagnia del possente soldato geneticamente modificato per capire lo stretto legame tra il passato e il presente.
La parte più interessante di questa anteprima consisteva in una missione dello story mode, che con le dovute incertezze possiamo piazzare all’incirca a metà delle dodici ore che il team di sviluppo ha ipotizzato come tempo medio per portare a termine l’avventura.
Senza troppi preamboli, siamo stati catapultati dentro l’imponente e nuova armatura da Primaris del redivivo Titus, sopravvissuto alle perturbazioni del Warp e all’Inquisizione che lo aveva imprigionato alla fine del precedente episodio.
I rimandi al passato sono fioccati copiosi durante tutta la missione e, per quanto sparare ai Tiranidi senza badare troppo alle vicende sia comunque un piacere, è chiaro che qualche passaggio risulterà oscuro a chi non ha falcidiato orchi e demoni del Chaos su Graia.
In puro stile Warhammer 40,000, un mondo popolato da fanatici deliranti, il protagonista ha dovuto costantemente difendersi dalle incertezze e dalle accuse dei suoi due “colleghi” Gadriel e Charion, che non conoscono le imprese eroiche del loro capitano e che faticano a distaccarsi dai sospetti trascritti dall’Inquisizione.
Chiaramente non possiamo sbilanciarci troppo nell’analizzare l’evoluzione dei personaggi, i loro rapporti e i sicuri colpi di scena. Quello che però è certo è il tono dato da Saber Interactive al suo progetto. Per chi mastica un po’ il background dell’universo sci-fi di Games Workshop, la narrativa è fortemente incentrata sullo stile grimdark, che traspare sia dalle imponenti architetture gotiche presenti sul pianeta Avarax, sia dalle linee di dialogo che fanno da contorno.
Ad esempio, proprio durante le battute iniziali, il nostro sguardo è caduto su un plotone di esecuzione dell’Astra Militarum, che senza troppi problemi ha eliminato un gruppo di colleghi. Space Marines 2 si prende molto sul serio, magari anche troppo, e sembra che fatichi a fare emergere la vera natura disincantata e quasi parodistica di Warhammer 40,000.
Un giudizio del tutto personale – e naturalmente parziale – ma non sarebbe stato male aggiungere un pizzico di Sandy Mitchell, l’autore del ciclo di romanzi su Ciaphas Cain, forse uno dei pochi personaggi capace di sfuggire dai cliché testosteronici del quarantunesimo millennio.
O magari anche andare del tutto oltre le righe come ci ha insegnato il comandante Yarrick e il suo braccio meccanico strappato direttamente dall’orco Warboss Ugulhard.
Se non altro l’epicità riesce a raggiungere degli standard davvero molto elevati e certi scorci lasciano a bocca aperta. Più volte ci siamo infatti fermati per ammirare le guglie di qualche tempio oramai divorato dalla natura, la scala di ogni edificio è davvero immensa e mastodontica e i frangenti più drammatici vengono esaltati da una regia perfettamente a fuoco, un taglio cinematografico che sottolinea l’imminente arrivo di un’ondata Xeno o la completa distruzione di qualche ponte.
La fine del quarantunesimo millennio
Tutte queste considerazioni sono ovviamente parziali e figlie di un’ora di gioco nella campagna principale che, come avrete capito dal lungo elenco di nomi, di truppe e di pianeti, trasuda Warhammer 40k da ogni pixel ed è un vero fan service dedicato ai numerosi appassionati di questo universo.
Si aggiungono naturalmente le intromissioni delle forze del Chaos, nello specifico quelle di Tzeentch, che con i loro sotterfugi cercano di instillare discordia e rancori nelle file dell'Impero.
Blood for the blood god
Tra orde di Hormagaunt, Tzaangor e imponenti Carnifex, Space Marine 2 è un tripudio di azione frenetica, un balletto fatto di fendenti e parate in cui si accumulano sempre più sangue e distruzione, un inno alla forza bruta delle truppe di Ultramar.
Lo stile di gioco in questa nuova incarnazione è rimasto fedele a quello del precedente capitolo, una commistione tra third person shooter e colpi in melee quasi da hack and slash, conditi con un pizzico di tecnicità che però non sempre riesce ad emergere.
Dimenticatevi le coperture come in Gears of War, perché uno Space Marine conosce solo l’offensiva e tutti i sistemi di gioco sono stati pensati per far gettare il giocatore nella mischia. Infatti, per ricaricare gli scudi delle proprie truppe occorre mettere a segno delle vere e proprie finisher ravvicinate, una mortale coreografia che permette di sopravvivere anche nelle situazioni più disperate.
Al contrario, la salute vera e propria va recuperata con i medikit raccolti per le mappe, a cui si accompagnano le immancabili casse per le munizioni e anche altri bonus come reliquie e cariche aggiuntive per le armature, ottime scuse per esplorare più a fondo i tetri scenari.
Pad alla mano, Space Marine 2 ricalca gli schemi classici di un action, con tanto di schivata, combo, attacchi veloci e pesanti, parata e i dorsali usati per far fuoco con le armi dalla distanza. Nei frangenti meno caotici, ci sono momenti davvero esaltanti.
Un possente Tiranide Guerriero ci attacca con le sue doppie lame, ma noi schiviamo il fendente, respingiamo il secondo colpo e ci apriamo uno spazio per stordire l’enorme insettoide con la Boltgun e poi lo finiamo trafiggendolo con la chainsword o staccandogli la testa dal resto del corpo. Ogni arma restituisce un feeling diverso e gli impatti hanno una fisicità che viene trasmessa sia sul pad sia su uno schermo sempre più carico di schizzi di sangue Xeno.
Nella maggior parte dei casi ci si trova però alle prese con un numero soverchiante di nemici ed è davvero difficile capire ciò che avviene sullo schermo – anche perché così molti degli attacchi risultano impossibili da leggere, visto che avvengono alle spalle o proprio fuori dalla visuale.
Certo, si respirano quella tensione e quell’ansia che solo i Left 4 Dead e i suoi simili – non a caso i migliori proprio a tema Warhammer – sanno creare, ma il prezzo da pagare è una evidente “sporcizia” su schermo, una cornucopia confusa di indicatori, colori ed è esplosioni in cui è davvero difficile leggere ciò che sta accadendo. A questo occorre poi aggiungere una telecamera non sempre precisa, che tende a incastrarsi troppo spesso in qualche muro o che fatica a inquadrare con precisione l'azione.
Unità tattica
Space Marine 2 ci ha messo con le spalle al muro in molte situazioni, strenue resistenze in cui è emersa l’importanza del gioco di squadra e la necessità di far funzionare all’unisono le abilità speciali delle unità. Oltre alla missione della campagna, in questo codice abbiamo anche testato due Operazioni, partite pensate principalmente per la co-op fino ad un massimo di tre giocatori e in cui abbiamo sperimentato con le sei classi di Space Marine presenti nel titolo.
Questi due match prevedevano una serie di obiettivi via via più complessi, come il recupero di esplosivi, il trasporto di bombe o il faccia a faccia diretto con un enorme Hive Tyrant, un’epica escalation inframezzata dall'esplorazione, dal recupero di oggetti e dai duelli contro orde crescenti contro alcuni iconici Xeno, come i Tiranidi guerrieri o i fastidiosissimi Zoantropi dotati di attacchi psionici.
La varietà degli avversari aumenterà nella versione definitiva, ma già questi ingredienti parziali sono sufficienti a fare emergere una certa componente tattica che premia l’approccio ragionato oltre che la forza bruta.
Ad esempio, vestendo i panni del Baluardo è importante creare delle aree di rigenerazione per la armature, il Cecchino è perfetto per celare i propri movimenti e abbattere in un sol colpo i nemici più coriacei, mentre l’Assaltatore è pensato per chi preferisce l’azione diretta e con il suo jetpack copre ampi spazi della mappa e attacca dall’alto interi gruppi di Tiranidi.
Non tutto ci ha però convinto, soprattutto il level design – un susseguirsi senza troppa ispirazione di spazi in stile arena e corridoi più stretti. L’impatto visivo è sempre di primo ordine, ma quanto mostrato per ora non spicca per complessità o per un particolare contenuto strategico. Soprattutto, nelle giungle di Kadaku non è spuntato fuori Sly Marbo, un tremenda delusione.
Per veri collezionisti
Le missioni Operazione sono legate al sistema di progressione. A seconda degli obiettivi portati a termine si ottengono i classici punti esperienza, si guadagna la valuta di gioco e si recuperano nuovi progetti per migliorare le armature e, lo diciamo senza timore d'essere smentiti, le possibilità di personalizzazione sono il sogno proibito di ogni collezionista di miniature.
Tutto è ufficiale, tutto è sotto licenza Games Workshop e tutto è ricreato nei minimi particolari. Abbiamo arricchito la nostra armatura Phobos con dei nuovi sigilli purezza, abbiamo aggiunto un po' di catene al Plasma Gun e abbiamo abbellito gli spallacci con nuove decalcomanie.
Potremmo andare avanti all’infinito e parlare dei colori con cui dipingere le unità, di tutte le varie armi in melee o, ancora, della possibilità di selezionare un differente capitolo degli Astartes – in modo tale da non guidare solo i generici Ultramarines, ma di scendere in guerra gestendo un Black Templar, un Blood Angel o ancora un furioso Space Wolf.
La parola d’ordine è abbondanza, forse quasi eccesso. In Space Marine 2 ci sono infatti più tipologie di valute, ogni classe ha un suo percorso di crescita e un albero delle abilità da portare avanti indipendentemente, le armi richiedono di essere migliorate una alla volta e anche le skin per le armature vanno scoperte e accumulate partita dopo partita.
Purtroppo, con solo due missioni a disposizione, la personalizzazione veniva frenata dall’ovvia ripetitività delle situazioni e la nostra voglia di sperimentare con tutti gli elementi da sbloccare si è arenata al cospetto dell’ennesima missione sempre uguale a sé stessa oppure a causa di qualche disconnessione dal server.
Infatti, per quanto siano giocabili offline, queste Operazioni garantiscono l’accumulo di punti esperienza solo se connessi ai server, una scelta che non farà felici tutti i giocatori. Il team di sviluppo ha comunque precisato che il PvE si espanderà con delle vere e proprie stagioni e che, siamo felici di sentirlo, non sono previste valute in game acquistabili con moneta reale e che il futuro del progetto è affidato a dei DLC più classici.
Tutto da verificare
Infine, una piccola nota tecnica su questa preview, precisando che il test è stato effettuato su PC. Dopo tanti rimandi, siamo felici di trovare Space Marine 2 in un ottimo stato di forma.
Non abbiamo infatti notato bug particolari, ad esclusione di qualche comico e inevitabile ragdoll con tutte quelle geometrie su schermo. Soprattutto, il frame rate non pare subire particolari scossoni anche durante le invasioni delle orde Tiranidi e la presenza di numerose opzioni grafiche con cui giocare rendono il titolo scalabile e digeribile a più configurazioni.
L’unico momento in cui Space Marine 2 ha mostrato il fianco a qualche calo di troppo è stata durante la boss battle con il demone di Tzeentch, dove l'eccesso di luci e di effetti e con quei Thousand Sons che volevano farci arrosto con i loro lanciafiamme, il conteggio delle immagini è sceso in modo evidente fino a penalizzare la risposta dei nostri input.
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Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Cattura alla perfezione l'essenza dark sci-fi di Warhammer 40,000
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In alcuni momenti, il contatore di epicità ha stabilito nuovi record
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Tantissime opzioni con cui personalizzare le unità
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Frenetico e allo stesso tempo tecnico...
Contro
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... Ma ogni tanto la situazione sembra fin troppo caotica
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Speriamo che la storia non sia fatta solo di onore e di fede verso l'Imperatore