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Le mostre di Two Point Museum sono un concentrato di follia

Abbiamo passato qualche ora assieme al gestionale creato da Two Point Studios dedicato a mostre e musei. Vediamo come è andata.

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Two Point Museum
Two Point Museum
  • Sviluppatore: Two Point Studios
  • Produttore: SEGA
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Gestionale
  • Data di uscita: 4 marzo 2025

I cittadini di Two Point sono davvero fortunati. Hanno a pochi passi delle ottime cliniche per curare le loro cefalee a bulbo e che c’è sempre un rimedio a quel disturbo della personalità che ti fa credere di essere un sosia di Freddie Mercury.

Non parliamo poi del loro validissimo sistema scolastico, con corsi che spaziano dallo studio della robotica allo spionaggio e nei momenti di pausa c’è sempre il tempo di fare una bella partita a Cheeseball.

Gli abitanti della contea potranno presto visitare anche musei e mostre di ogni genere grazie al prossimo Two Point Museum, gestionale creato dal quasi omonimo team Two Point Studios e che abbiamo provato in anteprima in attesa della pubblicazione prevista per PC e console il prossimo 4 marzo 2025, salvo i soliti possibili rimandi.

Squadra che vince non si cambia

Ci teniamo ad essere precisi. Con “ogni genere di museo e mostra” intendiamo letteralmente qualsiasi cosa sia saltata in mente al team di sviluppo, che già nei due precedenti capitoli si era lasciata prendere la mano con assurdità di ogni genere.

Chi ha apprezzato Two Point Hospital prima e Two Point Campus in seguito, troverà anche in questa nuova iterazione il tipico umorismo nonsense del brand, altrimenti non si spiegherebbe quello tizio vestito da sub che sta guardando un reperto fossile a cui mancano ancora la coda e la testa.

Oltre al paradosso e al surreale, tornano in Two Point Museum anche tutte quelle meccaniche di gioco che oramai possiamo definire tradizionali per questa serie, come la presenza di più strutture da gestire e far crescere in contemporanea, il sistema di valutazione per i musei, l’aspetto economico, i desideri dei visitatori da soddisfare e anche la componente creativa degli edifici, da costruire una stanza alla volta.

Da veterani della serie – e anche dell’antesignano Theme Hospital – è stato quindi immediato e senza troppi scossoni il primo faccia a faccia con il museo che funziona da tutorial.

Il sistema di comandi e le interfacce sono infatti una copia quasi identica di quelli presenti nei precedenti capitoli.

Questa familiarità che ci ha messi subito a nostro agio ma ha lasciato anche intravvedere la potenziale scarsa innovatività di Two Point Museum, un titolo che ci è sembrato forse troppo arroccato sulle sue sicurezze e poco incline alla sperimentazione.

Ad esempio, una buona parte dello staff è perfettamente sovrapponibile a quella che già gironzolava per gli strani ospedali e per le università. Bisogna assumere gli inservienti per tenere puliti i corridoi e per svuotare i cestini e le guardie per far sì che le cassette delle donazioni non spariscano misteriosamente.

Ciascun impiegato ha naturalmente i suoi tratti, alcuni sono degli abili meccanici e altri sono dei pompieri senza paura, nessuno rifiuta un aumento di stipendio e tutti amano un buon pisolino da schiacciare sulle comode poltrone che abbelliscono la sala relax. 

Ospedali, scuole e musei hanno tutti gli stessi architetti

Nulla di realmente nuovo nel complesso e lo stesso discorso va fatto per la costruzione dei musei, delle varie stanze e anche degli addobbi con cui abbellire le esposizioni.

Two Point Museum è un gestionale abbastanza semplice, ma con il passare delle ore ha messo in mostra tante piccole sfumature che andavano a comporre un puzzle via via sempre più articolato.
Oltre alla già citata sala relax, tornano infatti le immancabili toilette, il laboratorio per sviluppare nuovi progetti, la stanza delle ricerche per migliorare le performance degli impiegati e anche quelle piante e poster che abbiamo piazzato ovunque solo per soddisfare le esigenze dei visitatori, stufi di ammirare un fantasma nel bel mezzo di un ambiente spoglio.

L’elenco degli oggetti ha anche esso fin troppe somiglianze rispetto a quanto già visto e tutta la sequela di panche, panchine, tappeti e ammennicoli vari è sempre acquistabile tramite i soliti Kudosh, l’unica moneta accettata nella terra di Two Point.

Proprio su quest’ultimo punto ci eravamo anche soffermati ai tempi di Two Point Campus, perché pare che anche in questo nuovo titolo basterà posizionare senza troppa cura gli oggetti qua e là per far crescere l’appeal delle stanze.

Francamente, appiccicare poster tutti uguali in ogni centimetro di una parete non fa proprio rima con gestionale. Anche gli obiettivi che abbiamo completato nei primi tre scenari erano identici a quelli delle campagne degli altri due episodi, come l’accumulo di un certa somma e soprattutto il guadagno delle stelle che determinano la bontà del nostro lavoro, indispensabili per sbloccare nuovi musei. 

A zonzo per il mondo

Le basi sono quelle già viste in passato, ma da queste fondamenta Two Point Museum parte all’esplorazione di nuove terre, letteralmente.

Un museo ha bisogno degli stessi servizi di un ospedale o di un’università, ma per attirare visitatori e amanti della storia servono anche reperti da esporre, da valorizzare e da spiegare ai curiosi. 

Il primo museo che ci siamo trovati a gestire possedeva già un paio di fossili, talmente malconci e impolverati da portare male perfino i loro milioni di anni. Qui sono entrati in gioco per la prima volta gli specialisti, indispensabili per restaurare tutti gli oggetti collezionati e anche per recuperarne di nuove tramite spedizioni sparse in tutto il globo.

I viaggi a bordo di un improbabile elicottero sono la principale novità di Two Point Museum e anche uno degli aspetti gestionali che ci ha maggiormente incuriosito e stimolato, forse anche per quell’effetto sorpresa dovuto all’incertezza del loot recuperato – un termine non casuale vista la presenza delle ben note casse in stile free-to-play. Tranquilli, è tutto gratuito e al massimo si spendono dei Kudosh.

Inizialmente, l’unica parte della mappa da esplorare era la Cintura Ossea. Questa zona era suddivisa in vari punti di interesse, caratterizzati da fossili differenti, possibili rischi e anche da tempi di recupero via via sempre più lunghi. 

Nelle prime avventure, i ricercatori non hanno avuto grosse difficoltà con gli scavi e un paio di giorni di riposo erano più che sufficienti per riprendersi – un piccolo prezzo da pagare per quel nuovo scheletro di dinosauro piazzato proprio davanti alla biglietteria.

Il nuovo arrivato ha generato un bel po’ di interesse, un paio di rocce ai suoi piedi hanno reso l’esposizione più accattivante e i cartelli informativi hanno attratto anche visitatori inaspettati, un'ottima scusa per piazzare delle cassette delle donazioni in più per avere un guadagno extra oltre i ticket d’ingresso.

Differenti scenari

La situazione si è fatta però ben presto più intricata.

Per portare a termine le spedizioni più complesse abbiamo infatti ingaggiato più specialisti, spesso con abilità uniche e anche con costi crescenti. Nel secondo museo ci siamo poi tuffati nei mari alla ricerca dei segreti di Acquantide e anche per tirare su qualche pesce da piazzare dentro due capienti acquari.

Queste ampie vasche avevano però bisogno di cure particolari, come i filtri per non farle diventare due stagni verdi, un regolatore della temperatura e anche dei distributori per mangimi per non fare morire di fame quei simpatici pesci pagliacci. Per fortuna, le stelle marine erano dei famelici carnivori e si procuravano da sole le prede. I poveri pesci.

A tutte queste attenzioni si erano sommate la voglia di spendere dei clienti, che ci tenevano molto a fare shopping e a comprare gadget personalizzati, senza contare che uno specialista e un meccanico erano ancora dispersi nelle profondità oceaniche alla ricerca di una statua della civiltà perduta.

Come se non bastasse, c’era un ispettore che bussava all’ingresso del museo mentre una buona metà degli inservienti era in burnout per il troppo carico di lavoro.

Two Point Museum è un gestionale abbastanza semplice, ma con il passare delle ore ha messo in mostra tante piccole sfumature che andavano a comporre un puzzle via via sempre più articolato. Il terzo scenario era una casa infestata, un luogo perfetto per conservare bambole demoniache e anche dei fantasmi del passato da rinchiudere in stanze magiche.

Questi spiriti si sono però subito dimostrati molto esigenti e, da bravi custodi, abbiamo dovuto seguire tutti i loro capricci per non innestare una pericolosa reazione a catena.

Così, quel borghesotto e quel povero operaio convivono ora in quattro mura e ciascuno ha tutto ciò che amava quando aveva un corpo, come un orologio a pendolo e una poltrona foderata.

Peccato solo che, tutti intenti a decorare l’ingresso, ci fossimo dimenticati di posizionare il loro amato grammofono. Questa imperdonabile mancanza ha portato alla fuga di questi due stressati fantasmi, che ora si aggirano indisturbati fra le mura del museo, felici di tormentare tutti i visitatori.

Se non altro i ricercatori sono riemersi dagli abissi di Mar Point.

Peccato solo che i punti esperienza guadagnati siano spariti anche questa volta misteriosamente nel nulla e che il finale di Two Point Museum sia coinciso con una cassa rimasta misteriosamente bloccata, solo due fra i tanti piccoli bug che abbiamo incontrato in questa anteprima e che speriamo vengano corretti in fase di pubblicazione.

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Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Un gestionale davvero bizzarro e fuori di testa.

  • La nuova tematizzazione museale ha aggiunto qualche novità interessante.

  • Siamo molto curiosi di esplorare anche gli altri musei.

Contro

  • Forse fin troppo conservativo.

  • Abbiamo intravisto alcuni dei difetti già presenti nei precedenti due capitoli.

  • Speriamo che tutti i bug incontrati vengano corretti in fase di release.

Commento

Two Point Museum sembra seguire da vicino il solco tracciato dai due predecessori. Anche in questo caso il gestionale sviluppato da Two Point Studios fa di tutto per inventarsi qualcosa di sempre più assurdo e fuori dagli schemi – e già in queste prime ore abbiamo visto mostre ed esposizioni che non vedremmo mai in un normale museo. 
Al di là di questa nuova veste, tutto ci è parso però un po' arroccato su posizioni fin troppo sicure, ma saremo felici di venire smentiti con il prosieguo dell'esperienza di gioco. 
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