Twin Mirror, provato il nuovo titolo Dontnod
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
Twin Mirror
- Sviluppatore: Dontnod Entertainment
- Produttore: Bandai Namco
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Data di uscita: TBA 2020
Dopo il meritato successo raggiunto con Life is Strange, Dontnod sembra non conoscere limiti: la collaborazione con Namco Bandai, che darà vita alla serie ad episodi di Twin Mirror, è l’ennesima conferma che il team sta espandendo sempre di più i suoi confini, pur senza tradire quell’attenzione alla narrativa che da sempre contraddistingue i suoi titoli. Questa collaborazione nasce, come spiegato durante la presentazione, da una visione comune, quella di creare un’esperienza narrativa emozionante, un viaggio alla scoperta dell’identità. Abbiamo avuto modo di provare con mano la nuova fatica Dontnod a Gamescom 2018 e siamo pronti a raccontarvi questa nuova storia.
Un uomo distrutto
Il protagonista della storia è un uomo di nome Sam, un giornalista. Sebbene la storia di Sam sia ancora in buona parte avvolta nel mistero, sappiamo qualcosa di lui: dopo una proposta di matrimonio finita male, Sam ha voluto chiudere i rapporti con il suo passato, allontanandosi da Basswood, la sua città natale nel West Virginia. La morte del suo migliore amico, però, lo costringe a tornare proprio là dove si trovano i fantasmi del suo passato, fantasmi che pensava di essersi lasciato alle spalle. Non sappiamo molto altro sulla storia, ma sappiamo che il tema del ritorno a casa sarà uno dei punti focali della nuova avventura firmata Dontnod, un’avventura che potremo plasmare noi stessi attraverso le nostre scelte: saremo noi a scegliere con chi Sam avrà a che fare e come si comporterà, decideremo noi le sue azioni, ed ogni scelta avrà delle conseguenze più o meno pesanti sul proseguire della storia. Compagna di Sam sarà la sua voce interiore, rappresentata da un suo doppio che vedremo comparire in diverse situazioni vicino a noi: egli interagirà con noi, dandoci consigli su cosa fare e non fare. Starà a noi decidere se ascoltare la sua voce o no. E qui troviamo il tema dell’identità, del doppio: la voce interiore di Sam rappresenta una sorta di mr. Hide per il nostro dr. Jekyll, in un dualismo che ricorda quello dell’opera letteraria piuttosto che quello degli adattamenti successivi. La voce interiore di Sam, così come il mr. Hide di Stevenson, non è una voce buona o cattiva, ma semplicemente un’altra prospettiva sul mondo, una possibilità che possiamo scegliere se seguire o meno. Rimane da vedere come le cose si evolveranno tra le due parti di Sam, ma sicuramente questa dinamica ci ha intrigati, lasciandoci famelici di ulteriori dettagli sulla storia.
Dopo la prova, abbiamo avuto modo di parlare con alcuni membri del team di Dontnod. In particolare, abbiamo voluto chiedere loro, tra le altre cose, perché il team sembra essere così focalizzato sulla realizzazione di titoli che vogliono sondare la psicologia umana. La loro risposta è stata davvero interessante: sviluppiamo questo tipo di videogiochi perché vogliamo capire noi stessi; spesso ci comportiamo in modo a noi stessi incomprensibile, e ci rivolgiamo alla fiction per capire meglio il perché delle nostre azioni e dei nostri pensieri. L’intento di Dontnod, dunque, è quello di offrire ai giocatori un’occasione di capire meglio se stessi e le altre persone: un intento senz’altro lodevole, che pensiamo sia stato assolutamente centrato con le loro precedenti fatiche e che speriamo possa essere soddisfatto di nuovo da Twin Mirror.
La realizzazione tecnica del titolo, dal canto suo, fa il suo lavoro pur senza pretendere di raggiungere gli standard delle produzioni ad alto budget. Ci sono punti su cui il team dovrebbe lavorare: le animazioni facciali, ad esempio, appaiono fin troppo legnose, oltre che de-sincronizzate rispetto al labiale. Niente da eccepire, invece, per quanto riguarda la direzione artistica: anche in questo caso è evidente l’impronta del team, soprattutto nel momento in cui si ha la possibilità di visitare il “mind palace” di Sam, una location del tutto peculiare su cui torneremo a breve e che, in poche parole, rappresenta il mondo interiore del nostro protagonista.
Ricostruire il passato
Abbiamo potuto giocare una sezione piuttosto breve di Twin Mirror, che si apre con il brusco risveglio di Sam in una stanza di albergo. Tutto sembra normale, se non fosse per un dettaglio: abbandonata nel lavandino del bagno c’è una maglia sporca di sangue. Sam è completamente illeso e non ha idea di come la maglietta sia finita in quel posto. Comincia così la sua ricostruzione della notte precedente, che ci permette di familiarizzare con le fasi investigative del gioco. Spostando Sam all’interno della stanza, ci siamo messi alla ricerca di oggetti da analizzare ed indizi da raccogliere, in modo da poterci fare un’idea di quanto accaduto. Una volta raccolti abbastanza oggetti, siamo potuti entrare nel mind palace di Sam: in esso ci troviamo nella stessa stanza d’albergo, ma abbiamo la possibilità di fare ipotesi sullo scorrere degli eventi della notte precedente. Le ipotesi tra cui scegliere aumenteranno via via che raccoglieremo indizi. Ad esempio, inizialmente potremo solamente ipotizzare di essere andati direttamente a letto. Dopo aver raccolto il telecomando come indizio nel mondo reale, però, è possibile modificare la ricostruzione degli eventi nel mind palace ipotizzando di essere rimasti svegli a guardare la tv. Solo dopo numerosi passaggi del genere si riesce a raggiungere l’effettivo scorrere degli eventi della notte precedente: si tratta di un sistema ingegnoso che regala una grande soddisfazione una volta che si riesce a raggiungere il bando della matassa, e che non vediamo l’ora di vedere applicato ad enigmi più complessi. Una volta terminata la fase investigativa veniamo posti di fronte ad una scelta: possiamo portare con noi la maglia insanguinata oppure lasciarla dove si trova. Noi abbiamo scelto di metterla nella nostra borsa, ed il gioco ci ha avvertiti che questa scelta avrebbe avuto ripercussioni. Quali siano, purtroppo, rimane da scoprire: la demo da noi provata si chiude proprio con Sam che si lascia alle spalle la camera d’albergo, lasciandoci a bocca asciutta sulla risoluzione del mistero.
– Gameplay investigativo interessante
– Comparto narrativo promettente
Dontonod sembra intenzionata a non sbagliare un colpo: Twin Mirror ha tutte le carte in regola per essere l’ennesimo successo dello studio francese, forte di un comparto narrativo potenzialmente intrigante, che va ad affrontare tematiche che accompagnano l’uomo fin dagli albori della sua esistenza. Il piccolo assaggio che abbiamo avuto a questa Gamescom ci ha convinti, ma ci sarà bisogno di una prova più approfondita per verificare se le promesse fatte verranno mantenute dal titolo finale.
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