Anteprima

The Division 2, provato all'Xbox Showcase

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a cura di Matteo Bussani

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Division 2
The Division 2
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 15 marzo 2019

Mentre ci destreggiavamo tra una partita di Forza Horizon 4 e una sezione platform nei panni di Ori, abbiamo trovato l’occasione, durante l’xbox showcase, per mettere sotto ai denti altri titoli multipiattaforma. Su tutti il più importante è stato The Division 2.

In qualità di seguito il titolo Ubisoft ha l’importante onere di consolidare la posizione del primo capitolo, che è andata via via a conquistarsi nel corso del tempo e del supporto della software house, e di portare la sfida su un livello superiore, arricchendo il gioco di tutto ciò che serve ai giocatori per garantire un’esperienza sempre più completa.

In particolare l’MMO Shooter dei ragazzi di Massive Entertainment sposta l’azione da New York a Washington D.C., aggiungendo elementi fondamentali in una struttura ludica cooperativa, dalle classi per l’end-game fino ai Raid ad 8 giocatori. Purtroppo di tutto quanto ci è stato promesso durante la conferenza, siamo riusciti a scalfire solo la superficie, dato che l’occasione ci ha concesso in prova solamente pochi minuti di gioco. Essi sono stati però efficaci nell’offrirci una panoramica a livello di gameplay di The Division 2, ma vi anticipiamo già che durante la fiera avremo modo di provare più approfonditamente il gioco e di trarre conclusioni più concrete. 
La demo giocabile, disponibile per la prima volta in assoluto al pubblico, ci ha collocato nel bel mezzo di Washington, in quei quartieri devastati e apocalittici che fanno da campo di battaglia per la guerriglia urbana che il gioco vuole raccontare. Siamo stati messi nei panni di un personaggio che ha raggiunto il level cap e che quindi ha già fatto la sua scelta per la specializzazione dell’end game. Fra Sharpshooter, Survivalist e Demolitionist, ognuno con un evidente propensione a un approccio più o meno aggressivo, avevamo in dote un Survivalist, opportunamente dotato di una balestra in grado di infliggere status alterati ai nemici. Le altre due classi invece abbracciano più la natura DPS, con Demolitionist che punta tutto sul danno ad area, mentre Sharpshooter sulla precisione dalla distanza.

Fin da subito, pad alla mano, la sensazione è stata di grande famigliarità con il prodotto. The Division 2, come facilmente intuibile dai gameplay trailer mostrati, a livello di meccaniche si discosta davvero poco dal suo predecessore. Lo shooting leggero accompagna un’interfaccia di gioco oramai nota, che racchiude in pochi e semplici tasti le azioni da dover compiere durante l’avanzata.
Le abilità concedono uno spunto aggiuntivo per i giocatori, che possono utilizzare determinati gadget in attacco o in difesa. Abbiamo la mina a ricerca, il nido di minidroni, il chem launcher e il drone d’assalto. A livello di utilità essi riescono con facilità a risolvere situazioni in cui la copertura nei nemici ci impedisce di progredire. Purtroppo l’intelligenza artificiale non sorprendente dei nemici, spinti sempre a progredire dopo una prima copertura, ci ha portato a un approccio fin troppo classico agli scontri, senza dover per forza sfruttare la strumentazione a disposizione.

L’obiettivo che ci è stato affidato era quello di sconfiggere un gruppo di esaltati belligeranti, chiamati True Sons, in modo tale da liberare l’accampamento da loro dominato, per poi difenderlo da ondate di nemici in cerca di una sortita. Niente di complesso, ma evidentemente indicativo di quelle che saranno le principali dinamiche di questo secondo capitolo di The Division. Quello che però più ci ha colpito è l’evoluzione del level design, rispetto alle strade del primo capitolo e ai cunicoli instanziati a cui portavano, ora siamo di fronte a un completo open world. La scelta di Washington infatti, con la sua politica urbanistica molto più orizzontale rispetto a quella di New York, ci ha permesso di avere una mappa aperta all’interno di cui agire, con le missioni che si attivano una volta raggiunta l’area dedicata. Abbiamo apprezzato particolarmente anche la decisione di calcare la mano sulla vegetazione selvatica di questi territori, perchè riesce a regalare una sensazione genuina di abbandono dell’uomo sulla società.Anche a livello tecnico The Division 2 vive in continuità del suo passato, a parte l’apertura a una maggiore estensione delle mappe e un arricchimento generale delle ambientazioni (abbiamo giocato su Xbox One X devkit), non segnaliamo infatti nessuna particolare rivoluzione rispetto alla già ottima resa dell’engine Snowdrop ottenuta pochi anni fa.

– Grande attenzione per il gameplay

– Ambientazione più aperta e accattivante

In attesa di un ulteriore approfondimento di The Division 2, grazie a un hands-on ben più lungo che avremo modo di effettuare durante la fiera, possiamo scrivere con certezza che il titolo di Ubisoft vuole continuare la progressione sviluppata con il precedente episodio, trasferendo quanto di buono si era ottenuto nel tempo e aggiungendo nuove modalità e nuove caratteristiche al gameplay.

L’attenzione ai Raid, alle specializzazioni dell’end-game, alle abilità e ai continui aggiornamenti, è una chiara testimonianza della volontà di creare un gioco che sappia intrattenere di volta in volta fino al rilascio del contenuto successivo. Già tre ne sono stati previsti per il primo anno.

Il gioco è stato annunciato per il 15 marzo 2019 per PS4, Xbox One e PC.

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