Tactics Ogre Reborn è sia vecchio che nuovo, ma va bene così
Vi raccontiamo come sono andate le nostre prime ore con il gioco
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Square Enix
- Produttore: Square Enix
- Distributore: Plaion
- Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH , PS5
- Generi: Gioco di Ruolo , Strategico
- Data di uscita: 11 novembre 2022
Gli ultimi anni sono stati abbastanza generosi con i giocatori console amanti della strategia, a turni o in tempo reale che sia: Triangle Strategy, Gears of War Tactics, il recentissimo Mario + Rabbids Sparks of Hope sono solo alcuni degli esempi più recenti, per un genere che non è mai stato uno dei preferiti delle masse ma che, nel contempo, non è mai morto, regalandoci giochi di grandissima qualità nel corso degli anni.
Oggi, ad undici anni dall'uscita su PSP, di cui trovate ancora l'entusiastica recensione sulle nostre pagine, siamo qui a parlarvi di Tactics Ogre Reborn, rifacimento del settimo episodio del franchise Ogre Battle, uno dei più amati dal pubblico – e, indiscutibilmente, uno dei migliori.
Quello che segue è un resoconto delle nostre prime ore in compagnia del gioco, in attesa dell'analisi finale che troverete su queste pagine tra qualche settimana.
Di guerre e vendette
Nulla del plot imbastito da Yasumi Mitsuno e dal suo team è cambiato in questa nuova iterazione del titolo, e per questo aspetto, come per altri riguardanti la struttura ed i ritmi di gioco, non possiamo che rimandarvi alla nostra recensione del 2011: sebbene sia passato oltre un decennio, le considerazioni fatte all'epoca rimangono ancora valide, complici l'assenza di contenuti inediti e l'efficacia del plot e dei dialoghi.
Rigiocare le prime ore ci ha fatto ricordare quanto complessa sia la lore del titolo e quanto questo poggi su un worldbuilding lento ma grandioso, che potrebbe però spiazzare non solo quanti non abbiano mai giocato ad alcun titolo della serie: il solo non conoscere l'ordine di Lodis, ad esempio, potrebbe incidere notevolmente sulla comprensione di alcuni passaggi della trama, che rimane abbastanza oscura durante le prime ore, quando molti degli attori principali non sono ancora entrati in scena.
Eppure, oggi come all'epoca della prima pubblicazione, coloro i quali decideranno di perseverare saranno ricompensati con un intreccio stimolante e maturo, che tratta temi non troppo comuni tra i congeneri e che si concentra su alcune delle emozioni più forti che una guerra può far scaturire in un essere umano.
Spiace, allora, che tra le tante lingue disponibili manchi l'italiano, quantomeno per i sottotitoli: se l'obiettivo di questa riedizione era quello di avvicinare nuove leve ad un classico intramontabile, questa mancanza, visto anche l'inglese abbastanza elaborato del titolo, potrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile per alcuni nostri lettori.
Micromanagement
Dei numero di ribilanciamenti che Square Enix ha operato per ammodernare il titolo ed avvicinarlo agli standard odierni, dettati da titoli come il recente Triangle Strategy, avremo tempo e modo di parlare in sede di recensione: le prime ore ci hanno ricordato con forza quali siano le qualità che hanno concesso a questo prodotto di emergere vittorioso sulla concorrenza tanto su Super Nintendo quanto su PlayStation Portable.
Ci riferiamo ad una profondità fuori parametro, ad un livello altissimo di personalizzazione delle truppe, che va dall'equipaggiamento alle skill equipaggiabili (quattro in questa versione), passando per gli incantesimi e mosse finali, capaci di capovolgere l'esito di uno scontro che volge al peggio.
Certo, questa enorme libertà si riflette anche in un ammontare di micro-managament notevole, che vi farà spendere nei menu poco meno del tempo che passerete effettivamente sul campo di battaglia, ma lo scopo del team di sviluppo, che non ha snaturato la sua creatura in questa riedizione, era sin dall'inizio quello di offrire un'esperienza avvolgente, totalizzante, profonda.
E sotto questo punto di vista, con qualche distinguo che ci riserviamo di approfondire prima di esporre, Tactics Ogre Reborn (potete già trovarlo su Amazon) non delude affatto, restituendo un'esperienza complessivamente impagabile per gli appassionati della prima ora, anche se ancora abbastanza ostica per quanti volessero accostarsi al franchise a partire da questo episodio.
Se c'è una cosa che Tactics Ogre Reborn mette in chiaro già dalla quarta o quinta battaglia è che, in assenza di un selettore per la difficoltà, i giocatori più distratti e meno avvezzi a prendere decisioni ponderate avranno vita difficile, più che in alcuni dei congeneri più recenti che abbiamo recensito su queste pagine nel lungo iato intercorso tra l'edizione PSP e questa.
Quanto è stato fatto?
Se le prime ore di gioco non ci hanno lasciato troppi dubbi riguardo al gameplay e alla miriade di accorgimenti e ribilanciamenti messi in campo dal team di sviluppo, qualche remora è rimasta riguardo all'aspetto tecnico, sul quale sembra che gli interventi siano stati assai meno impattanti.
Sebbene il producer abbia spiegato in numerose interviste i motivi che hanno portato il team a non optare per un remake in HD-2D, ci saremmo aspettati uno sforzo maggiore sotto questo punto di vista, soprattutto nell'ottica di attirare un nuovo pubblico, che di sicuro non rimarrà impressionato dal pur ottimo design dei personaggi e dalla stilizzazione che invece tanto bene avevano reso sullo schermo della prima console portatile di Sony.
Giocato oggi, nel nostro caso sulla medesima console capace di far girare titoli come Horizon Forbidden West e Marvel's Spiderman Miles Morales, Tactics Ogre Reborn impressiona assai meno e, pur fatte le dovute proporzioni, risulta un passo indietro rispetto non solo a Triangle Strategy ma anche ad altri titoli simili pubblicati nell'ultimo biennio.
In questa fase, però, non possiamo che sospendere il giudizio e riservarci un po' di spazio di manovra, perché abbiamo davanti un'avventura lunga almeno cinquanta ore, durante le quali ogni impressione può essere sovvertita.
Versione testata: PS5