Immagine di Stellar Blade | Provato - Un po' Nier, un po' soulslike, un po' Bayonetta
PROVATO

Stellar Blade | Provato - Un po' Nier, un po' soulslike, un po' Bayonetta

Abbiamo giocato e portato a termina la demo di Stellar Blade che a breve sarà disponibile per il pubblico: ecco che cosa ne pensiamo.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Stellar Blade
Stellar Blade
  • Sviluppatore: Shift Up
  • Produttore: PlayStation Studios
  • Distributore: Sony Interactive Entertainment
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PS5 , PC
  • Generi: Action Adventure
  • Data di uscita: 26 aprile 2024 (PS5) - TBA 2025 (PC)

Stellar Blade si profila come una delle scommesse più affascinanti del 2024 di Sony, per una serie di motivi: è una nuova IP, merce sempre più rara in un mercato che tende ai seguiti e alla standardizzazione; proviene da uno studio semisconosciuto, alla sua prima esperienza con un gioco su console; e, in ultimo, proviene dalla Corea, una terra che ultimamente si è dimostrata fertile (basti pensare a Lies of P di Neowiz) ma che non può contare sulla storia di altri Paesi famosi per i loro sviluppatori, come il Giappone.

Chi ci legge sa che a noi le scommesse piacciono un sacco, e quindi non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione di provare con mano Stellar Blade in anteprima. Vi raccontiamo come sono andate le cose dopo questo primissimo approccio.

Ospiti in casa nostra

Due informazioni di servizio prima di iniziare: la demo da noi provata in anteprima sarà presto disponibile anche per il pubblico, quindi tutti i nostri lettori potranno farsi un'idea del gameplay dell'esclusiva PS5 prima di procedere, eventualmente, all'acquisto.

Secondariamente, cosa che apprezziamo, i progressi ottenuti nella demo potranno poi essere importati nella versione finale del titolo, il che dona valore al paio d'ore spendibili nella demo e la rende una sorta di vero e proprio antipasto del gioco finale, soprattutto per quanto concerne il combat system e le meccaniche di gioco.

Stellar Blade si apre con una lunga sequenza cinematica che riesce a farsi apprezzare per il taglio fortemente cinematografico e per la crudezza dell'azione, ambientata sì sul pianeta Terra ma in un futuro lontano, in cui l'umanità è stata costretta alla fuga da una misteriosa razza aliena, i Naytiba, tanto brutta a vedersi quanto letale.

Squadre di eroine vengono catapultate sulla superficie terrestre, ma l'attacco viene intercettato e le navicelle abbattute, con conseguenti ingenti perdite di vite delle squadre d'assalto. Le uniche due a salvarsi sono Eve, l'eroina che saremo chiamati ad interpretare, e Tachy, una delle sue compagne di squadra, dal carattere duro e determinato.

L'atmosfera e le ambientazioni richiamano alla mente quelle di Nier Automata.
Come volevasi dimostrare, niente va come pianificato, e quella che doveva essere una missione per colpire al cuore l'organizzazione apparentemente ad alveare dei Naytiba termina in un massacro, tra mostri di dimensioni gargantuesche e letali trappole sparse lungo ciò che rimane del nostro pianeta.

L'atmosfera e le ambientazioni, complice anche la colonna sonora orchestrata dal medesimo studio, richiamano alla mente quelle di Nier Automata, sicuramente una delle principali fonti di ispirazione per il team di sviluppo.

Qui, però, da quel poco che abbiamo visto, prendono una piega ancora più oscura, con mostri particolarmente efferati nei loro attacchi, arti che volano via ed effetti visivi decisamente destinati ad un pubblico adulto.

L'incrocio giusto?

Pad alla mano, Stellar Blade è un peculiare ibrido tra Nier Automata e un soulslike, con qualche strizzatina d'occhio alle pose conturbanti ma letali della trilogia di Bayonetta.

Se la struttura generale dei due livelli che abbiamo avuto modo di provare richiama direttamente quella del genere di fatto inventato da FromSoftware, con i punti di salvataggio che fanno respawnare i nemici, le cure limitate e un sistema di combattimento che richiede attenzione ed osservazione dei pattern nemici, dall'altra la rapidità di Eve, l'inquadratura e le fasi di esplorazione appaiono come una diretta emanazione di quanto visto nel capolavoro di Yoko Taro e PlatniumGames del 2017.

Anche selezionando il livello di sfida maggiore, tra i due disponibili nella demo, siamo ben lontani dagli eccessi dei titoli partoriti da Miyazaki e dal suo team, ma anche dalla disarmante semplicità di certi titoli character action, dove il button mashing è sufficiente per farsi strada per la gran parte.

I Naytyba picchiano duro, sono mediamente piuttosto rapidi ed hanno attacchi ad ampia gittata, che rendono quasi inutile la schivata, se non effettuata all'ultimo secondo disponibile.

Ecco, per adesso le due differenze più grandi con il sistema in uso in tutti i soulslike riguardano proprio la schivata e la scelta, che troviamo sensata per non inimicarsi troppo le masse, di non punire eccessivamente il giocatore alla morte.

Per quanto concerne la prima, pur avendo attivato il modificatore che la facilita, ampliando la finestra in cui è attivabile, l'abbiamo trovata assai meno utile rispetto a tanti congeneri: il range è limitato, e spesso gli attacchi dei nemici più grandi (non solo i boss, si badi bene) vanno a segno comunque, anche effettuandola correttamente.

Piuttosto, il sistema di combattimento sembra puntare sulla parata e sul contrattacco, effettuabile sia per gli attacchi normali sia per quelli speciali, quando la nostra eroina si proietta alle spalle del malcapitato nemico per infliggere danni gravi.

Differentemente da Bayonetta, allora, Eve dovrà fare affidamento sulla capacità di leggere gli attacchi avversari e muoversi di conseguenza: premere a ripetizione il tasto cerchio, delegato alla schivata, servirà a molto poco.

L'altra grande differenza è che alla morte, pur ripartendo dal punto di salvataggio più vicino, con tutti i nemici nuovamente in vita, al giocatore non saranno sottratti né la preziosa esperienza per acquisire nuove abilità né le monete sin lì accumulate, utili per acquistare beni come ulteriori pozioni o oggetti da lancio.

Ne viene fuori un action game impegnativo ma meno frustrante dei suoi congeneri più intransigenti, che incita il giocatore a studiarne i sistemi e il ritmo dei combattimenti — ma senza punirlo eccessivamente per i suoi fallimenti, che, nonostante questa curva meno ripida della difficoltà, non tarderanno ad arrivare.

I veterani dei giochi FromSoftware troveranno risibile la sfida offerta dal boss conclusivo della demo, ma siamo sicuri che molti appassionati di action game character oriented, come l'ultimo Devil May Cry e Scarlet Nexus, troveranno qui una sfida più che adeguata ai loro standard, almeno per quanto visto nelle due orette scarse di durata della demo.

Le nostre orecchie approvano

Ci teniamo in questa sede a debita distanza dalle sterili polemiche sulle forme delle protagoniste e sulla liceità delle tutine aderenti che indossano durante i combattimenti: ognuno dei nostri lettori avrà la sua opinione a riguardo e Stellar Blade non è certo né il primo né l'ultimo gioco a contare su protagoniste formose ed attraenti.

Piuttosto, queste prime ore denotano una certa ricercatezza nel character design, non a caso a firma del noto artista coreano Kim Hyuing Tae (MagnaCarta), ed una colonna sonora di pregevole fattura, che porta la firma di numerosi artisti, tra cui quelli dello studio MONACA, conosciuto al grande pubblico per l'ottimo lavoro svolto sul franchise Nier.

A fronte di un numero di tracce limitato, che ci auguriamo cresca con il passare degli stage, ci sono però vocalizzi di grande delicatezza, motivi malinconici che si sposano benissimo con la vista di città devastate e motivi pronti ad esplodere in prossimità degli scontri con i nemici.

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Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Buon combat system.

  • Valori produttivi degni di nota.

  • Sembra proporre un compromesso accettabile tra spettacolarità e difficoltà.

Contro

  • Prova troppo breve per poterli inquadrare

Commento

Difficile inquadrare Stellar Blade da una demo così breve: l'action game di Shift Up sembra difettare in originalità, preso in mezzo tra una protagonista che richiama Bayonetta, un mondo di gioco che fa il verso a quello di Nier Automata ed un combat system che deve molto ai soulslike, eppure non manca di offrire scontri finemente cesellati, felice punto d'incontro tra la spettacolarità dei character action game e la difficoltà tipica delle opere ispirate a quelle del maestro Miyazaki.
Dopo queste due orette passate a spulciare le prime battute di gioco, siamo, se possibile, ancora più curiosi di mettere le mani sul codice finale e verificare sul lungo periodo la bontà del titolo d'esordio del team coreano. Rimanete quindi sulle nostre pagine per la recensione definitiva.
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