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Spyro Reignited Trilogy, provato il ritorno del drago viola

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a cura di Gottlieb

Informazioni sul prodotto

Immagine di Spyro Reignited Trilogy
Spyro Reignited Trilogy
  • Sviluppatore: Toys for Bob
  • Produttore: Activision
  • Distributore: Activision Blizzard
  • Piattaforme: PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Piattaforme
  • Data di uscita: 13 novembre 2018 - 3 settembre 2019 (Switch)

È inutile nascondersi dietro il dito della nostalgia: dopo Crash Bandicoot era necessario poter riavere anche Spyro sulla corrente generazione. Il draghetto viola, che fu diretto concorrente di Naughty Dog e la sua mascotte alla fine degli anni ’90, passato sotto l’egida di Activision si prepara a conquistare la generazione offrendo uno spettacolo per gli occhi che Toy’s for Bob ha raccolto dalle ceneri degli archivi di Insominac e trasformato in qualcosa di mozzafiato da vedere. Abbiamo avuto modo di provare tre livelli, tutti facenti parte del primo Spyro, e lanciarci a capofitto in quell’esperienza che dopo una iniziale ricerca dei draghi da salvare si trasformava in un open world di grande pregio.

Ci viene subito ricordato, infatti, che Spyro nel suo hub di gioco fu il primo open world per PlayStation, un’operazione lodevole che in questa trilogia torna con grandissimo vanto. Tra l’altro l’operazione di rifacimento non è soltanto quella visiva, ma anche sonora: l’attenzione che il team ha avuto per la riproposizione della soundtrack e degli effetti sonori è lodevole. Un esempio che ci viene immediatamente fatto è il suono che viene riprodotto quando siamo vicini a un drago da liberare: ascoltando quello originale, gli sviluppatori si sono resi conto che stonava moltissimo con il resto del comparto audio, essendo l’effetto pesantemente compresso. Il primo passo è stato, quindi, riadattarlo e rifarlo, dandogli più brio e più vivacità. Allo stesso modo c’è da apprezzare alcuni degli spunti forniti dalla nuova trilogia dal punto di vista artistico: se il gameplay è rimasto invariato, compresi i tasti con i quali compiere le azioni note, ossia lo sputo di fuoco e l’incornata, gli sviluppatori hanno pensato di dare una personalità specifica a ogni drago. Il primo che viene liberato, nel primissimo livello di Spyro, è Nevin: il drago è stato rappresentato come un pittore che attorno a sé, in quella che è la sua abitazione, ha appeso tantissimi quadri che rappresentano il suo passato, le sue vacanze e i suoi momenti più importanti. Un modo come un altro per dare maggior spessore ai nostri simili che dovranno essere salvati e che svecchia, quindi, quella sequela un po’ anonima di draghi da salvare. In origine, tra l’altro, nella stanza che ospitava Nevin non c’erano affissioni né altre velleità stilistiche, il che attesta la volontà da parte del nuovo team di arricchire un remake che è stato realizzato praticamente da zero, mantenendosi fedelmente a ciò che era stato realizzato a suo tempo da Insomniac. Per il resto l’aspetto grafico è incredibile in ogni suo dettaglio: nelle prime scorribande nell’erba ci rendiamo che il movimento di quest’ultima reagisce perfettamente al nostro passaggio, così come si brucia a chiazze nel momento in cui ci ritroveremo a sputare fuoco contro i nostri avversari. Anche questi ultimi si presentano con un altissimo livello di dettaglio, a partire dai cani pelosi e cresciuti che troveremo inizialmente accucciati a terra fino agli stregoni più grandi e nerboruti posti a guardia di alcuni archi attraverso i quali, per forza di cose, passeremo con la violenza. 

Abbiamo avuto modo di provare anche una delle sfide più ostiche che all’epoca corredavano l’esperienza di Spyro, ossia un livello in volo, che ci chiamerà a distruggere quattro serie da otto di oggetti entro un determinato lasso di tempo. Un’esperienza davvero ostica, che però aumenta il livello di sfida e vi terrà incollati sullo stesso livello per un bel po’ di minuti, alla ricerca del successo finale. Anche in questo caso è stato possibile apprezzare il lavoro tecnico svolto, sia nella fluidità che nei colori dell’ambiente che ci circondava. Dal punto di vista del gameplay, invece, come già detto poc’anzi, non ci sono varietà e anzi ci è sembrato tutto fedelmente riprodotto da ciò che era l’originale Spyro, un platform che difficilmente si può dire sia invecchiato male, anzi: avendo dalla sua la forza di meccaniche semplici, intuitive, ma allo stesso modo gradevoli, il draghetto viola si può candidare senza alcuna difficoltà a rivelazione di questo autunno, andando a bissare il successo che Crash Bandicoot ha ottenuto lo scorso anno. 

– Un lavoro tecnico eccellente

– Qualche velleità artistica che impreziosisce la proposta

La Spyro Reignited Trilogy è un lavoro eccezionale dal punto di vista visivo e audio: il compito svolto va oltre la semplice remastered e ci dimostra come la possibilità di riportare nella corrente generazione prodotti pubblicati sulla prima PlayStation, per i quali un remake sarebbe abbastanza improbabile, è reale. Settembre è dietro l’angolo e noi non vediamo l’ora di poter osservare al meglio l’open world di Spyro nel secondo e nel terzo capitolo di questa Trilogy.

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