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SoulCalibur VI, provato il nuovo capitolo della saga firmata Yotoriyama

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a cura di Gottlieb

Informazioni sul prodotto

Immagine di Soul Calibur VI
Soul Calibur VI
  • Sviluppatore: Bandai Namco
  • Produttore: Bandai Namco
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Picchiaduro
  • Data di uscita: 18 ottobre 2018

Riportare Soulcalibur sul mercato era un obbligo morale di Bandai Namco, soprattutto dopo aver rilanciato Tekken con il settimo capitolo della saga dei Mishima. Per questo a Los Angeles abbiamo affrontato con curiosità la demo a nostra disposizione, soprattutto per poter rievocare quelle sensazioni che Soulcalibur ci ha donato nel corso degli anni su PlayStation: tra l’altro il team di sviluppo è stato abbastanza chiaro nello specificare che un occhio al passato è stato più che dedicato. L’ambientazione del sedicesimo secolo, immediatamente dopo le vicende narrate nel primo capitolo, ne è la chiara dimostrazione; ciò, però, non vuole togliere spazio alle novità, sia dal punto di vista del gameplay che per quanto riguarda i nuovi combattenti.

Prima di fiondarci sugli aspetti legati alla trama e ai personaggi, riteniamo opportuno spendere qualche parola sul gameplay, che si presenta con qualche novità e con qualche gradito ritorno. Innanzitutto Soulcalibur VI introduce il Reversal Edge, una meccanica che ha una duplice accezione: da un lato può far storcere il naso dai puristi, ma dall’altro c’è da dire che la sua attivazione è talmente lenta che si dimostra inutile in uno scontro tra professionisti del genere. La spiegazione di Reversal Edge, in maniera banale, è riconducibile a una meccanica della morra cinese: introduce un elemento di fortuna che va completamente a distruggere la strategia del giocatore, che in un picchiaduro del genere fa fede, o dovrebbe farla quantomeno, esclusivamente sulla propria bravura. Il Reversal Edge, però, è stato presentato anche come un meccanismo che permette ai novizi di contrastare i professionisti, cercando di avere, dalla loro, un elemento casuale aggiuntivo: dal punto di vista visivo c’è da dire che se alle prime due occasioni tale mossa può risultare affascinante, dopo un po’ inizia a stancare. Lo slow-mo vi mette dinanzi a pochissimi secondi di tempo utili per premere il tasto azione che preferite, sperando che il vostro avversario ne abbia premuto uno meno forte, così da poter trionfare come in un normale carta-forbice-sasso. Nelle nostre sfide ci è capitato di trovare abbastanza scomoda l’interruzione dell’azione in così ripetute occasioni e confidiamo nel fatto che nella versione finale del gioco ci possa essere un bilanciamento rinnovato delle meccanica, magari con la possibilità di utilizzarla esclusivamente una volta a lotta. Tolta questa novità passiamo alle Critical Edge, che tornano e si confermano nella saga, andandosi a inanellare perfettamente nel resto delle mosse proposte.  Da Soulcalibur 3, invece, torna la Soul Charge, una modalità potenziata che vi permetterà di caricarvi e assaltare l’avversario andando a infliggere danni maggiorati. Visivamente tale mossa vi permetterà di trasformarvi in una sorta di demone, cedendo all’oscurità che c’è dentro di voi e cambiando anche il colore dei vostri occhi. Infine menzione fondamentale anche per la Guard Break, che entra nel gameplay in sostituzione del Guard Impact e che vi permetterà di infrangere la guardia avversaria senza andare a intaccare la barra dell’energia. Chiudiamo con una novità del franchise, ossia il Letal Hit, che vi farà anche distruggere, dal punto di vista estetico, l’armatura dell’avversario diminuendo drasticamente la sua resistenza. Va da sé che tutte queste tipologie specifiche di azioni andranno analizzate con maggior criterio e attenzione, lontano da quella prova che ci ha permesso di effettuare soltanto alcune sfide in un ambiente comunque caotico: con un hands-on più preciso, e soprattutto in fase di recensione, avremo modo di dirvi di più su tutte le novità che Soulcalibur VI ha voluto proporre nel suo gameplay. 

Ovviamente le novità non si fermano al gameplay, perché, come d’altronde era stato annunciato, nel nuovo capitolo del picchiaduro weapon based di Bandai Namco ci sarà anche Geralt di Rivia, il protagonista di The Witcher: lo Strigo ha un set di mosse completamente diverso dagli altri combattenti, come logica suggerisce, e ha dalla sua non solo la spada da utilizzare, ma anche la magia, così da poter realizzare un mix di combo micidiali. L’utilizzo dei Segni, un elemento particolarmente distinguibile del protagonista di The Witcher, è ben amalgamato con l’intero battle system del personaggio. L’altra new entry del roster è Groh, che tra l’altro ci è stato mostrato in uno scontro con lo Strigo a mo’ di dimosrazione: si tratta di un guerriero proveniente dalle isole del nord, dalla stazza imponente e pronto a sfoderare la sua doppia lama. Groh ha dalla sua un teletrasporto che gli permette di coprire le distanze più piccole in pochissimi secondi (ci è quasi sembrato un Hit di Dragon Ball FighterZ in alcuni aspetti, ma senza voler esagerare). C’è da dire che per quanto Soulcalibur VI riesca a fregarsi, per la prima volta, dell’Unreal Engine 4 e dei 60fps, oltre che a confermare il suo essere in picchiaduro in 3D, il character design ci è sembrato poco ispirato, anzi eccessivamente omologato tra i vari combattenti. Ciò che invece ci fa ben sperare è la presenza, stando a quanto spiegatoci, di una story mode: sarà incentrata sulla Soul Blade, una spada attorno alla quale girerà una storia che non sembra incredibilmente originale, ma che quantomeno proverà a offrire uno scenario che ci farà conoscere meglio le vicende dei personaggi. Tale modalità sarà intervallata da filmati, cutscenes, intervalli narrati con delle illustrazioni e conseguenti fumetti, con figure fisse a schermo. Arriveranno maggiori dettagli nei prossimi mesi anche a riguardo.

– Geralt di Rivia inserito adeguatamente

– Ci sarà una story mode

– Novità nel gameplay, anche se con qualche riserva

Soulcalibur VI è in arrivo il prossimo 19 ottobre e confidiamo di poter avere quanto prima nuovi dettagli da raccontarvi, oltre a poter approfondire le tematiche che più ci interessano di quelle che sono le novità del gameplay. Sicuramente il voler riportare il franchise in auge è un’operazione importante, ma che non dovrà spingere i fan a storcere il naso: far conoscere il brand ai neofiti è una scelta giusta, ma rispettare il passato lo sarebbe altrettanto.

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