Il 9 aprile alle 20:00 (ora italiana) si è tenuta la prima conferenza dell’
E3 2018. Ad inaugurare l’evento videoludico più importante dell’anno è stata
Electronic Arts. Se in generale la conferenza del grande publisher di Redwood non ha avuto particolari guizzi (ne trovate il riassunto
qui, mentre il pagellone è
qua) senza dubbio vi sono stati due videogiochi indie che hanno saputo ritagliarsi un po’ di attenzione. Il primo di questi è stato
Unravel Two, che un po’ a sorpresa è stato pubblicato “in tempo reale” (lo abbiamo provato
qui), il secondo invece è appunto
Sea of Solitude, titolo per PS4, Xbox One e PC inatteso ma che si è dimostrato da subito interessante, anche al netto delle scarne informazioni fornite. In questa anteprima le ripercorriamo brevemente.
C’è poco da metaforizzare
Sea of Solitude si inserisce nell’
EA Originals, il programma di supporto del publisher californiano per i videogiochi indipendenti. Durante la conferenza del 9 aprile è salito sul palco Patrick Söderlund, il Chief Design Officer, che ha dichiarato che hanno deciso di continuare tale percorso di supporto a seguito del gran successo di
A Way Out. Stavolta comunque la casa “prescelta” è stata la berlinese
Jo-Mei. In veste di portavoce è quindi salita sul palco
Cornelia Geppert, il direttore creativo del gioco. Per quanto visibilmente emozionata, l’autrice ha rivelato come il progetto del suo studio sarà una storia molto personale e intimista, che indagherà sulla solitudine e sulle conseguenze che può avere sulla mente umana. Sempre stando alle parole della Geppert, vi sono molti tipi di solitudine, ma hanno un punto in comune: a un certo punto tutte trasformano l’essere umano in un “mostro”. Il cardine (anche estetico) sarebbe che in
Sea of Solitude tale trasformazione va intesa in senso letterale e non metaforico. La protagonista
Kay sarà infatti parzialmente trasformata in uno di questi mostri, la cui ricerca di una “cura” sarà ovviamente la premessa per un viaggio alla ricerca di sé stessa. L’impostazione generale a livello di
gameplay appare comunque quella di un adventure, quindi un’ambientazione che progressivamente si apre al giocatore man mano che questo acquisisce abilità. La città stessa, alluvionata per via di una catastrofe climatica, parrebbe poi ispirata alla stessa Berlino, che appunto è la città d’origine degli stessi
Jo-Mei Games.
Lo sviluppatore tedesco ha voluto scrivere una storia che, per quanto ambientata in un contesto chiaramente irreale, potesse parlare con chiarezza all’utenza e farla riconoscere nelle varie sfaccettature di una tematica così delicata. Sea of Solitude vuole portare su schermo come le persone esprimano certi tipi di solitudine e anche le reazioni e relazioni di coloro che stanno loro accanto.
C’è tanto anche in un breve teaser
A corredo della presentazione di Cornelia Geppert, è stato ovviamente proiettato un breve teaser trailer. Anche da quei due minuti si può già vedere come Sea of Solitude sarà un titolo dall’estetica semplice ma d’impatto, che sfrutta le tonalità caricate del cel-shading e li abbina ai forti contrasti cromatici del nero. La rappresentazione dei “mostri” è infatti costruita proprio su tale estetica, immergendola in un contesto apparentemente post-apocalittico. I pochi fotogrammi del trailer mostrano infatti un mondo in cui gli oceani si sono innalzati, con tutte le conseguenze che ne derivano. Una di queste è il probabile fatto che la società umana abbia subito un duro colpo, da quale deve ovviamente riprendersi. La storia di Kay parrebbe quindi snodarsi in una serie di ambientazioni in cui spostarsi sia a piedi sia con l’ausilio di un motoscafo, in una concezione un po’ platform ma anche legata alla presenza dei “mostri”. Coloro che sono ormai irrecuperabili si sono trasformate in entità oscure, che a parte la loro forma animale appaiono ancora sostanzialmente indecifrabili. Molti di questi esseri hanno però raggiunto dimensioni gigantesche, facendole incombere (anche metaforicamente) su quel che resta del mondo. Il teaser in tal senso ne mostra tre: una sorta di “mostro marino”, un gigante ginoide e un corvo colossale. Ad accumularli però vi sono sempre dei disturbanti occhi rossi. Il video ha però mostrato anche la presenza di entità umane, tra le quali Kay vaga con un evidente senso di disagio. La storia comunque permetterà a Kay di ottenere ulteriori “poteri” che le faciliteranno il cammino, permettendole di non dover sempre ricorrere alla barca a motore per superare i mari. Non paiono tuttavia esserci rimandi a un eventuale sistema di combattimento, cosa che in parte confermerebbe l’intenzione di ambientare una storia che prima di tutto è atmosfera, racconto e metafora. I Jo-Mei si ritaglieranno comunque il giusto lasso di tempo per portare a termine la loro visione: il trailer si chiude infatti con una data di uscita ancora generica, “inizio 2019”.
– Una metafora visiva della solitudine
– Estetica pulita ma d’impatto
Senza dubbio, Sea of Solitude si è dimostrata una delle rivelazioni più interessanti della conferenza EA all’E3 di quest’anno. Un videogioco profondo ma dall’apparenza assolutamente umile, che si pone come obiettivo il raccontare un’emozione comune ma allo stesso tempo incredibilmente “scomoda” e delicata come la solitudine. La via scelta parrebbe essere quella della metafora che diventa rappresentazione letterale, per dipingere un viaggio di una giovane donna verso la propria redenzione. Il teaser mostrato indicava come data di uscita un generico “Early 2019”: rimanete con noi per tutte le novità dall’E3 di quest’anno e per la recensione della versione completa del gioco!