Mancava solo lei tra le serie Milestone a compiere il passaggio ad Unreal: Ride. L’eredità di quel Tourist Trophy per PS2, con le ovvie differenze che non staremo qui a ripetere, giunge alla sua terza iterazione per accontentare quel pubblico, appassionato delle due ruote su strada, che non disdegna un aggiornamento dell’esperienza videoludica in questo campo.
Come era lecito aspettarsi, vista l’esperienza con gli altri franchise che hanno compiuto lo stesso passaggio, la prova durante Gamescom 2018 si preannunciava di assoluto rilievo, con un motore di gioco al passo con i tempi, in grado di far sbalzare l’esperienza di gioco dritta nel 2018.
Per descrivere Ride 3, dunque, cominceremo con un semplice paragone. Ricordatevi Ride 2; ora miglioratelo in ogni suo singolo aspetto, grafico, fisico e contenutistico, e il risultato sarà Ride 3. Se i primi due sono, come dicevamo prima, obbligati al punto che non fanno più notizia, quello che è interessante è che lo studio di sviluppo si è impegnato per sfruttare il know how guadagnato per riempire contenutisticamente il gioco, oltre che riproporne semplicemente una versione tecnicamente migliore. Aumenta il numero delle moto, delle customizzazioni, ma, più importante di tutti, arriva un motore per le livree che permette una personalizzazione totale, concedendo al giocatore anche l’abilità di disegnare direttamente sulla carena della moto le proprie idee.
La campagna si rivoluziona, passando da una semplice serie di eventi, a una serie di riviste. In pratica vivremo ogni gara come parte di un resoconto giornalistico di qualche periodico di moto che si è interessato della nostra avventura. Ne deriva un sistema graficamente accattivante e pratico per affrontare le piste, secondo l’ordine preferito, ma con una logica retrostante su categorie e circuiti ben definita.
Nella demo di Gamescom 2018, ci è stato concesso abbondante tempo a disposizione (circa un’ora) per provare le 30 moto nel garage, tra serie di gare suddivise in circuito e time-attack. Con diverse tipologie di aiuti attivi, abbiamo riscontrato modi completamente diversi di affrontare il gameplay del gioco. Nella sua versione più arcade, il gioco richiede l’attenzione minima per affrontare con precisione curve e tornanti senza badare al giusto punto di staccata e alla velocità di percorrenza della curva, affidata all’intelligenza artificiale. Togliendo le rotelle al veicolo invece, la complessità del sistema di guida si è messa in mostra, e ha lasciato che fossero realmente percepite le differenze dei vari veicoli nei relativi circuiti.
Ovviamente le moto più pesanti, potenti e stabili nei rettilinei, avevano bisogno di spazio per la frenata e di più tempo per una gestione cauta dei pesi, obbligandoci spesso all’utilizzo del freno posteriore per correggere la traiettoria in curva. Quelle più leggere erano sì più facili da gestire, ma fin troppo imprevedibili una volta sbilanciate da un cordolo oppure da un repentino e imprevisto cambio di direzione. La percezione è cambiata molto rispetto al passato e l’avvicinamento a un ipotetico orizzonte di realismo è tangibile. Una volta presa la mano con il sistema di guida, è giunto il tempo di affrontare i diversi circuiti: cinque per l’esattezza in questa demo. Ci sono rappresentanze sia delle piste vere e proprie, sia riproposizioni, rigorosamente in drone scan, di percorsi cittadini e rurali, come per esempio quello realizzato a partire dalla strada che costeggia il Lago di Garda, e quello invece realizzato a immagine e somiglianza di Macau. Per chi non lo sapesse la tecnologia di drone scan garantisce la stessa precisione del laser scan, ma con una adattabilità decisamente maggiore a ogni tipo di condizione del fondo stradale e di ciò che ci sta intorno. Ne deriva una controparte virtuale delle piste simile alla realtà non solo per quanto riguarda il solo manto stradale, ma anche per quello che sono i piccoli dettagli che vi stanno intorno. Tornando al circuito di Macau, nella prova si è distinto in maniera egregia grazie al setting notturno (inedito per la serie) che beneficiando della tecnologia integrata nell’Unreal Engine, riesce a garantire un’illuminazione di tutto rispetto. Certi scorci ci hanno riportato indietro con la memoria ai fasti dell’intramontabile ambientazione di Need For Speed Underground 2, pur con una grafica degna di questa generazione di console, lasciandoci ben sperare per tutte le altre che troveremo.
– Passo avanti tecnico tangibile
– Ambientazioni notturne rese al meglio da Unreal
– Editor di livree sempre più potente
Un solo assaggio di Ride 3 ci ha portato a scoprire un titolo rinnovato sotto molteplici punti di vista. Unreal è sempre più una certezza nella filosofia di Milestone, al punto che non si ribadisce più il passaggio al nuovo motore, ma si punta direttamente a mostrarne i benefici grafici e tecnici. Tutti coloro che stavano aspettando un aggiornamento alla loro esperienza videoludica a due ruote possono ben sperare per il futuro, anche se solo la sede della recensione potrà darci il quadro definitivo. Ricordiamo che Ride 3 è in arrivo il 9 novembre su console PS4 e Xbox One e PC.