Nel nostro provato precedente abbiamo spiegato a fondo come Konami si stesse approcciando alla prossima stagione calcistica con un piglio tutt’altro che vincente: l’intelligenza artificiale, le fasi di gioco, il ritmo, la fluidità della manovra e la fedeltà delle conclusioni in porta si erano mostrate nettamente regredite alla kermesse losangelina, mentre la promessa di alcune migliorie, un’edizione David Beckham e la ICC non ci avevano convinto già prima della prova pad alla mano.
Per questo, quando abbiamo avuto la possibilità di mettere mano su una nuova build del gioco che è ormai prossimo all’uscita, il nostro spirito sportivo si è infiammato nuovamente alla ricerca di un riscatto che non poteva non arrivare: PES non si arrende facilmente.
Due ore abbondanti battono una mezz’ora scarsa senza ombra di dubbio: dopo una breve presentazione che ci ha riepilogato le novità di quest’anno, di cui abbiamo già discusso nel precedente articolo, abbiamo potuto finalmente dedicarci a del sano, prolungato e ininterrotto PvP, il modo migliore per testare il reale progresso di PES2019 non solo rispetto all’edizione precedente ma soprattutto in confronto alla demo E3.
Tanti timori sono stati presto spazzati via: mantenendosi ad una velocità di gioco standard o una tacca inferiore, le animazioni dei vari giocatori sono adesso adeguate al ritmo di gioco e non si rischia più di perdere palla ogni volta che ci si ferma un attimo a ragionare. Sembra poco, ma aver sistemato questo rimette in piedi tutta la struttura del gameplay e PES torna a entusiasmare: cambi di fronte, movimenti degli attaccanti incontro alla palla, sovrapposizione dei terzini, lanci lunghi ma anche uno-due rapidi diventano gli ingredienti sempre presenti e ben funzionanti di una manovra ragionata e con grande visione di gioco. Delle numerose partite che abbiamo affrontato, un po’ come succedeva l’anno scorso, alcune azioni ci sono sembrate spesso simili a quelle viste nell’ultimo mondiale, con risultati efficaci anche quando non si premeva l’acceleratore con scambi da ping pong, vera spina nel fianco del calcio videogiocato moderno.
La simulazione di PES2019 si riconferma validissima almeno quanto quella dell’anno precedente, lasciando alle introduzioni di quest’anno il compito di fare la vera differenza.
La novità sicuramente più d’impatto nell’esperienza di gioco è la fatica visibile: man mano che la stamina si riduce i propri giocatori iniziano a mostrare i segni della stanchezza non solo in termini estetici ma anche tattici. Così il mediano finisce col non seguire il contropiede, o il terzino tarda a ritornare in posizione dopo una proiezione offensiva, gli attaccanti si piegano sulle ginocchia e i dribbling delle ali diventano meno efficaci. Un impatto che nel 2019 sembra un’introduzione d’obbligo ed è giusto che il dover risparmiare le energie durante un match combattuto sia un punto da tenere in grandissima considerazione per non arrivare senza benzina nei minuti finali, ma qui Konami ha forse esagerato un po’. Da giocatore assiduo di PES2019 non è stato facile ritrovarsi tutte le partite giocate durante la prova con la squadra a pezzi già dopo 70 minuti, pur non premendo sempre sullo scatto e puntando anche su giocatori resistenti. I minuti finali si sono spesso tradotti in un trascinarsi stancamente da una metà campo all’altra con le squadre lunghissime e con i sostituti a farla da padroni in mezzo, il che ci potrebbe anche stare, ma l’impatto sembra davvero esagerato e non è normale che dal 70′ di ogni partita saltino tutti gli schermi e si giochi per inerzia. Per carità, esistono casi e casi, ma in generale ci è sembrato che la fatica fosse tarata un po’ male e lo stesso Lennart Bobzien, brand manager europeo di PES, ci ha confermato che il team sta ancora limando il bilanciamento di quest’aspetto.
L’altro aspetto che ha influenzato il gameplay riguarda il First Touch Impact, con il quale giocatori più tecnici ed esperti possono stoppare e agganciare la palla con un maggior controllo e una precisione in grado di metterli da subito in vantaggio rispetto all’avversario. Se è vero che Pogba e Griezmann hanno fatto notare la differenza, quello di cui ci siamo accorti è che in generale la fisica della palla ha subito qualche modifica e, a contatto con i piedi, il risultato è migliorato, mentre ci sentiamo di dire che in volo ha fatto qualche passo indietro, in particolare per il modo in cui durante i lanci filtranti alti il pallone arrivi quasi a frenare convenientemente rispetto alla posizione dell’attaccante in corsa e abbia così una traiettoria poco realistica; nulla di grave, ma qualche volta si rischia di battezzare sul fondo un filtrante che invece rimane in campo e viene raggiunto dall’avversario.
Alcuni problemi però, permangono ancora anche se c’è ancora tempo per patch in extremis. Il più evidente è il lancio filtrante alto oltre i terzini avversari, sempre alla sprovvista, sempre lontani dall’ala attaccante e sempre in ritardo. Due ore e oltre di scorazzate indisturbate sulle fasce, precedute da giusto qualche buon movimento a centrocampo e dall’attesa del momento giusto per cogliere lo scatto del compagno. I terzini rimangono lì, a metà strada, a guardare il pallone che viene lanciato e che raggiunge l’avversario 10 metri più avanti, senza mai farsi trovare a marcarlo, a inseguirlo o semplicemente sulla stessa linea dei centrali a tentare il fuorigioco. Conveniente per chi attacca, frustrante per chi difende, abbiamo provato in tanti modi a risolvere questo “bug” dell’IA ma a quanto pare se giocate con la difesa a 4 dovrete accettare di fare i salti mortali per evitare che le ali avversarie arrivino in porta indisturbate, perché non si può contare sui terzini.
In generale, la fase difensiva controllata dal giocatore continua a essere tentennante, a fronte di un supporto del COM pure troppo efficace, rapido e preciso nel pressing e recupero palla. La fase offensiva invece ha risolto tanti suoi dubbi e si è mostrata solida e variegata, ma deve anch’essa sistemare qualcosa: in primis i colpi di testa, ancora per nulla efficaci, poi l’inefficacia delle conclusioni centrali, 9 volte su 10 respinte dal portiere o dai pali qualunque sia la posizione o lo stile di tiro.
Sicuramente ve ne sarete accorti: quest’anteprima non è affatto breve, sembra scritta quasi come una recensione (non lo è), eppure finora abbiamo parlato solo di gameplay. Sì, perchè quando abbiamo chiesto a Bobzien quali fossero le idee di Konami per rendere PES più profondo in termini di modalità abbiamo dovuto riascoltare la storia del triennio di rivoluzione, dove l’edizione 2019 rappresenta il secondo anno con novità relative solo ai trasferimenti della Master League e qualche cambiamento per il myClub. Considerando la mancanza delle licenze, la perdita della Champions League e l’assenza di quel “Diventa un Mito” che per qualche anno aveva dato qualcosa in più, ci sembra ancora da migliorare il comparto modalità per soddisfare quei fan che comprano il titolo calcistico e cercano sempre una sfida diversa. Tuttavia, la PES League sembra aver offerto quantomeno ai Pro player una competizione avvincente e il PvP online è ancora tutto da scoprire, quindi se da qui all’uscita prevista per il 30 agosto PES2019 riuscisse a migliorarsi tanto quanto ha fatto da E3 ad adesso, avremmo un titolone e soprattutto una simulazione calcistica di altissimo livello.
– Gameplay sempre più simulativo
– Graficamente eccellente
– Le novità annunciate sembrano avvincenti
Rispetto alla demo vista a E3 il passo in avanti è considerevole e il gameplay si riconferma l’assoluto punto di forza di Konami: Una versa simulazione calcistica che fa del PvP (per adesso locale) un’esperienza divertente e in grado di trasmettere il vero feeling del calcio reale. Graficamente pazzesco, le novità di quest’anno riescono ad alzare ulteriormente l’asticella e introducono aspetti in grado di renderlo unico come la fatica visibile che ha un notevole impatto tattico oltre che estetico. Purtroppo, il dubbio ricorrente resta quello delle modalità e della profondità di un gioco che molti appassionati pretendono riesca a intrattenerli per un anno: persa anche la Champions League, ci chiediamo se le timide novità annunciate alla Master League e al myClub riusciranno ad ampliare l’esperienza di gioco di PES2019.
Le risposte potrà darcele solo la versione finale del gioco, la cui uscita è prevista per il 30 agosto 2019 su PS4 e Xbox One, anche nella limited edition dedicata all’Inter FC, e in digitale su Steam,