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Payday 3 | Provato - Può rapinare il successo del predecessore?

Siamo stati invitati da Starbreeze e Plaion a Stoccolma per provare in anteprima il nuovo Payday 3, in arrivo a settembre.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Payday 3
Payday 3
  • Sviluppatore: Starbreeze
  • Produttore: Starbreeze
  • Distributore: Starbreeze
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Azione , Sparatutto
  • Data di uscita: 21 settembre 2023

STOCCOLMA - Payday 2 è stato uno degli sparatutto cooperativi di maggior successo della scorsa decade; basti pensare che, ad oggi, il gioco conta ancora un’impressionante community di giocatori estremamente attiva su Steam, nonostante abbia praticamente raggiunto i dieci anni di vita.

Questo importante traguardo ha consegnato agli sviluppatori un compito non facile, perché sulle spalle del suo successore, Payday 3, pesa un’eredità davvero pesante da raccogliere: il gioco arriverà sui nostri scaffali il 21 settembre su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, ma noi siamo stati invitati da Starbreeze Studios e dal publisher Plaion a provarlo in anteprima in quel di Stoccolma.

Vediamo com’è andato questo primo banco di prova per i rapinatori più celebri del mondo videoludico.

Rapinatori che vincono non si cambiano

Il nostro primo incontro con Payday 3 si è svolto in tre fasi. Starbreeze ci ha innanzitutto dato una sua introduzione al gioco, spiegandoci quali fossero i suoi obiettivi principali con questo terzo capitolo; dopodiché abbiamo avuto modo di provare con mano due livelli del titolo, dove ci è stata data completa libertà di scelta sul loadout (dato che in questa build era stato tutto sbloccato) ed infine abbiamo potuto parlare con Andreas Hall-Penninger, il lead producer di Payday 3.

Partiamo quindi dalle basi: che cosa propone di nuovo Payday 3 rispetto al suo immediato predecessore? La prima novità è, ovviamente, il motore grafico. Payday 2 era uscito nativamente sulle console di settima generazione (PlayStation 3 e Xbox 360), oltre che su PC, e girava sul Diesel Engine 2.0.

L'idea di Starbreeze è quella di arrivare a Unreal Engine 5 con futuri aggiornamenti.
Payday 3
sarà lanciato esclusivamente sulle console di ultima generazione (e su PC, ovviamente) e sarà basato sull’Unreal Engine 4. Si tratta di un punto di partenza molto importante per gli sviluppatori, perché consentirà al gioco di offrire una qualità visiva finora inedita per la serie.

Parliamo di punto di partenza non a caso, perché l’intenzione di Starbreeze è quella di far migrare il gioco verso Unreal Engine 5 attraverso futuri aggiornamenti; non ci è stata fornita una timeline precisa di quando questo avverrà, ma il team è già al lavoro e dovrebbe essere solamente una questione di tempo.

Questo passaggio ha anche permesso di avere una maggiore interazione con l’ambiente, con diversi oggetti che sono ora distruttibili all’interno dello scenario. Non si tratta di una feature che ha un impatto sul gameplay, ma contribuisce decisamente a creare un maggiore senso di immersione nell’avventura.

Il secondo macro-punto su cui gli sviluppatori hanno insistito è stato la volontà di mantenersi fedeli allo spirito di Payday. Dopo dieci anni di assenza di nuovi capitoli, per loro era fondamentale rassicurare i fan sul fatto che il gioco non tradirà le loro aspettative, motivo per cui chi ha familiarità con Payday 2 si sentirà immediatamente a casa.

In altre parole, non aspettatevi grandi rivoluzioni a livello di gameplay, quanto piuttosto un’espansione di quello che si è già visto negli scorsi episodi. Avremo un maggiore grado di personalizzazione per quanto riguarda i nostri alter ego, nonché un’interfaccia completamente rivista, sia in-game che nel pre-partita.

Purtroppo, quest’ultima non abbiamo ancora avuto modo di vederla, dato che la nostra versione di prova mostrava ancora un’interfaccia provvisoria.

Questo non significa che non ci siano novità: le sezioni iniziali della partita, definite “off-mask sections” (per capirci, indossare la maschera da rapinatore significa cominciare ad essere percepiti come minacce) sono state ampliate, per permettere ai giocatori di studiare meglio l’ambientazione, i pattern dei civili e delle guardie – e così via, in modo da ideare il piano d’azione perfetto.

Inedite sono anche le fasi di ricerca e di contrattazione. Nella prima, la polizia ci starà attivamente cercando, appunto, pur senza aver ancora dato inizio ad un assalto frontale; nella seconda, invece, potremo scambiare ostaggi per soddisfare alcune nostre richieste, come guadagnare tempo prima dell’assalto delle forze dell’ordine.

In generale, ci sono più possibilità di interagire con i personaggi presenti sulla mappa: gli ostaggi, ad esempio, possono essere legati e liberati in cambio di qualcosa, come dicevamo, ma possono anche essere utilizzati come scudi umani, per assicurarci di non essere colpiti, quantomeno da davanti.

Come vi abbiamo anticipato, quindi, Payday 3 ricalca pedissequamente la struttura di gioco del suo predecessore, puntando ad ampliarla e a migliorarla piuttosto che a stravolgerla. Le aggiunte che sono state fatte vanno tutte nell’ottica di rendere ancora più “realistica” e coinvolgente l’esperienza dell’heist, pescando a piene mani dall’immaginario hollywoodiano.

Per chi è già appassionato della serie, il passaggio a Payday 3 sarà quasi una formalità; per i novizi, invece, potrebbe incidere non poco la presenza del gioco su Xbox Game Pass dal day-one, che darà sicuramente uno slancio importane al titolo, almeno nelle prime battute.

Rapinatori in azione

Nel corso della presentazione a Stoccolma, abbiamo avuto modo di provare con mano due livelli di gioco. La versione che abbiamo testato non era quella definitiva: l’interfaccia era ancora incompleta e provvisoria, e abbiamo anche notato qualche occasionale bug. Sapendo che gli sviluppatori sono già al lavoro su questi aspetti, non ci soffermeremo su di essi, ma vogliamo piuttosto raccontarvi la nostra esperienza.

Non abbiamo avuto modo di vedere stralci di storia, ma sappiamo che Payday 3 (che potete già prenotare su Amazon) è ambientato dieci anni dopo la conclusione del secondo capitolo, con i protagonisti costretti a tornare in azione dopo che un gruppo misterioso ha attentato alle loro vite ed ha svuotato i loro conti.

Lo scopo principale del gruppo sarà quindi quello di scoprire chi si cela dietro queste gesta, e scoprire se possiede qualcosa che vale la pena di essere rubato.

Torneranno i quattro protagonisti storici della serie, e al lancio saranno presenti anche due volti inediti, che ancora non sono stati annunciati. L’azione di gioco si sposterà invece a New York, che gli sviluppatori hanno scelto perché, simbolicamente, rappresenta l’apice del capitalismo.

Gli sviluppatori hanno anche promesso una buona varietà di situazioni per le rapine, e le due missioni che abbiamo potuto provare andavano in questo senso, perché erano piuttosto diverse tra loro.

La prima era la classica rapina di una banca, senza troppi fronzoli. Qui abbiamo potuto prendere confidenza con il gameplay di Payday 3 (cosa che, come detto, in realtà non vi servirà se avete già giocato il secondo capitolo), imparando a conoscere le meccaniche e le fasi di gioco.

L’obiettivo principale era quello di riuscire ad entrare nel caveau della banca e di rubare quante più borse di denaro possibile, portandole poi al nostro furgone, giunto per estrarci in sicurezza dal posto. Era presente anche un obiettivo secondario, che però non siamo riusciti a completare.

A difficoltà standard, la missione si è rivelata piuttosto semplice. Insieme ai nostri compagni di gioco abbiamo tentato di adottare un approccio stealth, ma una volta scoperti siamo comunque riusciti ad avere ragione dei nostri nemici semplicemente puntando sulla forza bruta, senza particolari problemi.

Il discorso è stato molto diverso per la seconda missione, ambientata in una galleria d’arte. Qui l’obiettivo consisteva nel rubare diverse opere, e spesso ci veniva richiesto di capire quale fosse l’opera che dovevamo effettivamente rubare.

Anche qui, abbiamo cominciato la missione tentando un approccio stealth, in modo da agire indisturbati. Ma lasciare un giallo sull’identità dei rapinatori è veramente difficile, perché il museo è pieno di guardie, telecamere e sensori di movimento; in poco tempo, siamo stati scoperti e ci siamo ritrovati con orde di poliziotti sulle nostre tracce.

Payday rimane Payday e le sue meccaniche si rivelano ancora divertenti e soddisfacenti.
Già qui la situazione si è fatta molto più difficile. Pur essendo il livello di difficoltà lo stesso della prima missione, i nemici erano molti di più e, complice la maggiore complessità degli obiettivi, non era affatto scontato completarli avendo decine e decine di poliziotti in pattuglia per tutto il museo.

Nonostante il nostro passo falso nelle battute iniziali, siamo comunque riusciti a completare la missione, ma abbiamo dovuto più e più volte soccorrerci a vicenda con i nostri compagni, con momenti in cui abbiamo davvero rischiato di arrivare al game over.

Entrambe le missioni ci hanno divertito, confermando quanto la formula di Payday 3 sia ancora fresca ed efficace; pianificare e mettere in atto le rapine insieme a degli amici è incredibilmente soddisfacente, e il buon tasso di sfida spinge a cercare costantemente di migliorarsi, individuando quali errori sono stati commessi nell’approccio al livello o nella scelta del loadout.

La scommessa degli sviluppatori, quindi, sembra essere vinta, perché Payday è ancora Payday ed è divertente oggi tanto quanto lo era dieci anni fa, all’alba del secondo, osannato capitolo.

Ci sono però alcuni elementi negativi che vogliamo mettere in luce, nella speranza che gli sviluppatori riescano a sistemarli da qui al lancio, o anche tramite aggiornamenti successivi.

Il primo è la generale mancanza di indicazioni e di chiarezza nelle missioni. Ci siamo trovati in momenti in cui capire cosa fare e dove andare non era proprio lapalissiano, e siamo stati costretti a procedere per tentativi nella speranza di imboccare la strada giusta.

Questo problema potrebbe in realtà già essere stato risolto, perché ci è stato spiegato che nella versione da noi provata mancavano diversi indicatori, e quelli presenti sono stati resi più chiari nel corso dello sviluppo, utilizzando alcuni accorgimenti come, ad esempio, diversi colori in modo da differenziare obiettivi principali e secondari.

Oltre a questo, Payday 3 offrirà un corposo tutorial per farci familiarizzare con tutte le dinamiche di gioco; anche questo potrebbe aiutare a capire come muoversi in ogni situazione, e non averlo potuto giocare potrebbe aver influito sulla nostra esperienza.

In secondo luogo, non abbiamo potuto evitare di notare una IA molto deficitaria in certi frangenti. I nemici, talvolta, non sembrano reagire immediatamente alla nostra presenza e alle nostre azioni, rimanendo bloccati su ciò che stavano già facendo.

L’esempio più lampante lo abbiamo visto piombando sui nostri nemici da un lato: se erano già impegnati nell’inseguire un altro giocatore non rispondevano ai nostri colpi, rimanendo semplicemente immobili mentre gli sparavamo contro.

Il fatto che ci siano molti nemici va un po’ a limare questo difetto, perché spesso sarete talmente occupati a gestire il numero di poliziotti presenti da non avere tempo di fare caso al comportamento insensato di alcuni di loro; ciò nonostante, si tratta di un elemento su cui vorremmo vedere qualche cambiamento in vista della release a settembre.

Payday 3 raccontato dal lead producer 

Una volta conclusa la nostra prova con Payday 3, abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con Andreas Hall-Penninger, il lead producer del gioco. Penninger ci ha raccontato alcuni dettagli sulle principali novità del titolo, ma si è anche soffermato sulle sue idee per il futuro del gioco.

Gli abbiamo chiesto se Payday 3 avrà un focus maggiore sullo stealth (sicuramente privilegiato nella seconda missione che abbiamo testato); il lead producer ci ha spiegato che l’obiettivo del team è quello di offrire sempre una pluralità di approcci, per quanto certamente alcune missioni tenderanno a privilegiare un approccio “rumoroso” ed altre un approccio stealth.

Sul futuro del gioco, lo sviluppatore sembra avere diverse idee. Pur non volendo scendere nei dettagli, ci ha raccontato di avere una sua idea su come potrebbero funzionare alcune nuove modalità, con profonde variazioni sul tema heist, come ad esempio un’esperienza PvP.

Per quanto riguarda invece l’esperienza di base di Payday 3, sebbene lo studio non stia attualmente considerando il gioco in chiave competitiva, Penninger ha affermato che ascolteranno attentamente il feedback e le richieste dei giocatori, e che potrebbero pensare di introdurre alcuni elementi competitivi come, ad esempio, delle leaderboard.

Infine, abbiamo voluto avere più informazioni sul futuro del gioco. Payday 2 è stato un titolo soprendentemente longevo, anche per gli sviluppatori stessi: nessuno di loro avrebbe mai pensato di continuare a fornire aggiornamenti per dieci anni.

Per Payday 3 è stato già programmato il supporto per il primo anno e mezzo, ma l’idea è quella di avere un gioco destinato a durare nel corso del tempo. Anche per questo, gli sviluppatori hanno rivisto lo skill tree, rendendolo più adatto a recepire aggiornamenti in futuro.

Parlare con il lead producer ci ha fatto capire, ancora una volta, che Starbreeze è ben consapevole di avere un’IP unica nel suo genere tra le mani, ed è intenzionata a nutrirla con la massima cura per farla crescere nel corso del tempo.

Abbiamo lasciato lo studio con una grande curiosità di mettere le mani sulla versione finale del gioco, per sperimentare la varietà di livelli promessa dagli sviluppatori e per vedere se i nostri dubbi saranno stati risolti nel corso dei mesi che ci separano dal lancio.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • La formula di gioco è ancora fresca e divertente

  • Novità che rendono l'esperienza ancora più coinvolgente

Contro

  • Dubbi sulla IA

  • Alcuni obiettivi risultano poco chiari, al momento

Commento

Payday 3 non intende reinventare la ruota, perché non ha alcun bisogno di farlo. La formula di gioco introdotta dai suoi predecessori rappresenta un territorio battuto da pochissimi altri titoli, ed è ancora fresca e divertente al punto da non richiedere interventi massicci.
Le novità presentate da questo capitolo sono volte a rendere l'esperienza ancora più coinvolgente e realistica – obiettivo che sembra essere stato centrato, almeno da quello che abbiamo potuto provare.
Rimangono alcuni dubbi, soprattutto sulla IA e sulla poca chiarezza di alcune missioni, ma speriamo di poterli vedere risolti in modo positivo in sede di recensione.
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