Metroid Dread | Provato - Samus su Switch OLED
Abbiamo passato due ore in compagnia di Samus nel nuovo Metroid Dread provato su Nintendo Switch OLED
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a cura di Silvio Mazzitelli
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Mercurysteam
- Produttore: Nintendo
- Distributore: Nintendo
- Piattaforme: SWITCH
- Generi: Action Adventure , Platform , Metroidvania
- Data di uscita: 8 ottobre 2021
L’annuncio di Metroid Dread durante lo scorso E3 è stato una grande sorpresa per i fan della saga che non si aspettavano il ritorno di Samus Aran in un nuovo capitolo in due dimensioni. Il capostipite dei metroidvania infatti non tornava alla sua formula originale da ben 19 anni, quando uscì su Game Boy Advance Metroid Fusion. Soltanto nel 2017 uscì un nuovo capitolo con lo stile in 2D chiamato Metroid: Samus Returns, ma il titolo era un remake dello storico Metroid II per Game Boy.
A occuparsi del remake uscito su 3DS fu il team spagnolo MercurySteam, che, per coincidenza, si era occupato in passato di realizzare Castlevania: Lords of Shadow e il suo seguito, ossia la seconda saga che ha contribuito a creare il sottogenere dei metroidvania, anche se in questo caso si parla di un titolo più vicino agli action classici.
A quanto pare, Samus Returns convinse Nintendo a dare fiducia al team spagnolo, dato che lo stesso Yoshio Sakamoto, creatore della serie, diede la sua benedizione alla realizzazione del nuovo Metroid Dread, che nasce ora dalle ceneri di un progetto in cantiere già da più di 15 anni.
Il prossimo 8 ottobre Metroid Dread arriverà su Nintendo Switch; nel frattempo, invitati presso gli uffici di Nintendo, abbiamo avuto modo di provare il gioco sulla nuova Nintendo Switch OLED, che uscirà proprio nella stessa data del gioco.
Dopo circa due ore di provato, vi raccontiamo delle nostre prime impressioni su questo titolo, pensato anche per accompagnare l’uscita del nuovo modello con schermo OLED.
Il ritorno del metroidvania per eccellenza
Sin dai primi momenti in cui prendiamo il controllo di Samus, Metroid Dread ci tiene a sottolineare perché questa saga è considerata uno dei capostipiti del sottogenere dei metroidvania.
L’esplorazione è sempre il punto forte del gioco, con le sue aree enormi e labirintiche, piene di zone segrete, power-up nascosti, nemici temibili, enigmi vari e le immancabili porte o passaggi chiusi a cui ritornare in un secondo momento.
Samus indossa sempre la sua Power Suit, per affrontare ogni pericolo con il suo cannone da braccio in grado di alternare rapidi colpi laser a potenti missili. In Dread tornano due feature aggiunte nel precedente Samus Returns: la possibilità di mirare liberamente con il cannone da braccio e quella di contrattaccare alcuni attacchi nemici con un potente colpo corpo a corpo. Quest’ultima azione è qui espansa, con la possibilità di utilizzarla anche in scatto, così da renderla più versatile.
Nel nostro provato abbiamo visitato due aree principali del gioco, entrambe molto ben strutturate e dal design unico. La prima consisteva in una sequenza di diverse gallerie scavate nella pietra, dove ci è capitato di dover risolvere alcuni enigmi ambientali legati alla presenza di zone allagate in cui bisognava far calare il livello dell’acqua.
La seconda invece era una sorta di avanzato complesso tecnologico chiamato Cataris, pieno di macchinari da attivare facendo scorrere un flusso di lava in alcuni tubi. Quest’area era anche ricca di zone ad alta intensità di calore, che non era possibile attraversare senza il potenziamento giusto, ma nella nostra prova non era possibile entrarne in possesso.
Ovviamente nel tempo a noi concesso abbiamo soltanto potuto scalfire la profondità di queste due aree; osservando la mappa, infatti, era evidente come ci fosse ancora molto da esplorare, ma in quel momento non ci era possibile per la mancanza dei giusti potenziamenti.
Il backtracking sarà dunque doveroso per chi vuole completare il gioco al 100%, come in ogni metroidvania che si rispetti. Fortunatamente, visualizzando la mappa di ogni area è possibile inserire dei segnalini personalizzati, così da ricordarsi con più facilità di oggetti o porte da cui tornare in seguito.
Proprio l’esplorazione è dunque uno degli aspetti più affascinanti di Metroid Dread. Man mano che si sbloccano nuovi potenziamenti, aumenterà anche la libertà d’azione di Samus e la varietà di situazioni in cui il giocatore potrà ritrovarsi.
Ogni volta che attraverseremo una porta infatti non sapremo cosa ci sarà ad attenderci: potrebbe essere una stanza da superare, semplicemente saltando da una parete all’altra sfruttando la grande agilità della protagonista, potremmo trovare un enigma che ci consentirà di ottenere un potenziamento per i missili, qualche pericoloso nemico o un’area presieduta da un EMMI, dove non dovremmo farci catturare.
I potenziamenti poi amplificano questa già grande varietà, proponendoci situazioni che sfruttano anche le nuove azioni inserite appositamente all’interno di quest'ultimo capitolo. Nel corso della nostra prova abbiamo trovato il classico potenziamento per il cannone che ci consente di caricare un colpo, utilissimo sia contro i nemici che per aprire alcune porte speciali.
Abbiamo poi ottenuto lo Spider Magnet, che permette a Samus di arrampicarsi su alcune superfici colorate di azzurro, e un potenziamento che consente di diventare invisibili per un certo periodo di tempo, utile per evitare gli EMMI e per aprire alcune porte programmate per chiudersi non appena Samus entra nel loro campo visivo. Questa ricerca della varietà di situazioni non si limita soltanto alle fasi esplorative, ma come vedremo è applicata anche ai combattimenti.
Una nuova minaccia
Nella scena introduttiva del titolo, vediamo Samus atterrare sul misterioso pianeta ZDR, attirata da un segnale che sembra appartenere a un parassita X. Arrivata per indagare, Samus finisce nelle profondità del pianeta, dove incontra un misterioso essere che sembra essere un Chozo e che l’attacca in una sequenza iniziale animata in maniera eccelsa.
Lo scontro si interrompe e Samus si mette alla ricerca di una via d’uscita per sfuggire alle profondità del pianeta, ma ben presto si ritrova contro uno degli EMMI, speciali robot da ricognizione inviati dalla Federazione Spaziale, che però, in questo caso, sembrano avere qualcosa che non va. Il primo di loro infatti non perde tempo e attacca subito la nostra eroina.
Così veniamo introdotti agli EMMI, nuova tipologia di nemici dall’armatura apparentemente indistruttibile, dato che nessuna delle armi di base di Samus funzionerà contro di loro, costringendoci a un’iniziale fuga.
In totale ci saranno 7 EMMI: uno che apparirà già mezzo distrutto e servirà per introdurci al tutorial su come eliminarli e gli altri sei che occuperanno ognuna delle sei zone in cui supponiamo sia diviso il pianeta ZDR, salvo sorprese dell’ultimo momento. Gli EMMI hanno ciascuno un’area ben precisa in cui muoversi, solitamente al centro di ogni zona, così da costringerci a passare spesso nel loro territorio.
Le aree presiedute dagli EMMI si differenziano anche nell'aspetto rispetto alle altre zone presenti nella stessa area, facendoci capire subito che dovremo tenerci pronti ad affrontarli. Queste, infatti, sono strutturate in modo che ogni stanza sia interconnessa in una sorta di labirinto pieno di ostacoli dove dovremo decidere in fretta la direzione da prendere per sfuggire alle grinfie dei nemici, che continueranno a inseguirci come dei novelli Terminator.
Fortunatamente non usciranno mai dalle aree designate, dunque l’ansia di dover sfuggire a queste creature sarà limitata. Quando entreremo nelle zone da loro presiedute potremo anche tentare di sfuggirgli sfruttando un approccio silenzioso.
Gli EMMI infatti hanno uno scanner il cui raggio d’azione sarà visibile a schermo e che muterà di colore a seconda del loro status: quando è verde non sospettano nulla, se è giallo sono allarmati per aver sentito un rumore, quando invece è rosso ci avranno individuati e partiranno all’inseguimento.
Se Samus entrerà in contatto con loro verrà automaticamente catturata e avrà un’ultima possibilità di liberarsi premendo il pulsante di contrattacco al momento giusto, ma la finestra di tempo per riuscirci è davvero molto limitata. Trovando peculiari fonti di energia, Omega, si potrebbe anche attivare un attacco speciale per metterli definitivamente fuori gioco, quindi le opzioni non mancheranno.
Come dicevamo prima, la varietà di Metroid Dread si nota quindi anche in meccaniche che abbiamo già imparato a conoscere. Ogni EMMI è diverso dagli altri: il primo che abbiamo incontrato, ad esempio, non poteva seguirci lungo i passaggi stretti che Samus era in grado di superare in scivolata; il secondo invece ne era capace ed era più agile.
Anche le meccaniche del cannone Omega cambiano a seconda degli EMMI. Il primo degli speciali robot da noi distrutto fungeva da tutorial ed è bastato sparare una cannonata per annientarlo. Il secondo invece aveva in testa una corazza resistente che bisognava prima distruggere con una speciale raffica di energia Omega. Soltanto dopo di questo passaggio era possibile colpire il nemico con il fascio di energia alla massima potenza.
Gli EMMI sono dunque una sorta di boss fight alternativa a quelle classiche e prima di poterli distruggere ci faranno sudare sette camicie, mentre cercheremo di sfuggirgli ogni volta che passeremo nel loro “territorio”.
Gli EMMI sono insomma un’ottima aggiunta, che porta una ventata d’aria fresca nella varietà di nemici del titolo. C’è soltanto una piccola pecca in questi combattimenti, e in quelli più generici, legata al sistema di mira manuale che ci permette di colpire a 360 gradi: lo stick destro risulta un po’ impreciso, soprattutto quando si è sotto pressione e bisogna colpire in fretta. Bisognerà vedere se per ottenere risultati migliori sia sufficiente prenderci la mano, o se sarà possibile migliorare la precisione tramite qualche opzione del gioco.
Nonostante la presenza degli EMMI non mancheranno comunque anche le boss fight di stampo più classico. Nella nostra prova abbiamo potuto affrontarne due: una semplice contro una sorta di occhio meccanico dotato di diversi tipi di proiettili energetici e una molto più complessa contro un’enorme bestia in grado di sparare gas velenosi e di rendersi invisibile.
Quest’ultima boss fight è stata molto avvincente, dato che la creatura aveva diverse fasi in cui continuava a cambiare i suoi pattern d’attacco. All’inizio attaccava fisicamente colpendoci con la sua lunga coda appuntita e con il gas velenoso, nella seconda fase è diventata invisibile e l’unico modo per farla tornare normale era colpirla in un punto luminoso della coda.
Infine, la terza fase era un mix delle altre due con l’aggiunta di un paio di nuovi attacchi. Sconfiggere questo boss è stata dura, ma molto soddisfacente proprio per il continuo cambio di pattern.
Abbiamo apprezzato in particolare una fase in cui, contrattaccando un suo attacco, era possibile entrare in una sorta di cinematica interattiva dove però non erano presenti dei classici QTE, ma avevamo la piena libertà di usare il cannone di Samus scegliendo proiettili e frequenza dei colpi: davvero molto spettacolare da vedere.
Metroid Dread su Switch OLED
Recentemente vi abbiamo già parlato della nostra prima prova di Nintendo Switch OLED, e questa volta abbiamo avuto modo di provarla nuovamente proprio con Metroid Dread, che è stato pensato appositamente per sfruttare al meglio il nuovo schermo.
Le prime impressioni sono senza dubbio positive. I colori brillanti della versione OLED della console fanno risaltare maggiormente ogni dettaglio, rendendo più vive le ambientazioni e più d’impatto alcuni dettagli, come l’armatura di Samus o i colpi d’energia lanciati dal suo cannone.
Gli effetti particellari sono una gioia per gli occhi e i dettagli di ogni area, come ad esempio le nebbie presenti nelle aree degli EMMI o la lava che si muove sullo sfondo, hanno una resa molto più convincente su questa nuova console.
L’azione di gioco è poi sempre molto fluida e veloce, senza nessun rallentamento anche con molti effetti su schermo. Metroid Dread riesce a sfruttare davvero bene il nuovo schermo OLED, tanto da non far desiderare di provare il titolo in modalità docked per magari usufruire di una risoluzione maggiore.
Anche a livello sonoro abbiamo potuto sentire come la nuova console garantisca un’ottima qualità audio, sia nelle scene d’intermezzo che durante le parti giocate.
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Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Il gameplay sembra molto vario e divertente
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Mappe belle da vedere e da esplorare
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Gli EMMI sono una novità molto interessante
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Su OLED la resa grafica è ottima
Contro
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La mira manuale è un po' troppo imprecisa
-
Resta da verificare l'impatto grafico sul modello classico di Nintendo Switch
Commento
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