Fate/Samurai Remnant | Provato – Nel cuore del Giappone
Omega Force vuole portare in auge il franchise focalizzandosi su narrazione e battaglie spettacolari: le nostre prime impressioni su Fate/Samurai Remnant.
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a cura di Marino Puntorieri
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Koei Tecmo
- Produttore: Koei Tecmo
- Distributore: Koei Tecmo
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , SWITCH , PS4 , PS5
- Generi: Gioco di Ruolo , Azione
- Data di uscita: 29 settembre 2023
Omega Force è uno di quei nomi, tra le software house nipponiche, più famosi e riconosciuti per aver dato alla luce molteplici progetti musou, proponendo in varie declinazioni la filosofia dell’uno contro mille che da sempre caratterizza il genere.
Nonostante ciò, lo studio ha in parallelo ampliato i propri orizzonti e proposto negli anni lavori più in linea ai classici action o giochi di ruolo, ovviamente esibendo sempre un certo know-how ormai riconoscibile – nel bene e nel male – come vero e proprio marchio di fabbrica. Fate/Samurai Remnant è l’ultimo progetto di Omega Force e KOEI TECMO che rientra proprio in quest’ultima categoria, e che cerca di riportare nelle case dei videogiocatori un franchise più apprezzato nel mondo per numerosi manga, light novel e serie d’animazione giapponesi.
La pubblicazione di Fate/Samurai Remnant è prevista per la fine di settembre, ma in questi giorni abbiamo avuto l’opportunità di testare, sul nostro PC, i primi capitoli in versione preliminare, così da farci un’idea più chiara sulla direzione intrapresa dal progetto e le sue eventuali potenzialità.
Vi raccontiamo com'è andata.
Una guerra millenaria
La storia di Fate/Samurai Remnant riprende il medesimo canovaccio proposto fin dagli albori del brand, incentrato su un antico rituale che coinvolge sette esperti di magia chiamati Master e rispettivi grandi guerrieri delle più disparate epoche evocati per l’occasione. Il tutto per partecipare alla “Guerra del Santo Graal” e competere in duelli che permetteranno alla coppia di sopravvissuti di accedere a un incredibile potere.
In questo caso, il team di Omega Force ha scelto come scenario il Giappone feudale del periodo Edo per riproporre con una nuova chiave di lettura le battaglie che hanno infervorato nel tempo gli animi degli appassionati degli altri media menzionati.
Il protagonista Miyamoto Iori è un abile spadaccino che, assieme al servant Saber, comparso improvvisamente davanti al suo cospetto in una situazione di estremo pericolo, si ritrova coinvolto proprio nella “Guerra del Santo Graal”, in un crescendo di scontri e situazioni adrenaliniche che, fin da queste prime ore di gioco, sembrano rappresentare il cuore dell’intera esperienza.
Tra misteri legati alle entità spirituali che convivono con gli abitanti della regione – oltre ai numerosi incontri con le varie personalità che caratterizzano gli altri Master e Servant presenti, con inganni e improvvise alleanze – si ha la sensazione che il team abbia investito ingenti sforzi per costruire una narrazione di tutto rispetto per il suo Fate/Samurai Remnant.
Abbiamo impiegato circa cinque ore per completare il prologo e il primo capitolo, affrontando le varie missioni principali senza troppa fretta, lasciandoci andare a una leggera e naturale esplorazione di alcune strade secondarie presenti nelle varie mappe che permettono – con alcune attività accessorie – di prendere un po' di confidenza con il mondo di gioco.
Parliamo di una struttura che lascia presagire la presenza di una storia di rilievo per quanto concerne i contenuti, anche se sul fronte qualitativo abbiamo fin qui osservato un risultato non completamente in linea alle aspettative, che necessita di ulteriori approfondimenti.
La build preliminare di Fate/Samurai Remnant, nello specifico, ha fin dalle prime ore di gioco messo in luce un ritmo del racconto piuttosto altalenante, attraverso linee di dialogo eccessivamente lunghe e ridondanti che rischiano di smorzare l’evoluzione degli eventi.
Master e Servant
Dal punto di vista del puro gameplay, Fate/Samurai Remnant viene classificato come il più classico degli action RPG, dove il combattimento in area delimitate – con nemici più semplici e boss più impegnativi – si alterna ad aree parzialmente esplorabili per varie attività secondarie.
Il combattimento, però, ha ricordato in più occasione l’ossatura tipica dei musou, con numerose aree limitate dove combattere tanti piccoli fantocci che fungono da carne da macello, alternati (fortunatamente) a qualche nemico più resistente e sorprendentemente impegnativo.
Questa scelta, in sostanza, ci è parsa riuscita solo fino a un certo punto e – al netto di una certa spettacolarità per la possibilità di alternare mosse speciali in concatenazione con il compagno di squadra – rischia di alimentare una certa ripetitività di fondo, che è molto più propria dei musou, che non degli action RPG a cui il titolo guarda.
Tra le varie meccaniche introdotte per arricchire il gameplay, inoltre, abbiamo una curiosa modalità tattica che permette di vedere la mappa di gioco suddivisa in caselle intrise di potere spirituale, da liberare muovendosi a turni prima di scendere a combattere sul campo di battaglia.
Si tratta di un’aggiunta che potrebbe valorizzare l’esperienza generale, con una piccola dose di tattica che non guasterebbe assolutamente se ben gestita nelle fasi più avanzate dell’avventura, riuscendo ad attirare la nostra attenzione oltre ogni aspettativa.
Sul finire del provato, però, abbiamo notato un’accelerazione positiva tanto nella narrazione quanto nella varietà del gameplay e questo non può che farci ben sperare per il risultato finale di Fate/Samurai Remnant.
Oltretutto, il gameplay si presenta bene anche grazie a una buona mappatura dei comandi sul controller (vi consigliamo questo di Xbox in offerta su Amazon), che risulta molto intuitiva, in grado di integrare grilletti e tasti in modo equilibrato per una buona quantità di azioni in tempo reale durante gli scontri.
Per quanto riguarda il comparto tecnico di Fate/Samurai Remnant, invece, non ci sentiamo di esprimere giudizi definitivi, ma ci teniamo a registrare comunque un buon lavoro sul fronte delle animazioni e delle qualità delle texture dei personaggi – buoni e cattivi – principali.
Elogi in egual misura per le musiche e l’opening iniziale, capaci con facilità inaudita ad immergere il giocatore nelle opere di Type-Moon, ovvero lo studio che ha dato origine al marchio segnandone una rapida crescita soprattutto nel mercato orientale.
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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I combattimenti promettono una buona dose di spettacolarità su schermo
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Ricco di opzioni tipiche dei giochi di ruolo più tradizionali
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La storia si snoda attraverso numerosi personaggi ben caratterizzati...
Contro
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… ma la qualità della narrazione sembra altalenante
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Da valutare nell'opera finale la varietà del combat system
Commento
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