Enotria: The Last Song | Provato - Com'è il soulslike italiano?
Abbiamo provato la demo di Enotria, il soulslike italiano che imbocca una sua strada fatta di unicità pur abbracciando i cliché del genere.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Jyamma Games
- Produttore: Jyamma Games
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX
- Generi: Soulslike
- Data di uscita: 19 settembre 2024 (PC, PS5) - TBA (Xbox)
Per chi è completamente assuefatto dalla formula di gioco da tempo sdoganata da FromSoftware, e ormai racchiusa a furor di popolo dentro il più sbrigativo termine "soulslike", Enotria: The last Song potrebbe apparire come l'ennesimo contendente al trono che parte già da una posizione piuttosto defilata.
Nel corso degli anni si è letteralmente perso il conto degli epigoni delle grandi opere create dalla software house giapponese. Tra tentativi molto goffi di seguire l'onda lunga per moda e presunto ritorno economico, altri giochi appena nella media e altri ancora che ci provavano disperatamente senza mai nemmeno vedere dalla distanza i medesimi risultati raccolti da Miyazaki e soci, è difficile scorgere tra la massa qualcosa che sia realmente degno di nota.
Lies of P (che trovate su Amazon a un ottimo prezzo) è certamente uno dei pochi ad avercela fatta, il che non era per nulla scontato, se si considera che gli sviluppatori erano quasi degli esordienti. Enotria: The Last Song, dei nostrani Jyamma Games, tenta dunque di proporre qualcosa che aderisca ai classici canoni del genere pur presentando alcune variazioni sul tema. Basteranno?
Enotria: The Last Song - Il soulslike "estivo" all'italiana
Enotria: The Last Song è stato più volte rimandato per motivi derivanti principalmente dalla concomitanza con l'uscita di Shadow of the Erdtree, la maxi espansione di Elden Ring che monopolizzerà – giustamente – tutta l'attenzione del grande pubblico.
Dopo aver provato la demo unicamente nella sua versione PC, ci sentiamo in dovere di dire che un ulteriore rinvio, magari al prossimo anno, sarebbe un vero toccasana per Enotria: The Last Song.
Lo diciamo senza troppi giri di parole perché al netto di diversi buoni spunti e meccaniche intriganti, risulta evidente quanto ancora ci sia non poco lavoro da fare per riuscire a mantenere alto il livello qualitativo dell'opera, piuttosto acerba da molti punti di vista.
Pur riconoscendo che si tratta di una produzione con un budget completamente diverso rispetto ai grandi che operano nell'industria, va specificato che se accostato ad altri titoli della stessa "categoria" non riesce sempre a mantenere stabile la qualità che ci si aspetterebbe.
Al di là della storia ancora tutta da scoprire, ma che già da questo corposo assaggio di gioco risulta essere come poco più di una variazione sul tema, non mancano di certo alcune buone meccaniche che potrebbero in effetti offrire una valida alternativa alla solita conduzione di gioco da tipico soulslike.
A corroborare quanto detto, si consideri che gli elementi di trama di Enotria: The Last Song ruotano attorno a una sconosciuta maledizione che ha interamente colpito la popolazione del posto, privata di una propria coscienza e costretta a indossare le maschere interpretative di figuranti e personaggi della Commedia dell'Arte.
Va da sé che l'unico ancora in grado di poter sovvertire l'ordine delle cose è colui che viene chiamato Maskless One, l'alter ego del giocatore che sarà immune agli effetti di questa piaga e al contempo l'unica vera figura che può mettere fine all'incubo. Per farlo, dovrà attraversare ambientazioni che solo parzialmente richiamano alla memoria alcuni dei paesaggi italiani.
Enotria: The Last Song appare infatti più luminoso e quasi lontano da quelle atmosfere cupe e dannate che ammantano gli altri titoli del genere. Basta però avanzare lungo altri scenari per capire come in realtà il lavoro di Jyamma Games tradisca un po' questa volontà, presentandosi al contrario come un'opera dalla doppia anima.
Ciò non è necessariamente un male, sia chiaro, ma va senza dubbio nella direzione di certi cliché che già sono presenti in larghissima misura in questa demo. Chi ha letteralmente divorato gran parte dei soulslike se ne accorgerà all'istante, e cavalcare la stessa onda della tipica vaghezza narrativa sembra ormai la più rapida delle scorciatoie per mescolare mistero e indefinitezza di trama.
Nell'attesa di capire quale sarà la direzione intrapresa da Enotria: The Last Song, ciò che balza all'occhio sono le variazioni dei nomi dati a cose, situazioni, oggetti e consuetudini che abbiamo già conosciuto in passato e che qui ritornano sotto una diversa veste – non nuova, si badi bene. Se gli autori volevano far sentire a proprio agio i giocatori, da questo punto di vista ci sono indubbiamente riusciti.
Sistemi di gioco da limare
Allo stesso modo, Enotria: The Last Song ha un gameplay che più classico non si può, e basta davvero poco per avere la sensazione di riprendere in mano un gioco che si è già giocato diverse volte qualche anno fa.
Questo è solo parzialmente un complimento, perché la frase sottende anche una certa arretratezza che si fa evidente quando si raffrontano i sistemi di gioco principali a quelli ben più moderni dei capisaldi del genere.
Al di là di alcune ingenuità nella mappatura dei tasti, delle numerose imprecisioni e della responsività non proprio al top, Enotria: The Last Song ha tutto ciò che serve per aggradare il fan dei soulslike.
Certo, alcune parti in cui bisogna farmare più del dovuto, o dove ci sono degli ingiustificati picchi di difficoltà che risultano artificiosi, magari possono essere da monito agli sviluppatori per non riproporli più nel gioco completo, ma va detto che tutto sommato Enotria: The Last Song è risultato gradevole dall'inizio alla fine della demo, piuttosto corposa e completa per farsi un'idea di ciò che avrete tra le mani a settembre.
Enotria: The Last Song, così come Lies of P e Bloodborne, è principalmente un titolo che spinge il giocatore a un approccio più votato all'attacco. Parry e attacchi continui favoriscono non solo l'apertura della difesa avversaria che consente di affondare un devastante colpo violento, ma anche una migliore gestione degli avversari.
Anche alcune abilità specifiche puntano nella direzione tracciata dal titolo di Round8, ed è ben congegnata la possibilità di poter usare fino a quattro attacchi magici durante gli scontri. La meccanica che prevede la concessione di indossare diverse maschere ricorda – nemmeno troppo alla lontana – un po' i gusci di Mortal Shell, utili per adattarsi a seconda di nemici o boss da affrontare.
La varietà delle build da poter cambiare, assieme al complesso di abilità e inclinazioni da scegliere per il proprio sistema di combattimento, apre in effetti la strada a molte possibilità di approccio. Quando ciò accade, però, bisogna porre un'attenzione ancora maggiore in termini di bilanciamento, poiché basta davvero poco per aprire una breccia e abusare di certe meccaniche che romperebbero di fatto il gioco.
Questo è un fattore che dovremo valutare con attenzione in sede di recensione, ma ciò che più preoccupa al momento è il comparto tecnico, le tante sbavature e le imprecisioni che purtroppo vessano Enotria: The Last Song. La versione PC, l'unica che abbiamo testato, mostra il fianco a tanta instabilità del frame rate e a non pochi bug che ci hanno fatto incastrare in elementi dello scenario proprio durante alcune battaglie.
Va valutata con attenzione anche la tenuta di gioco, l'IA non proprio entusiasmante e il conseguente livello di sfida, che potrebbe avere alcune ingiustificate impennate per ovviare a un più complesso – e finora mancante – lavoro legato alla credibilità delle manovre di attacco avversarie.
Per esempio, ci sarebbe piaciuto se Enotria: The Last Song ci avesse messo in difficoltà con la difficile leggibilità del moveset avversario e con movenze più complesse e articolate durante gli scontri clou, anziché aumentare artificiosamente la quantità di danno che certi nemici sono in grado di infliggere.
E ci sarebbe anche piaciuto se il gioco avesse messo una pezza per evitare i soliti escamotage che tutti i giocatori usano per aggirare i nemici, infilarsi nel solito angolo cieco, ruotare alle spalle e gestire con grande calma tutti quegli attacchi che vanno a vuoto mentre si ricarica la stamina e si riduce in poltiglia il nemico di turno. Dopo tutti questi anni, anche il giocatore meno scafato sa ormai come gestire queste situazioni.
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Ambientazioni, folklore ed elementi di trama affascinati e in grado di rappresentare una buona variazione sul tema.
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Gli amanti dei soulslike troveranno gran parte degli elementi classici del genere, comprese alcune nuove meccaniche.
Contro
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Grafica, animazioni e comparto tecnico ancora arretrati.
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Da verificare la tenuta di gioco, la difficoltà e il bilanciamento globale.
Commento
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