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Pro
- Non è il solito 4X e non è il solito universo fantasy.
- Il gameplay cambia completamente a seconda della fazione.
- Molta attenzione posta alla componente narrativa.
- La mappa muta in continuo.
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Contro
- Naturalmente, è ancora troppo presto per sbilanciarsi.
- Speriamo che i bug incontrati vengano tutti risolti.
Conclusioni Finali di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Amplitude Studios
- Produttore: Hooded Horses
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC
- Generi: Strategico
- Data di uscita: TBA
Spesso ci facciamo prendere dal facile entusiasmo e gridiamo al capolavoro dopo un trailer, per poi venire smentiti una volta messe le mani sul gioco e con un hype che scende ora dopo ora.
Questa volta però vogliamo sbilanciarci, perché davvero Endless Legend 2 ha tutte le carte in regola per diventare uno fra i migliori 4X in circolazione, andando a migliorare le già ottime basi del primo capitolo, oramai uscito nel lontano 2014.
La build fornitaci da Amplitude Studios mette a nostra disposizione solo una manciata di turni, due fazioni e una lista di opzioni decisamente limitate, un insieme di ingredienti decisamente scarno quando si tratta di analizzare un titolo ricco, complesso e che va oltre gli schemi adottati da molti altri esponenti dello stesso genere.
Eppure, in quel poco che abbiamo potuto provare in prima persona sono emersi molti elementi che ci hanno stupito in positivo e che ci hanno lasciato quella voglia di andare avanti oltre il limite imposto dal team di sviluppo per questa build.
Una onorevole carriera
Prima di iniziare a parlare di Endless Legend 2 in sé, occorre spendere qualche parola su Amplitude Studios. I developer francesi hanno una storia di lungo corso quando si tratta di strategici a turni e nel loro portfolio figurano nomi come il già citato Endless Legend, lo spin-off sci-fi Endless Space e Humankind.
Tutti questi titoli hanno ricevuto un’ottima accoglienza da parte della critica e del pubblico, eppure nessuno di essi è riuscito a scalzare dal trono quel Civilization che da sempre è visto come il faro nei 4X.
Civilization VII, l’ultimo arrivato nella oltre ventennale serie, ha però mostrato qualche segno di stanchezza, è tuttora visto come un’opera incompiuta e ha lasciato l’amaro in bocca ai fan, desiderosi di provare qualcosa di nuovo, qualcosa che davvero possa far compiere un balzo verso il futuro al genere complessivamente.
Endless Legend 2 sembra proprio essere il messia – forse stiamo correndo troppo – tanto atteso. Inoltre, ben sapendo le difficoltà riscontrate al lancio da parte di questi giochi così profondi, sfaccettati e mai del tutto bilanciati, Amplitude Studios ha deciso che pubblicherà inizialmente la sua opera in Early Access, una fase di incubazione in cui verranno ascoltati i feedback dei giocatori, ampliate le fazioni, ritoccate le numerose meccaniche di gioco e, ovviamente, corretti i vari bug.
Cos'è il mondo di Endless Legend?
Le aspettative sono alte, soprattutto dopo aver provato con mano il titolo. Per chi si fosse fatto sfuggire il primo capitolo - recuperatelo, è ancora molto attuale nonostante i dieci anni di onorata carriera - siamo ancora una volta nel campo dei 4X, con al centro del gioco l’esplorazione della mappa, la gestione degli insediamenti, lo sviluppo delle tecnologie, le relazioni con le altre fazioni – e, ovviamente, la guerra.
Il setting è un fantasy decisamente atipico, molto lontano dai canoni estetici a cui siamo abituati e con i mondi popolati dai soliti orchi, nani ed elfi. Nei reami di Endless Legend 2 c’è spazio per ogni creatura, da insettoidi orientaleggianti ad umani provenienti dalle stelle, senza dimenticare strane creature con le sembianze di orsi, api giganti e golem senzienti di pietra.
Descrivere Endless Legend 2 come un semplice strategico a turni è inoltre riduttivo. Il titolo si avvicina infatti ad opere come Heroes of Might and Magic, Age of Wonders o Song of Conquest, con eroi e leader di fazione da gestire in puro stile RPG e con una componente narrativa molto più preponderante rispetto ad un puro sandbox.
Un ottimo primo impatto
Tutto questo è emerso già dal poco materiale messoci a disposizione per questo primo faccia a faccia, in cui abbiamo più o meno giocato un centinaio di turni con i Kin di Sheredyn e con gli Aspects. Le due fazioni propongono un gameplay decisamente asimmetrico, pur restando nell’ambito dei 4X.
I Kin di Sheredyn sono infatti una popolazione umanoide proveniente dalle stelle, con qualche influenza dalla Roma antica e con bonus e tratti spiccatamente militaristici.
Precipitati sul pianeta Saiadha, questi esuli sono ora alla ricerca del loro antico leader, sospesi fra antiche profezie e le necessità di sopravvivenza poste da un ambiente ostile.
Al contrario, gli insettoidi Aspects sono una potenza pensata per quei giocatori che preferiscono la diplomazia alla forza bruta, colonizzano le caselle sfruttando le fioriture dei coralli e hanno un’estetica quasi nipponica ben diversa da quella della loro controparte umana.
Le fazioni propongono un approccio diametralmente opposto, un po’ per le quest narrative che portano avanti le storie di queste due popolazioni, un po’ perché le dinamiche classiche degli strategici a turni sono declinate in modo diverso a seconda di chi si sta guidando.
Naturalmente ci sono anche elementi comuni, come un albero delle tecnologie che presenta molte similitudini durante le prime ramificazioni, le strutture base per migliorare gli output tecnologici o economici degli insediamenti e anche la stessa personalizzazione degli eroi.
Questi personaggi possono essere potenziati tramite l’equipaggiamento che si recupera lungo le caselle della mappa o dopo le missioni, salgono di livello, sbloccano nuove abilità e possono essere affiancati da altri “nobili”.
Una storia sempre diversa
Quello che però più ci intriga è la fluidità delle fazioni. I territori sono disseminati di potenze minori, inizialmente aggressive e che più o meno funzionano alla stregua dei soliti fastidiosissimi barbari.
Al giocatore spetta la scelta se proseguire le ostilità oppure se intavolare una trattativa pacifica, che darà il via ad una quest e alla successiva pacificazione e poi integrazione di questi popoli.
Una volta creato un protettorato, è possibile arruolare truppe prese da questi insediamenti vassalli, così come integrare gli abitanti all’interno delle caselle cittadini degli insediamenti. Con il passare dei turni, le fazioni assomigliano ad un melting pot di strani alieni, creature fantasy e spiriti di ogni genere, ampliando in questo modo le opzioni strategiche sia sul campo di battaglia che per la pianificazione urbana.
Endless Legend 2 sembra proprio che cerchi delle soluzioni ai limiti cronici dei 4X. Uno di questi è l’esplorazione e la scoperta della mappa. In questi giochi, i primi turni sono sempre i più interessanti. Si spostano le poche truppe a disposizione, c’è sempre quella sensazione di novità e di pericolo e si ha la reale percezione di fare qualcosa di nuovo ad ogni turno.
Poi, però, subentra la monotonia e si clicca in modo quasi automatico sul quel “Termina turno” giusto per vedere sorgere l’ennesima fattoria uguale.
Il rimedio adottato da Endless Legend 2 è una ciclica rivoluzione degli ambienti, giustificata in termini narrativi dalle costanti maree e tempeste che devastano le cose del pianeta Saiadha.
Grazie a questa semplice trovata, le zone emerse variano ogni manciata di turni, rivelando così nuovi segreti, nuove fazioni e, soprattutto, nuove caselle da colonizzare e da sfruttare per accumulare nuovi materiali.
Oltre il solito 4X
Queste prime ore passate assieme allo strategico di Amplitude sono state davvero un tour de force, perché è davvero encomiabile la quantità di contenuti che abbiamo dovuto imparare a maneggiare in così pochi turni.
C’è un consiglio politico dove piazzare i propri dignitari, un albero delle tecnologie suddiviso in numerosi rami e capitoli progressivi, c’è la diplomazia tramite cui interagire con le altre fazioni e ci sono numerose unità da reclutare e da schierare in battaglia.
Queste ultime ricordano da vicino quelle già apprezzate nel primo capitolo e anche Humankind, schermaglie che cercano di aggiungere un minimo di componente tattica e che avvengono direttamente sulla mappa di gioco.
Un centinaio di turni sono davvero un perimetro troppo esiguo per sbilanciarsi definitivamente sulla bontà di un 4X e serve molto più tempo per valutare ad esempio la capacità dell’AI nel reagire alle azioni del giocatore.
Endless Legend 2 ci ha comunque fatto davvero un’ottima impressione e anche le parti notoriamente più complesse da creare sembrano già in un buonissimo stato di sviluppo, come ad esempio l’interfaccia di gioco.
I menù da navigare sono numerosi e stratificati, ci si mette un po’ a fare ordine in mezzo a tutte quelle voci, ma basta un po’ di allenamento per comprendere il funzionamento di tutte le componenti della UI.
Qualcosa da sistemare ovviamente c’è, come è naturale che sia. Ad esempio, un paio di partite sono terminate prima della loro naturale conclusione perché non potevamo concludere il nostro turno, in qualche occasione non si sono attivate le quest e il pathfinding è ancora lontano dalla sua forma migliore.
Sono tutti elementi che richiedono tempo e su cui è quasi superfluo soffermarsi, piccoli nei che vanno messi in secondo piano rispetto a quanto di buono ci ha mostrato Endless Legend 2 in questo primo contatto.