Immagine di Diablo II Resurrected è come un buon vino d'annata, bevuto all'inferno
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Diablo II Resurrected è come un buon vino d'annata, bevuto all'inferno

La nuova versione del classico Blizzard in closed beta è il trionfo della tradizione, ma con il vestito delle grandi occasioni.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Informazioni sul prodotto

Immagine di Diablo II: Resurrected
Diablo II: Resurrected
  • Sviluppatore: Blizzard Entertainment, Vicarious Visions
  • Produttore: Blizzard Entertainment
  • Distributore: Activision Blizzard
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Data di uscita: 23 settembre 2021
Questo articolo, nel totale rispetto del lavoro svolto dagli sviluppatori che sono parte di Activision Blizzard, propone esclusivamente l'analisi delle impressioni dalla beta del gioco a cui si sono dedicati. Se state invece cercando aggiornamenti sul caso di Activision Blizzard, vi raccomandiamo la lettura di questo articolo, oltre che di questo relativo allo sciopero dei dipendenti. Raccomandata anche la lettura di questo e di questo articolo, in attesa di potervi fornire ulteriori aggiornamenti.

Diablo II Resurrected è stato mostrato per la prima volta da Blizzard in occasione della cerimonia di apertura della BlizzCon 2021, durante lo scorso mese di febbraio, generando da subito un feedback molto potente tra gli appassionati storici del franchise. Sì, perché a differenza di Diablo III, Diablo Immortal e del prossimo Diablo IV, in questo caso parliamo di una vera rimasterizzazione del grande classico, in grado di mettere sul piatto sia una veste grafica retrò con sprite in 2D che una versione più moderna, con tanto di supporto al cross-progression e i 27 minuti di cinematiche ricreati frame by frame. Vale a dire un gioco (quasi) totalmente nuovo, in grado però di prendere per mano l'appassionato storico di Diablo e riportarlo nelle lande tenebrose e oscure che tanto ha amato nel lontano 2000.

Come da programma, il 13 agosto scorso è iniziato ufficialmente il weekend di accesso anticipato di Diablo II Resurrected, una nuova occasione per provare con mano la remastered dell’action RPG, in uscita nella sua veste completa a partire dal 23 settembre prossimo su PC, Xbox Series X/S, Xbox One, Nintendo Switch, PS5 e PS4.

L'Early Access della beta è giocabile da chiunque abbia effettuato il preorder del gioco, sebbene dalle ore 19.00 del 20 agosto (fino al 23 dello stesso mese) prenderà ufficialmente il via anche l’open beta di Diablo II Resurrected, accessibile a tutti i giocatori indipendentemente dalla piattaforma in proprio possesso. Ora, grazie alla possibilità di mettere mano alla beta multiplayer relativa alla versione PS5, abbiamo saggiato nuovamente le potenzialità di un titolo che - nonostante gli oltre venti anni di età - ha ancora classe da vendere.

La closed beta multiplayer di Diablo II

Dopo avervi raccontato alcuni mesi fa tutto ciò che abbiamo capito dalla prima alfa tecnica del gioco (contenente i primi due atti dell’avventura), Diablo II Resurrected inizia ora a fare sul serio: come sicuramente saprete, il titolo completo comprenderà tutti i contenuti del gioco originale e dell’espansione Lord of Destruction. Vale a dire che chiunque vorrà potrà mettere mano a un pacchetto di gran prestigio, per molti l'esperienza Diablo definitiva. Grazie a questo nuovo assaggio multigiocatore, fino a otto giocatori hanno avuto modo di avventurarsi nei meandri dell'universo dark fantasy, un universo in grado di mantenere intatto tutto il suo fascino originale.

L'introduzione in CGI (l'originale, rimasterizzata per l'occasione) ci racconta i retroscena di una storia dalle tinte fosche e oscure, che i giocatori d'annata ben conoscono: Marius, il narratore, osserva l'eroe del primo Diablo noto come il Viandante Oscuro cadere vittima delle forze del male, scatenando così nuovamente i demoni dall'inferno. All'inseguimento del Viandante posseduto da Diablo (questa volta aiutato dai suoi due temibili fratelli, vale a dire Baal e Mephisto), un nuovo avventuriero chiamato a intraprendere un viaggio senza ritorno, con l'obiettivo di fermare una volta per tutte le forze delle tenebre.

Come prima cosa, una volta avviata la beta, la prima cosa che salta all'occhio sono le due nuove classi messe a disposizione dei giocatori: il Druido e il Paladino, i quali andranno ad aggiungersi ai tre personaggi già visti nella fase alfa, ossia l'Incantatrice, il Barbaro e l'Amazzone, cui si aggiungeranno Assassino e Negromante al momento del lancio ufficiale del gioco.

Più in particolare, il Druido è sicuramente uno degli eroi più intriganti del pacchetto, grazie alla possibilità di assumere la forma di un orso o un lupo, oltre a poter impartire ordini ad altri animali o scatenare la furia degli elementi (grazie agli incantesimi di fuoco, vento, terra e gelo). Il Paladino è invece un personaggio più canonico ed equilibrato, avendo la possibilità di utilizzare abilità nel combattimento e incantesimi di protezione piuttosto tradizionali.

Ovviamente, in base alla selezione del vostro eroe cambieranno le abilità che vi permetteranno di aiutare i vostri compagni di viaggio all'interno del gruppo, inclusa l'esperienza ottenuta e la quantità di oggetti rilasciati dai nemici (i quali aumenteranno o diminuiranno in base al numero di membri del gruppo), oltre alla possibilità di confrontarsi in una modalità PvP e l'avere a disposizione un Forziere Personale espanso con l'aggiunta di una scheda Forziere Condiviso.

Sempre come nell'alfa tecnica, la closed beta di Diablo II Resurrected ci ha dato modo di provare sia l'Atto I (chiamato L'Occhio Invisibile), che l'Atto II (soprannominato Il segreto dei Vizjerei). Vero anche che questa volta al giocatore non sarà imposto alcun limite di livello, vale a dire che tutti i partecipanti potranno progredire e divertirsi provando le varie tipologie di personaggi sul campo sino alla fine del test (ovviamente, ciò varrà anche per la open beta, durante la quale verranno rispettate le stesse regole di questa versione a porte chiuse).

Grafica, sonoro (e localizzazione) su PS5

Fortunatamente, come del resto già testimoniato con l'alfa, la closed beta ci ha dato ulteriore prova della bontà del comparto tecnico: su PS5, versione da noi testata, i modelli poligonali della versione rimasterizzata appaiono ben definiti e mai slavati, complici anche delle ambientazioni gotiche realmente suggestive che mettono sul piatto un lavoro certosino per quanto riguarda il mero background scenico: ovviamente, anche a questo giro alcune piccole sbavature dimostrano che c'è ancora molto lavoro da fare, specie lato ottimizzazione, ma è pur vero che la strada imboccata è quella giusta.

Anche a livello di effettistica, complice anche la notevole risoluzione offerta dalla console current-gen Sony, siamo dalle parti di un gran bel lavoro di rifinitura da parte degli sviluppatori di Blizzard e Vicarious Visions, in grado di far brillare ancor di più tutta una serie di dettagli che - vuoi per i limiti tecnici dell'epoca - l'originale Diablo II non era in grado di restituire (specie per quanto riguarda la resa di fuoco e acqua).

Insomma, dimenticate l'imbarazzante risultato ottenuto con WarCraft 3 Reforged, qui siamo su tutt'altro livello qualitativo. Nota a parte per la localizzazione in italiano, nonostante gran parte dei dialoghi sia stata completamente riscritta (sebbene ciò non è propriamente un male, a fronte dell'ottimo risultato finale).

Giocare Diablo II Resurrected con un joypad (in questo caso un DualSense) restituisce una sensazione straniante, specie per chi è abitato a mouse a tastiera. Vero anche che il meccanismo pensato egregiamente sui personal computer di oltre venti anni fa funziona alla grande con un classico controller (ma ve lo avevamo anticipato nel pezzo del nostro Valentino), restituendo le stesse, identiche sensazioni provate ai tempi ma con una spolverata di modernità che non guasta mai.

Altro dettaglio che dopo aver provato con mano questa closed beta è meglio rimarcare nuovamente: Diablo II Resurrected è e sarà sempre un gioco "vecchio" dentro: nonostante sappiamo benissimo che in questi casi il fattore nostalgia gioca un ruolo fondamentale, bisogna però sottolineare come questa remastered (di fatto, non un remake) sia l'occasione per fare conoscere un grande classico alle nuove generazioni, le quali si troveranno giocoforza tra le mani un videogioco del 2000, con animazioni legnose, una IA dei nemici quasi del tutto assente e una gestione dell'inventario decisamente arcaica.

A ciò si uniscono anche una progressione piuttosto consueta (con il nostro eroe in grado di livellare senza troppa fatica), le decine di oggetti - tra pozioni e bottini - che vi restituiranno quel feeling tipico dei giochi del secolo scorso, oltre a tutto ciò che ci si aspetterebbe di trovare da un titolo Blizzard di inizio anni duemila.

Insomma, se vi aspettate lo sfarzo di un action RPG di nuova generazione, con tutto lo sfarzo del caso, sappiate che Diablo II Resurrected è la cosa più distante da quella definizione. Attenzione, però, non si tratta di un difetto in senso stretto, bensì di un avvertimento: la rimasterizzazione di Diablo II sembra essere infatti alla stregua di un buon vino d'annata: prima di berlo bisogna decantarlo, fargli prendere aria, preferibilmente travasandolo in una caraffa. Solo così sarete in grado di evitare quel fastidioso retrogusto di tappo, dopo il primo sorso.

Versione testata: PS5

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Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Atmosfera gothic fantasy perfetta

  • Le due nuove classi non sono niente male

  • Comparto tecnico ed estetico notevole...

Contro

  • ... se non ereditasse gran parte dei limiti del gioco del 2000

Commento

In attesa che la beta diventi disponibile per tutti i giocatori, a partire dal 20 agosto, possiamo mettere la mano sul fuoco circa il fatto che Diablo II Resurrected saprà sicuramente appagare chi ha amato il gioco originale uscito più di 20 anni fa, incuriosendo tutti coloro che ci si avvicinano la prima volta, magari per il suo nome di richiamo (o per ingannare l'attesa del prossimo Diablo IV). Il gioco ha infatti tutto ciò che ci si aspetterebbe da un prodotto che omaggia la tradizione (limiti strutturali inclusi), cercando di non tradirsi col fattore nostalgia. Se tutto andrà come deve andare, il ritorno del Signore della Distruzione sarà di quelli da ricordare.
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