Il fatto che Remedy fosse un team dalla spiccata creatività non è certo un segreto. Quello che però è rimasto segreto fino a E3 2018 era la natura del loro nuovo gioco, Control. Non vi nascondiamo che al momento della presentazione, durante le prime battute del trailer, abbiamo creduto di avere tra le mani un seguito o uno spin-off di Quantum Break, ma più le immagini venivano riprodotte a schermo più il dubbio veniva fugato. Alcuni elementi paranormali che hanno caratterizzato la storia videoludica del team, da Max Payne ad Alan Wake, non erano da confondere con la recente esclusiva Microsoft, ma da identificare come l’eredità di una tradizione del team che in questo genere di cose ci sguazza parecchio. Per questo motivo, con non ancora chiaro che cosa aspettarsi realmente da Control, abbiamo colto la presentazione a porte chiuse nelle Meeting Room di 505 per chiarire il tutto, o meglio, per iniziare a delineare le forme del progetto.
Nato come “P7”, Control racconta le vicende di Jesse Faden, divenuta direttore della FBC, Federal Bureau Control, dopo che per caso si è ritrovata a sopravvivere a un’invasione ultraterrena all’interno dell’agenzia, che ne ha profondamente mutato lo spazio tempo in cui è collocata, oltre ad aver fatto sparire tutti i dipendenti o averli trasformati in creature umanoidi poco amichevoli. Non sappiamo bene di cosa si occupi la FBC, se non che sia dedita al controllo e allo studio dei fenomeni paranormali, e che chi ne è a capo assuma poteri sovrannaturali, e una pistola mutaforma; questo però era tutto ciò che dovevamo sapere per contestualizzare la demo hands-off a cui abbiamo partecipato, che appartiene a una sezione di gioco indicativamente posta a metà dell’avventura.
Il gioco nelle meccaniche, ricalca quelle che hanno accompagnato Remedy nel corso dei tanti anni di onorato servizio, ovvero uno shooter in terza persona con abilità a’la metroidvania, incentrato sulla storia, e completamente svincolato da limiti di realismo.
La demo è iniziata prendendo subito le parti della protagonista, armata della suddetta pistola, costretta ad affrontare i mostri umanoidi che sembrano aver corrotto il corpo degli uomini che erano all’interno dell’agenzia durante l’invasione. Non c’è praticamente nessun altro sopravvissuto nella struttura e il level design è una sequenza senza sosta di stanze più aperte per le fasi di shooting e cunicoli per l’avanzamento onirico nella follia del gioco. Follia perchè l’ambientazione è un continuo passaggio tra realtà e incubo, dove il mondo si smaterializza in cubi e si riforma secondo nuove regole e nuovi stili. Talvolta si può interrompere il sogno utilizzando i propri poteri paranormali per bloccare l’influsso ultraterreno sulla stanza, ma poco dopo in una fase non troppo successiva dell’avventura ci si ritroverà in una nuova situazione al di là della ragione. Può capitare che alcune stanze siano HUB per altre sezioni, ma per come è stata giocata la demo preferiamo aspettare di vedere di più, per capire in che modo esse vadano a svilupparsi e in che modo vadano ad aprire il mondo di gioco.
Il fatto di sentirsi spaesati è in linea con la situazione della protagonista, anch’essa alla ricerca della causa che l’ha condotta ad essere l’unica sopravvissuta di un attacco che è tutto da capire.
Sul fronte estetico, il thriller secondo Remedy cattura anche se non è sempre chiaro il motivo. L’impatto visivo è notevole, così come le acrobazie delle architettura che compiono transizioni da una forma all’altra. Il combat-system, pure. Si amalgama bene con l’ambientazione anche se analizzato nelle varie abilità a tratti appare leggermente claudicante. L’arma, questa pistola mutaforma, assume le capacità di un fucile, di un automatico. Le abilità della protagonista le permettono di librarsi in volo, di lanciare gli oggetti sul campo e di ripararsi dietro a uno scudo “telecinetico” dai colpi di pistola dei nemici.
– Un commistione di elementi affascinanti
– Ambientazione inaspettata e potenzialmente interessantissima
La demo che abbiamo visto di Control ci è piaciuta molto. L’ambientazione sempre a cavallo tra incubo e realismo è affascinante, ma tavolta non lascia spazio a una chiarezza di intenti. Il combat-system sembra perfettamente disegnato con questo stile facendoci sperare grandi cose per il futuro, pur apparendo in alcuni frangenti leggermente ingessato.
Remedy, dunque, sembra in forma per portarci a vivere una nuova avventura estremamente affascinante, per quanto ancora non chiara, che porta in maniera netta il suo marchio di fabbrica.
Per la data d’uscita, attualmente abbiamo un non meglio precisato 2019, ma le sensazioni sono quelle che l’attesa sarà giustamente ripagata.