Call of Duty: Modern Warfare 2 non è una rivoluzione e va bene così
Abbiamo provato la beta di Modern Warfare 2 in early access, vi raccontiamo le nostre impressioni.
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Infinity Ward
- Produttore: Activision
- Distributore: Activision Blizzard
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 28 ottobre 2022
Le annate videoludiche sono cadenzate da quegli appuntamenti fissi che ogni anni si presentano, con una certa puntualità peraltro, alle porte di noi giocatori. Ci sono i titoli sportivi, certamente, ma ci sono anche saghe alla cui presenza siamo ormai abituati, nel bene e nel male, e tra queste sicuramente spicca Call of Duty.
La popolare serie di Activision potrà ancora non avere uno slot assicurato nel 2023 (anno in cui si potrebbe rompere l’impressionante fila di uscite consecutive, stando almeno ad alcuni rumor), ma è pronta a tornare in grande spolvero quest’anno, con l’arrivo di Call of Duty: Modern Warfare 2, sviluppato da Infinity Ward.
Il titolo farà da sequel al reboot del 2019, intitolato semplicemente Call of Duty: Modern Warfare. In attesa di poter provare la campagna, abbiamo partecipato alla prima sessione beta di multigiocatore online, disponibile in early access su console di casa PlayStation, e siamo pronti a raccontarvi le nostre impressioni.
Reboot che vince non si cambia (più o meno)
Call of Duty: Modern Warfare (chiameremo i nuovi episodi soltanto MW e MW 2 d’ora in poi), alla sua uscita nel 2019, aveva molto da dimostrare; la saga usciva da alcuni episodi poco convincenti e la stessa Infinity Ward doveva recuperare la credibilità persa con episodi divisivi come Ghosts e Infinite Warfare.
Fortunatamente, le cose sono andate per il verso giusto con MW. Proprio per questo, non ci saremmo aspettati una rivoluzione da MW 2, e così è stato. In buona sostanza, infatti, il gioco riprende le ottime basi poste, in termini di competitivo, dal predecessore, apportando alcune modifiche e migliorie qua e là.
Al netto del fatto che Call of Duty, di per sé, è una saga poco incline ai grandi cambiamenti, questo MW 2 in particolare somiglia molto all’episodio del 2019. Non staremo quindi a raccontarvi del gioco come se fosse qualcosa di inedito, ma ci concentreremo piuttosto sugli elementi che ci hanno convinto e su quelli che ci hanno lasciato dubbiosi nel corso di questa prova.
Partiamo quindi dal gameplay di base, tenendo ovviamente di conto che stiamo parlando soltanto del comparto multiplayer e soltanto della porzione che era possibile provare in questa prima fase.
Il feeling è molto simile a quello del capitolo precedente: la filosofia di fondo rimane quella “boots on the ground”, con un sistema di comando e di movimento del personaggio che mira, almeno relativamente, ad un certo realismo. È ancora possibile eseguire diverse mosse acrobatiche che sono fondamentali nelle partite online, come il tuffo in avanti e la scivolata, e torna anche la possibilità di appostarsi dietro alle sporgenze per poter avere una migliore visuale pur rimanendo parzialmente protetti dalla parete.
Insomma, quanto di buono fatto con lo scorso MW torna qui in grande spolvero, senza che siano stati fatti grandi ritocchi. Anche il feeling delle armi è rimasto pressoché invariato, e ciò non è affatto un male considerando che il livello raggiunto era davvero ottimo.
Anche il TTK (Time To Kill) è rimasto molto simile, e quanto questo vi piacerà dipende molto dal vostro stile di gioco. C’è chi preferisce il TTK più lento degli episodi sviluppati da Treyarch, chi invece preferisce quello più rapido (ma non immediato) che potrete trovare anche in questo MW 2.
Al netto delle preferenze personali, però, dobbiamo dire di aver notato una certa inconsistenza, che non sappiamo se sia dovuta a inciampi di netcode o se si tratti di un problema più strutturale del gioco che sarà risolto in vista della release finale; ci è capitato, in alcuni frangenti, di sopravvivere ad un quantitativo insolito di colpi, pronti a reagire quando normalmente saremmo già dovuti essere morti e sepolti, e lo stesso è accaduto ad alcuni avversari.
Tolto questo appunto, dobbiamo segnalare che la nostra prova, svolta su PlayStation 5 (se dovete ancora aggiornarvi alla next-gen, al momento potete trovare Xbox Series S su Amazon) non abbiamo rilevato problemi di sorta; l'esperienza è stata fluida e senza rallentamenti, senza compromessi sulla resa visiva.
Farà discutere anche la mini-mappa presente sullo schermo; gli sviluppatori hanno deciso infatti di replicare la scelta fatta con MW, non segnalando i colpi sparati dagli avversari, anche quando viene utilizzata un’arma senza silenziatore. C’è chi ha apprezzato questa scelta e chi invece l’ha ritenuta controproducente: anche in questo caso, se la cosa vi piacerà o meno dipenderà dal vostro gusto personale.
Se questi elementi, nel bene e nel male, torneranno pressoché invariati in MW 2, ci sono anche diverse novità e modifiche al sistema di gioco che tutti conosciamo, a cui sarà necessario abituarsi per continuare ad essere competitivi.
Innanzitutto, l’introduzione del cosiddetto Gunsmith 2.0. In buona sostanza, qui la novità principale è la possibilità di sbloccare accessori per intere famiglie di armi guadagnando esperienza con una soltanto di quelle disponibili. Questo miglioramento alla quality of life permette di evitare di spendere ore di grinding soltanto per ottenere accessori per ogni bocca da fuoco disponibile, invogliando anche a provare nuove armi più spesso senza il tedio di doverle per forza portare tutte allo stesso livello per ottenere le migliorie desiderate.
Sempre dal menù sarà possibile scegliere se utilizzare le serie di uccisioni o le serie di punti per ottenere ricompense durante la partita; si tratta di una notevole comodità, che vi permetterà di scegliere con la semplice pressione di un tasto lo stile di gioco che più si adatta a voi.
Molto interessante è la nuova gestione delle specialità. Anziché avere a disposizione i classici slot, le specialità sono state adesso divise in tre classi: base, bonus e suprema. Le specialità base saranno attive fin dal momento in cui entreremo in partita, come da tradizione. Le specialità bonus e suprema, invece, si attiveranno soltanto durante il corso della partita, in base al tempo trascorso e al punteggio ottenuto.
Si tratta di un cambiamento che ancora dobbiamo digerire, e che non sappiamo che effetto avrà sull’economia delle partite; potrebbe contribuire a dare una maggiore freschezza ai match, costringendo a cambiare il proprio stile di gioco in corso di partita, ma potrebbe anche rivelarsi tedioso a lungo andare. Staremo a vedere, perché è un elemento che richiede tempo, prima di dare un giudizio definitivo.
Parlando di specialità, ci saranno anche altre questioni che faranno discutere. I giocatori avevano chiesto a gran voce il ritorno della specialità ninja, che al momento è assente; se fate parte di coloro che attendevano questo ritorno, rimarrete inevitabilmente delusi. È invece presente tra le specialità supreme un’abilità di nome “Superstite”, che somiglia molto al vecchio “Ultimo uomo”. L’abbiamo provata e dubitiamo che sarà abusata come accadde per quest’ultima, in quanto una volta a terra “Superstite” permette soltanto di rianimarsi da soli, e soltanto in caso il danno finale sia stato causato da proiettili. Non si potrà quindi sparare a chi ci ha feriti, e non sarà neanche semplice rialzarsi dato che basterà un altro colpo per porre fine a questo status.
Finora abbiamo parlato di cosa c’è di nuovo in questo MW 2, di cosa ci ha convinti e di cosa invece ci ha lasciato dubbiosi. Vogliamo infine segnalare alcuni elementi che invece pensiamo debbano essere sistemati in vista della versione finale.
Innanzitutto, il rumore dei passi – decisamente troppo rumorosi, molto più che nell’ultimo MW. Questo è l’unico vero “problema” che ci ha fatto storcere il naso. In secondo luogo vogliamo segnalare un elemento di poco conto, ma comunque migliorabile, cioè la UI dell’Armaiolo, che può decisamente essere migliorata: è un po’ macchinoso navigare la personalizzazione delle classi, ed il tutto potrebbe essere snellito in qualche modo.
Nuove modalità e mappe
Ovviamente non può esserci un nuovo Call of Duty senza nuove mappe e nuove modalità di gioco. Partiamo quindi dalle mappe: nella beta non è stato ovviamente possibile provarle tutte, ma la selezione qui presente ci ha decisamente convinti. Si è trattato perlopiù di mappe di medie dimensioni, ben strutturate e stratificate, con poche zone morte e senza un eccessiva focalizzazione su alcuni avamposti.
Per giudicare la bontà del map design dovremo necessariamente attendere di poterle provare tutte, è vero, ma quanto abbiamo visto ci spinge a dire che Infinity Ward ha continuato il buon operato cominciato con lo scorso episodio, per cui se avete apprezzato il loro precedente lavoro potete sentirvi già relativamente tranquilli (se siete già convinti dell'acquisto, potete assicurarvi il gioco al day one prenotando questa esclusiva edizione su Amazon).
Per quanto riguarda le nuove modalità, abbiamo potuto provare Soccorso prigionieri e Knock Out, oltre ad una playlist contenente le classiche modalità deathmatch a squadre e dominio. Se su queste ultime due non c’è ovviamente nulla di nuovo da dire, intendiamo soffermarci brevemente sulle prime.
Soccorso prigionieri è una modalità 6vs6 che vede due squadre alternarsi tra due ruoli; una dovrà mantenere il possesso di due ostaggi, mentre l’altra dovrà salvarli e portarli ad un punto di recupero. In questa modalità è prevista la possibilità di rianimare i compagni di squadra caduti, almeno entro un certo limite di tempo.
Si tratta di una modalità interessante, per affrontare la quale è necessario un buon grado di coordinazione tra i membri della squadra, soprattutto per scortare colui che si incaricherà di prendere sulle proprie spalle (letteralmente) l’ostaggio da salvare.
Lo stesso discorso vale più o meno per Knock Out: anche qui si tratta di una modalità 6vs6, ma lo scopo è “semplicemente” quello di eliminare la squadra avversaria e di mantenere il possesso di un obiettivo (o guadagnarlo, a seconda del ruolo in cui si gioca), senza possibilità di rientro per gli eliminati (ma è possibile essere rianimati entro un limite di tempo).
Questa modalità ci ha divertiti anche di più: la mancanza di possibilità di rientro aggiunge sempre un fattore di rischio in più alle modalità che la utilizzano, ed obbliga a un approccio più calmo e ragionato all’azione. Anche qui per giocare bene è necessaria una buona coordinazione, ma anche i lupi solitari potranno avere qualche speranza di trovare la loro ragion d’essere.
Versione provata: PS5
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Riprende le ottime basi del predecessore
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Interessanti novità nella gestione delle specialità
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Nuove modalità divertenti
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Buon map design
Contro
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Alcune scelte faranno discutere
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Se non apprezzate lo stile Infinity Ward nel competitivo, non cambierete idea qui