Immagine di Bonaparte - A Mechanized Revolution è un'intrigante unione di Storia e fantascienza
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Bonaparte - A Mechanized Revolution è un'intrigante unione di Storia e fantascienza

Bonaparte - A Mechanized Revolution è un interessante strategico ambientato in una ucronia a fine XVIII secolo: lo abbiamo provato in anteprima.

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Bonaparte - A Mechanized Revolution
Bonaparte - A Mechanized Revolution
  • Sviluppatore: Studio Imugi
  • Produttore: Studio Imugi
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: Q1 2025

Il 1789 è stato un punto epocale per la Storia moderna: la caduta della corona francese, l’abbattimento dell'Ancien Régime, la nascita della repubblica e la prima stesura della dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Così tanti momenti cruciali compressi in pochi mesi e con echi che si ripercuoteranno in tutta Europa e nel mondo da lì a breve.

È impensabile che un anno così ricco di eventi non diventi anche il perfetto spunto per un videogioco e, con le dovute distanze cronologiche e giusto per citare un paio di nomi più o meno famosi, Assassin’s Creed: Unity e We. The Revolution hanno già cercato di raccontare a loro modo questi avvenimenti.

Alla lista si aggiungerà prossimamente anche Bonaparte - A Mechanized Revolution, un tattico-strategico a turni sviluppato dal team indipendente Studio Imugi e in arrivo nella prima parte del 2025.

Abbiamo approfittato di una demo messaci a disposizione dagli sviluppatori per riscrivere la Storia e per imparare una versione alternativa della Rivoluzione.

Una storia più o meno nuova

Come lascia intuire il nome stesso, Bonaparte - A Mechanized Revolution è una ucronia, un racconto basato su degli eventi fittizi che hanno deviato il percorso della Storia rispetto a quanto studiato sui banchi di scuola.

Nel XVIII secolo narrato da Studio Imugi, accanto a ussari e fucilieri, i campi di battaglia sono anche solcati da possenti robot, tanto efficaci nel vincere le guerre, quanto costosi per le casse dello Stato.

Proprio l’uso massiccio di questi mech ha portato la Francia sull’orlo del collasso economico e sociale. Il re si trova quindi costretto a convocare gli Stati Generali, la miccia che, come nella realtà, scatenerà la rivoluzione da lì a pochi mesi.

Nelle vesti di un generale bonapartista, il giocatore deve decidere da che parte stare e saranno le sue scelte strategiche a determinare la vittoria o la sconfitta delle idee giacobine. 

Nonostante sia una ucronia, Bonaparte è un titolo molto attaccato alla Storia, al punto che ci siamo ritrovati a conversare con Robespierre.
Nonostante le premesse fantascientifiche, Bonaparte - A Mechanized Revolution è un titolo molto attaccato alla Storia. Durante questa breve sessione abbiamo infatti conversato con Robespierre, Danton e Saint-Just, un'aderenza alla realtà che ci ha fatto quasi dubitare della reale necessità dei giganteschi robot, privi di una vera caratterizzazione.

Philip K. Dick giustifica il suo The Man in the High Castle con la vittoria del nazismo sulle forze alleate, nell’universo 1920+ di Jakub Rozalski sono state le idee di Tesla a cambiare le sorti dell’Europa, mentre in Bonaparte - A Mechanized Revolution non si sa perché esistano quelle diavolerie fatte di ferro e bulloni.

Naturalmente abbiamo provato solo una minima parte del titolo definitivo che, per essere esaustivi, verrà inoltre pubblicato in accesso anticipato, inizialmente. Siamo però rimasti scettici sulla scelta di non inserire questo snodo narrativo nelle fasi iniziali dell’opera, quelle per l’appunto da noi testate.

Una mappa da colorare

I nostri dubbi sono stati poi acuiti una volta saggiate le meccaniche di gioco, capaci di integrare in modo davvero sorprendente – per quanto ovviamente parziale, al momento – le dinamiche, le fazioni e i giochi di potere che hanno scosso la Francia sul finire del 1700.

Bonaparte: - A Mechanized Revolution è un gioco dalle due anime. Da una parte imita la componente strategica dei Total War, con una mappa suddivisa in regioni da conquistare e gestire turno dopo turno, a cui unisce battaglie tattiche a turni che si svolgono sulle classiche caselle esagonali.

È soprattutto il lato gestionale ad averci maggiormente intrigato, in una campagna dove il giocatore ha molti spazi di manovra e libertà – e anche la narrativa riveste un ruolo centrale, tanto che il punto conclusivo di questa demo è stata proprio la fallita fuga del Re Luigi XVI dal suo regno. 

Per ora non tutti i sistemi di gioco sono stati implementati – anzi, a dire il vero decisamente pochi – ma sin da subito abbiamo avuto la possibilità di scegliere con quale fazione allinearci, se fare gli interessi dei moderati, dei giacobini o dei fedeli alla corona, e anche di tessere potenziali relazioni diplomatiche con i nostri rivali.

Purtroppo trattative solo potenziali, dato che questa componente non è ancora attiva e si limita per ora a scambi di idee puramente teorici sul senso, sui futuri sviluppi e sull’efficacia della Rivoluzione.

Inoltre, abbiamo molto apprezzato come i tre strati sociali che convivono a fatica siano stati sfruttati per creare delle varianti rispetto alle generiche meccaniche gestionali già viste in molti altri titoli simili.

In ogni regione la popolazione è infatti divisa fra nobiltà, borghesia e cittadini, e ciascun ceto a sua volta è più o meno vicino agli ideali repubblicani o a quelli del vecchio regime. Con pochi turni a nostra disposizione, non ci è stata molto chiara quale sarà la vera influenza dei Tre Stati, ma in base alle costruzioni edificate e alla propaganda effettuata, abbiamo notato dei cambiamenti nel peso di queste fazioni.

Siamo certi che nella parte conclusiva della campagna sarà importante avere dalla propria parte la maggior parte della popolazione, onde evitare improvvise ribellioni nelle aree controllate.

Una Francia in fiamme

Nei momenti iniziali, gran parte della Francia è occupata da generici riottosi, mentre i lealisti, i giacobini e i moderati, a loro volta suddivisi nelle loro infinite correnti, convivono in una difficile alleanza per riportare ordine nel Paese – ma è chiaro che si tratti solo di una momentanea tregua.

Purtroppo, ancora una volta, possiamo solo fare delle ipotesi su come verrà interrotta questa difficile pace, quanto sarà approfondita la componente politica, se le stesse fazioni potranno definitivamente spaccarsi al loro interno e, ad esempio, i montagnardi e girondini andranno a perseguire due agende diverse.

Ritornando nel campo del concreto, i sistemi di arruolamento e di costruzione sfruttano appieno il sistema dei Tre Stati e calano il giocatore all’interno di un mondo reale – passateci il termine – in cui non si vestono i panni di un generale dai poteri illimitati, capace di prendere decisioni secondo i suoi soli capricci.

Il gioco ha due anime: una che imita la componente strategica dei Total War, l'altra più gestionale (e intrigante).
Ad esempio, prima di coscrivere una nuovo ufficiale occorre rivolgersi ad uno dei propri generali, caratterizzato da svariate statistiche e abilità. Quest’ultimo potrà portare a compimento oppure fallire il proprio obiettivo in base alle risposte date alla potenziale recluta, che a sua volta prenderà la scelta in base alla sua indole rivoluzionaria o reazionaria.

Teoricamente il discorso è analogo per i nuovi edifici, che verranno costruiti sulla base delle doti oratorie dei nostri delegati. A differenza degli ufficiali, non sappiamo se per errore o per scelta degli sviluppatori, la nuova struttura veniva sempre piazzata anche se i lavoratori non avevano apprezzato i discorsi motivazionali del nostro sottoposto.

Lo ripetiamo, Bonaparte - A Mechanized Revolution è ancora un gioco lungi dall’essere completo. Questa sensazione di incertezza è aumentata anche a causa di un tutorial assente nella demo, di un sistema di aiuti decisamente vago e dall’assenza di buona parte di quei tooltip e icone che avrebbero reso più chiara la nostra esperienza di gioco. Sono comunque tutte mancanze che siamo certi verranno analizzate e corrette con il prosieguo dello sviluppo.

Oltre a queste peculiarità rese possibili dal contesto narrativo, Bonaparte - A Mechanized ha ovviamente anche tutti quei sistemi tipici degli strategici a turni. Grazie all’oro prodotto dagli edifici si possono reclutare fanti, cannoni e cavalieri, l’influenza permette di arruolare nuovi ufficiali e il flogisto raccolto nelle regioni controllate è necessario per costruire nuovi mech.

Un piccolo problema: in questa demo non potevamo costruire nuovi mech. Ancora una volta abbiamo constatato con rammarico come il cardine principale del gioco non sia stato per nulla sfruttato, in questa versione di prova.

Sui campi di battaglia

Per quanto ancora lontana dal suo stato definitivo, la parte strategica di Bonaparte - A Mechanized Revolution presentava molti spunti interessanti.

Quando siamo scesi in prima persona nei campi di battaglia ci siamo, al contrario, trovati davanti a un tattico a turni che, almeno per ora, non ha mostrato le stesse intuizioni potenzialmente vincenti. Le unità hanno i classici punti azione da spendere per muoversi, per compiere uno dei loro attacchi o per attivare le abilità speciali, utili magari per ripristinare il morale.

Gli scenari che abbiamo calcato erano sempre composti da poche caselle, erano privi di spunti tattici come barricate o qualche altro elemento da far saltare in aria a colpi di cannone.

I motivi del nostro tiepido giudizio sono naturalmente parziali, non sappiamo ad esempio quante saranno le tipologie di truppe presenti al lancio in Early Access, se ci saranno sistemi di upgrade o promozioni e la demo si è inoltre interrotta proprio prima dell’unica battaglia su larga scala contro le truppe del Re Luigi XVI in fuga dalla Francia. 

Infine Bonaparte - A Mechanized Revolution non fa della potenza grafica uno dei suoi punti di forza e questa semplicità tecnica emerge con più forza proprio durante le battaglie a turni, con modelli animati in modo molto grezzo e con una quantità di dettagli molto bassa. 

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • La rivisitazione storica è sicuramente interessante.

  • La componente strategica sembra molto stratificata.

  • La narrativa è molto più approfondita rispetto a quella tipica di uno strategico.

Contro

  • Abbiamo visto davvero troppo poco per sbilanciarci.

  • Speriamo che l'ucronia venga giustificata in qualche modo.

  • Le battaglie a turni non ci hanno convinto.

Commento

Mancano ancora parecchi mesi alla pubblicazione di Bonaparte - A Mechanized Revolution e questa anteprima è stato solo un piccolo antipasto di quello che avrà da offrire lo strategico sviluppato da Studio Imugi. Già da questo primo faccia a faccia emerge però la passione per la Storia del team di sviluppo, la loro voglia di raccontare una Rivoluzione Francese diversa da quella scritta nei manuali e anche una certa confidenza nel maneggiare le complesse meccaniche di gioco tipiche di uno strategico. Il giudizio è ovviamente sospeso, ma Bonaparte - A Mechanized Revolution ha stuzzicato la nostra curiosità.
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