La risposta più superficiale sarebbe quella di giustificare la scelta con l’attrattiva dell’epoca della grande Grecia, per cui sarebbe stato un peccato non sfruttare il potenziale di quella civiltà che si sposa così bene con le dinamiche del gioco.
La nostra prova, però, insieme ai vari trailer mostrati e ai loro dettagli, ci ricorda che la storia del Credo dipende da una lotta ben più grande e datata: l’Eden, i suoi manufatti e la Prima Civilizzazione. Dato per assodato che la lancia di Leonida, i cui resti sono nelle mani del nostro personaggio, sia uno degli oggetti dell’Eden, non bisogna dimenticarsi di un altro dettaglio: il nome Atena vi dice niente?
Una delle principali novità che abbiamo potuto vedere durante questa prova riguarda l’influenza che le scelte del giocatore possono avere sulla storia, a partire dalla prima, quella del personaggio. Assassin’s Creed Odyssey può essere giocato nei panni di Alexios o di Kassandra, guerrieri appartenenti alla discendenza spartana e nipoti diretti del grande Re Leonida, dal quale il personaggio scelto ha ereditato appunto parte della lancia e i relativi poteri. Questa però rimane probabilmente l’unica scelta che non modifica il proseguo del gioco: sia Alexios che Kassandra condividono storia e gameplay senza alcuna differenza, con il totale controllo nelle mani del giocatore che può determinare come sviluppare il proprio personaggio e che tipo di strada intraprendere sino a raggiungere uno dei diversi finali possibili. Tantissime scelte e dal peso importante, ma narrativamente parlando questo potrebbe anche significare una minore importanza del nostro personaggio all’interno della storia generale della saga, considerando lecito aspettarsi che qualcuno di questi finali non sia necessariamente positivo. Si tratta di ipotesi, ma il focus principale della trama potrebbero davvero essere i manufatti dell’Eden, mentre bisognerà aspettare il gioco finale per capitare quanti e quanto distanti saranno i percorsi disponibili per la storia del nostro personaggio.
Assassin’s Creed Odyssey sembra proporre il gameplay più completo che mai: per quanto il combat system sia stato completamente ricopiato da Origins, l’introduzione dei poteri della lancia di Leonida e delle abilità collegate non è da sottovalutare. I nemici sono più intelligenti, attaccano in gruppo, non si fanno scrupoli ad infierire mentre stiamo subendo altri colpi, si difendono tenacemente con lo scudo e lo usano persino per sbilanciarci: combattere non è mai stato così difficile, soprattutto considerando la mancanza di un nostro scudo che possa guardarci dai fendenti nemici. La difesa si basa tutto sul tempismo dell’incrocio delle armi, in grado di spezzare l’attacco nemico e coglierlo fuori guardia, con un pattern che potrebbe sembrare persino ripetitivo una volta preso il tempo ma che in realtà deve sempre fare i conti con il numero dei nemici, quasi sempre in maggioranza e pronti a mandarci a terra.
E’ qui che entrano in gioco le abilità, divise nei tre segmenti Hunter, Warrior e Assassin, ciascuna potenziabile per ottenere effetti ed efficacia migliori, essenziali soprattutto in combattimento: dal calcio reso famoso dalla scena iniziale del film 300 allo strappare via lo scudo dei nemici, passando per l’assassinio stealth a distanza o il lancio di più frecce contemporaneamente.
Anche le nuove battaglie navali godono delle abilità, ovviamente sempre da caricare con una serie di colpi standard andati a segno, ma rispetto a Black Flag in quest’epoca le palle di cannone vengono sostituite dalle frecce, normali o infuocate, e le vele dai remi, con relativa barra della stamina che ne limita un uso eccessivo.
Un’altra novità di questa prova è stata la conquest battle che ha visto le truppe ateniesi e quelle spartane lottare nella scena sulla spiaggia vista anche nel trailer della conferenza Ubisoft qui a E3. Quello che oggi abbiamo potuto notare è che sconfiggere il campione avversario è solo uno dei modi di avere la meglio in battaglia, perchè in realtà l’esito si basa sulle truppe rimaste e sulla loro prestazione in combattimento. Con due indicatori molto simili a quelli di un Total War a segnalare quale fazione sta avendo la meglio, il nostro compito diventa quello di azzerare la barra nemica ed è possibile farlo uccidendo soldati, generali oppure il campione. L’effetto della battaglia in sè comunque è stato altalenante: la confusione è parecchia e probabilmente affrontarla dopo pochi minuti di gioco non è il massimo, visto che padroneggiare al meglio il potere delle abilità e usarle insieme al combattimento tradizionale non solo è molto difficile ma indispensabile.
Infine, quelli che avevamo anticipato nel precedente articolo come magazzini di armi, cibarie ed equipaggiamento da distruggere per indebolire il nemico si sono rivelati un’ipotesi azzeccata, ovvero dei punti di interesse che contribuiscono al “Nation Power“, in pratica il livello di forza della fazione avversaria in quel territorio. Alexios o Kassandra non possono sconfiggere un esercito da soli, per questo ogni caccia ad un generale nemico è accompagnata da una serie di quest non più secondarie ma propedeutiche a rendere la sfida equilibrata.
Il resto del gameplay si mantiene intatto rispetto ad Origins: combat system free flow, armi equipaggiabili, inventario con praticamente le stesse voci o quasi, level up identico e Ikaros a sostituire Senu come conferma del nuovo “occhio dell’Aquila”. Un gameplay che nel capitolo precedente ha funzionato e si è rivelato solido oltre che apprezzato dalla maggior parte dei fan.
– gameplay più completo ed esteso rispetto ad Origins
– possibilità di compiere scelte e influenzare la trama
– IA nemica più aggressiva e costante
Assassin’s Creed ritorna dopo un solo anno dalla rivoluzione di Origins e lo fa spingendosi ancora più indietro, prima ancora che il Credo nascesse, in una Grecia che rappresenta uno dei setting potenzialmente più belli della saga. Ubisoft Quebec ha lavorato a questo capitolo per tre anni e la nostra prova sembra confermarci tutta la cura dietro le nuove introduzioni. Le scelte multiple che influenzano la storia, le abilità, le battaglie navali, il sistema di indebolimento degli avversari, due personaggi entrambi carismatici e molto altro: Odyssey sembra avere tutte le carte in regola per essere la versione perfezionata di Origins, un’esperienza più rifinita e completa piuttosto che un reskin come molti pensano.
Di certo non siamo davanti a nulla di rivoluzionario e molte di queste “innovazioni” sono di chiara ispirazione esterna, ma i fan della saga avranno la possibilità di godersi un nuovo capitolo con un gameplay sempre più maturo e se nel frattempo riusciremo a scoprire dettagli in più sui manufatti dell’Eden e sulla Prima Civilizzazione allora questo capitolo sarà stato più che giustificato.