Anteprima

ZombiU

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Il lancio di Wii U si avvicina a grandi passi, ed è innegabile come l’attesa di tutti, dai veterani del medium video ludico ai nuovi arrivati, sia concentrata sulle prossime mosse di Nintendo, dopo il successo planetario di Wii, almeno in termini di vendite.Il recente Games Week ci ha dato l’opportunità di provare in prima persona alcuni titoli disponibili al lancio della nuove home console della casa di Mario, e tra questi abbiamo dedicato particolare attenzione a ZombiU, sicuramente il più promettente tra i titoli third party.Eccoci a condividere con voi le nostre impressioni.

Il the delle 5 al sangueL’ambientazione del nuovo prodotto Ubisoft è a metà tra l’affascinante e il ritrito, nel senso che propone un setting unico e innegabilmente interessante, come la Londra dei giorni nostri, ma al contempo lo usa come background per la più scontata delle apocalissi zombie, mettendoci nei panni di uno, dieci cento, mille superstiti senza nome, col solo scopo di sopravvivere.Sopravvivere è in effetti la parola chiave degli spezzoni che abbiamo avuto modo di provare, visto che la software house transalpina ha puntato molto sull’atmosfera e sulle reali difficoltà che incontreremmo in una situazione tanto pericolosa: i non morti abbisogneranno di un notevole quantitativo di danni prima di smettere di darci la caccia, soprattutto quelli “non comuni” come i poliziotti in tenuta antisommossa, dotati di casco integrale e divisa da combattimento.Scordatevi, dunque, momenti puramente arcade in cui, a la Dead Island, riusciremo ad avere la meglio su un gruppetto nutrito di mangia cervelli: le fasi che abbiamo giocato ci hanno visto soccombere al sopraggiungere del secondo zombie, perché il combattimento con più nemici è una strada difficilmente percorribile, causa lentezza dei movimenti del nostro alter ego e scarsa efficacia della armi in dotazione.Queste ultime vanno dalla classica pistola alle più comuni armi da impatto, come una daga o delle spranghe di ferro racimolate qua e là: il sistema di combattimento cambia sensibilmente se si impugna un’arma da fuoco o una bianca, ma in entrambi i casi si rivela bilanciato e appesantito dalla goffaggine del nostro alter ego, che non è né un soldato addestrato né un esperto di arti marziali, ma un povero diavolo che cerca di salvare la pellaccia.Abbiamo trovato la fuga preferibile in certi frangenti, ma badate bene: a differenza di quelli dei primi Resident Evil e del suddetto titolo Techland, gli abomini che popolano le strade di Londra sanno aprire le porte…Il titolo garantisce la totale immersione nell’incubo dipinto dai programmatori, e, pur facendo ricorso ad espedienti a volte biechi (come il classico assalto improvviso sconsigliato ai deboli di cuore), centra in pieno l’obiettivo immedesimazione, tramite una mai esagerata ricerca del realismo (abbiamo trovato la scarsità di munizioni più che plausibile, ad esempio) e un utilizzo intelligente delle nuove feature del GamePad di Wii U.Oltre ad aprire serrature in tempo reale, rimanendo così esposti ad attacchi nemici, il rivoluzionario controller ideato da Nintendo consente un’interazione con l’equipaggiamento rapida e indolore, e diventa all’occorrenza una sorta di sonar, che mosso in prossimità dello schermo televisivo ci indica la posizione dei nemici: quello che maggiormente giova all’esperienza di gioco è il fatto di non staccare mai la spina dall’angosciante ricostruzione di Londra che i programmatori Ubisoft ci propongono, perché tutte le azioni contestuali avvengono in tempo reale, senza bisogno di richiamare menu che spezzino il ritmo.Inutile dire che un tale utilizzo del GamePad apre le porte a interessanti sperimentazioni e ad un tasso di adrenalina e immedesimazione difficilmente raggiunto nel recente passato. Speriamo che questa prova preliminare non si discosti troppo dalla versione finale e che in molti seguano la strada tracciata dal producer d’oltralpe negli anni a venire.Menzione d’onore per la possibilità di imbattersi nel proprio precedente alter ego, opportunamente zombizzato, al restart di una nuova partita: la possibilità di recuperare l’armamento e gli oggetti è sì ghiotta, ma possiamo assicurarvi che i beni lasciati per strada sono ben custoditi…

Uno sguardo alla tecnicaVolendo fare le pulci al gioco in quanto a mole poligonale e cosmesi generale, non siamo rimasti colpiti in positivo com’è invece avvenuto per il puro gameplay: le texture ci sono parse un po’ slavate e un paio di compenetrazioni poligonali hanno fatto capolino negli scontri con gli zombie, ma nulla che pregiudicasse eccessivamente l’esperienza di gioco.D’altronde, se già normalmente sosteniamo che il lato tecnico non sia primario in ambito videoludico, l’assunto è particolarmente valido in questa circostanza, dato che parliamo di una versione non definitiva del titolo e che, da che la memoria ci aiuta, non ricordiamo titoli di lancio che abbiano colpito per la bontà della loro architettura, perché, com’è normale che sia, gli sviluppatori (soprattutto third party) necessitano di tempo per sfruttare a pieno le potenzialità della macchina ospite.Come avrete capito, insomma, il bilancio è al momento largamente positivo, sebbene la prova vada presa con le pinze in quanto avvenuta su due soli livelli di gioco.Non perdetevi la nostra recensione prossimamente! Stay tuned!

– Atmosfera da survival horror

– Tutto in tempo reale

– Livello di difficoltà sopra la media odierna

ZombiU ci è sembrato un titolo godibile, ben realizzato e capace di recuperare parte delle atmosfere angoscianti e di costante inferiorità che hanno fatto la fortuna del genere survival horror negli anni ’90 e che durante questa generazione sembrano essere andate perse.

I controlli sembrano essere stati cuciti su misura per il GamePad di WiiU e anche il livello di difficoltà sembra riportare a qualche anno fa: i punti interrogativi sono legati alla longevità globale, alla varietà della aree esplorabili e alle modalità multi giocatore, tutte features che, per ovvie ragioni, non abbiamo potuto testare in occasione della fiera milanese.

Il nostro consiglio, comunque, è di tenerlo d’occhio.

Leggi altri articoli