Anteprima

Wolfenstein 2, provato a Londra per un'ora

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a cura di Matteo Bussani

Il soldato Blazkowicz è un uomo duro, rude, che apprezza l’alcol, le sparatorie, ma soprattutto i cadaveri nazisti e chi ha giocato ai titoli della serie, ritornata in auge da pochi anni grazie a un reboot in grande stile, lo sa bene. Il precedente capitolo, spin-off annesso, ci aveva fatto ritornare ai tempi d’oro degli sparatutto, dove la velocità e i riflessi erano le basi minime per affrontare le difficoltà della storia. Le innovazioni rispetto al genere, grafiche e meccaniche, non mancarono e New Order nel 2014 riuscì a convincere molti a tornare a salvare il mondo dalla furia nazista, che nelle storiche premesse della serie, era riuscita a superare vittoriosa il secondo conflitto mondiale.
Ora, dopo l’annuncio dell’arrivo di Wolfenstein 2 anche su Nintendo Switch, siamo volati a Londra per provare l’ora di gioco seguente a quella vista in occasione dell’E3, che ci ha messo a contatto con un sacco di nuove armi, molti più nemici e buttato nella mischia per sperimentare il lato più frenetico del gameplay.

Old blood, old school

Per prima cosa abbiamo sfruttato i punti potenziamento per arricchire le armi appartenenti all’arsenale, di sei categorie totali, di funzionalità aggiuntive come il silenziatore o i proiettili a perforazione, per accrescere la potenza offensiva del nostro arsenale ed essere pronti ad affrontare le future difficoltà.
Da lì proseguiamo poi nel corso dell’azione, dove l’obiettivo è raggiungere un gruppo di ribelli per convincerli ad aiutarci nel nostro incedere.
Il level design delle mappe ad arene divise da corridoi, si dimostra essere ancora quella vincente per riuscire a conferire alle diverse sezioni un buon bilanciamento tra corsa, sparatorie, piccoli puzzle ed esplorazione per scoprire il modo di avanzare. 
Stealth e aggressività sono entrambi consigliabili all’interno del mondo di gioco, dove la prima è propedeutica alla seconda: mentre l’esecuzione silenziosa di un colonnello aiuta incredibilmente a ridurre lo spawning di truppe nemiche, il gioco dà innegabilmente il meglio di sè nel suo lato più violento e tipico da FPS old school. L’utilizzo delle doppie armi in particolare, a fronte dei nuovi potenziamenti, garantisce combinazioni letali sia per risolvere in rapidità situazioni che richiedono contemporaneamente colpi silenziosi e grande potenza di fuoco, oppure altre che necessitano la maggiore quantità di danno possibile. 

In groppa al PanzerHound

Più volte ci troveremo contro il panzerhound, un simpatico cagnolone robotico dai denti estremamente affilati e in grado, in breve tempo, di farci a brandelli. 
Avremmo apprezzato anche i trampoli meccanici, estraibili, che possono aumentare verticalmente le potenzialità del personaggio e permettere un movimento molto più fluido e rapido per la mappa, ma la carente ottimizzazione per mouse e tastiera ha reso davvero complicato raggiungere le sporgenze per salirci sopra, lasciandoci spesso in balia dei colpi nemici.
Dopo di chè prima di salire in sella a uno dei Panzerhound convertiti alla nostra causa, abbiamo dovuto assistere a una corposa cutscene che ci ha inserito subito nelle atmosfere del titolo: una battaglia rap, tra il protagonista e un predicatore facente parte della cricca smandrappata dei buoni da portare sotto la nostra causa, ognuno più fuori di testa dell’altro.

Il clima è ironicamente teso e, mentre i proiettili volano da fuori la finestra, una musichetta scherzosa accompagna l’inizio della nostra missione. 

Al termine ci si avventura sul mastino d’acciaio, sputafuoco, a fare braci dei nostri amici nazisti, con un sottofondo musicale a la “Mission Impossible”.
Si può scendere dal mastino in qualunque momento, ma siccome quando vi siamo sopra, la nostra vita corrisponde al livello dell’armatura, è sempre meglio attendere di avere l’area sgombra dai nemici prima di avventurarsi nell’esplorazione.
Il gioco graficamente curato, soprattutto per quanto riguarda la fluidità delle animazioni, ha dimostrato di richiedere ancora del lavoro sui bug, alcuni dei quali fastidiosi; mentre dal punto di vista artistico, non possiamo che riconoscere in Wolfenstein 2 uno stile incredibile che sa abbinare perfettamente serio e faceto.

– Stile da vendere

– Shooting old school pazzesco

Wolfenstein 2 è un titolo dalla fortissima personalità artistica che gioca parallelamente sul solidissimo piano dello shooting vecchia scuola, che Bethesda sta cercando di riportare sempre più in auge. Il mix è potenzialmente esplosivo, a patto di risolvere i piccoli bugs che hanno afflitto la prova, soprattutto considerato il fatto che la vita a bordo di un panzerhound ha tutto un’altro sapore, a parte l’ovvio odore di nazisti abbrustoliti per le strade.

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