Anteprima

WRC 5

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a cura di Pregianza

Una cosa accomuna ormai da tempo gli amanti del rally nel mondo dei videogiochi. La delusione. È un bel po’ che un titolo con le licenze ufficiali non riesce a donare le emozioni dei primi ed eccitanti capolavori del genere, e le case di sviluppo “massicce” sembrano concentrarsi sempre di più sui giochi di corse arcade, più accessibili e facili da vendere dei corsistici dedicati a queste spericolate gare fuori strada al limite dell’umano.
La serie WRC ha placato brevemente la fame di sterrato dei fan, ma si tratta di un pasto davvero troppo ridotto e blando per soddisfare i palati più esigenti. Quest’anno, non bastasse, la patata bollente è passata in mano a BigBen Interactive, un nome che ben poca fiducia scatena tra gli appassionati. Noi siamo andati a provare WRC 5 da Ubisoft, per via di un accordo tra il colosso francese e BigBen. C’è da aspettarsi un disastro? Stando alla nostra prova no, ma un pasto completo si fa ancora fatica a vederlo all’orizzonte.
Slitta e vai
Il nostro test di un paio d’ore è iniziato nel più classico dei modi: con delle prove di guida per farci prendere la mano con il sistema. La guidabilità delle auto, come tipico in titoli non simulativi al 100%, è scalabile e permette di attivare vari aiuti che facilitano enormemente la vita all’utente. Gli sviluppatori di Kylotonn Games, tuttavia, non hanno optato per una facilitazione estrema, costringendo anche chi naviga bellamente cullato dal cambio automatico e dallo sterzo agevolato a dosare per bene la frenata nelle curve più ostiche, pena una netta perdita di velocità o un sovrasterzo pericoloso. Certo, affrontando le meccaniche di petto mantenere il bolide in strada si fa enormemente più difficile, ma almeno abbiamo avuto la dimostrazione che il sistema ha delle peculiarità anche se se ne scalfisce solo la superficie. 
Le debolezze però, ahinoi, non mancano. La pesantezza delle automobili pare mancare quasi del tutto e queste curvano quasi fluttuando, senza rendere in alcun modo la durezza delle curve nel fango o la furiosa ripresa dei motori. Anche le condizioni atmosferiche non influenzano enormemente la situazione e, nonostante la neve possa provocare problemi quando si sbaglia una manovra, i mezzi sembrano poter gestire il ghiaccio come se fosse comune asfalto. Difficile infine valutare la differenza di risposta tra le varie automobili al momento, ma per quel poco che abbiam giocato la diversificazione è parsa alquanto marginale.
Una serie di peccati derivanti probabilmente dall’inesperienza, ma perlomeno il titolo riesce ad essere divertente, grazie a un buon sistema di danni e a una struttura assodata ma funzionale. La modalità primaria del progetto sembra infatti essere la carriera, una lunga serie di corse dove il proprio alter ego inizia dai team minori e si fa lentamente strada tra le grandi squadre. Non abbiamo per ovvie ragioni potuto affrontarla in toto, ma pone l’utente di fronte a una serie di gare ufficiali, con tappe che si susseguono senza sosta e poche soste al motorbox per le riparazioni. Sfidare la sorte prendendo le curve come se fossero gli angoli di un flipper è dunque impossibile: l’auto si degenera gradualmente ad ogni piccolo urto, e la differenza inizia ad essere davvero marcata quando lo stato dei freni e dello sterzo si fa grave. Esagerate con la spericolatezza e vi ritroverete un cassone inguidabile tra le mani, dalla velocità limitata. Non esattamente il modo migliore di guadagnare secondi e posizioni di tappa in tappa. 
Certo, non è nulla di nuovo o rivoluzionario, ma funziona anche stavolta. Chi sperava in una arguta avventura ricca di sfaccettature, ribaltamenti di carriera ed eventi esaltanti dovrà però far calare parecchio le aspettative. 
Perennemente in seconda
Questo, in parole povere, non è un titolo che punta ad essere indimenticabile o a settare nuovi standard. Lo si nota chiaramente anche dal comparto tecnico, tutt’altro che sfavillante. Il pop in degli elementi lontani è evidente, la qualità delle texture lascia un tantinello a desiderare, e il numero di poligoni delle macchine non le rende certo ultra realistiche. Piuttosto strane pure certe soluzioni per evitare secchi tagli di certi tornanti, con veri e propri “teletrasporti” dell’auto a centro pista invece di un semplice danno legato alla manovra dissennata.
Nel codice preview poi il frame rate ci è sembrato abbastanza ballerino, con alcuni cali abbastanza evidenti causati dagli effetti particellari. Niente di grave, sia chiaro, ma non siamo davanti a un equivalente grafico di Forza o a Driveclub, quindi la performance ballerina stranisce non poco.
Interessanti e impegnative invece le prove di guida che fungono da tutorial, anche se l’obbligo di mantenere una traiettoria perfetta in ogni momento le rende spesso più ardue delle competizioni stesse, e curiosa la scelta di introdurre nel gioco un rewind legato ai singoli checkpoint, più sensato in un titolo dedicato al rally rispetto al classico riavvolgimento del tempo. 

– Sistema di guida interessante, anche con gli aiuti attivati

– Struttura classica ma funzionale

WRC 5 non sembra certo il capolavoro che tutti gli amanti del rally stavano aspettando, ma lo abbiamo approcciato aspettandoci cose molto brutte, e siamo invece usciti dalla prova cautamente soddisfatti. Il lavoro dei Kylotonn non è certo strabiliante, ma per una prima prova si lascia giocare con dignità. Ora resta da vedere se nella sua versione completa saprà essere un valido passatempo per i fan sfegatati di questa disciplina.

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