C’era una volta l’India, un paese culturalmente ricco di una spiritualità che ha contraddistinto le grandi opere architettoniche del passato. Un insieme misterioso e avvincente, che ritorna nelle forme dell’Impero di Hoysala in questo nuovo capitolo della serie di Uncharted. L’Eredità Perduta infatti, pur cambiando protagonista e proponendo una storia parallela alle vicende del ben più noto Nathan Drake, non è un DLC, com’era stato pensato inizialmente: prende gli spunti tecnici del quarto capitolo, con tutte le migliorie che si sono aggiunte nel corso del tempo e su quelle basi sviluppa un racconto tutto al femminile, completamente inedito.
Una vicenda tutta al femminile
Chloe Fraser e Nadine Ross, note a coloro che hanno già giocato ai titoli precedenti, sono le eroine della vicenda, due ragazze tanto diverse all’apparenza quanto possibilmente simili per sviluppo e aspirazioni, come molto probabilmente si capirà durante lo svolgersi della storia, tra momenti di coesione e di conflitto. Due personaggi che, come ci ha confermato anche Shaun Escayg (Creative Director del titolo), hanno destato la curiosità del team, in quanto ancora incolumi da un approfondimento che ne analizzasse il passato.
L’obiettivo unico e comune è quello di recuperare la leggendaria zanna dorata di Ganesha: una reliquia possibile da ritrovare solo a patto di scoprire in precedenza i luoghi dove giacciono l’ascia, l’arco e la lancia di Parashurama. La leggenda narra infatti che quest’ultimo, iconograficamente descritto sempre con questi oggetti (soprattutto l’ascia), sconfisse Ganesha tagliandole proprio la zanna. Uno spunto mitologico in linea con quelli che i narrative designer del titolo ci hanno regalato nel corso delle diverse iterazioni di questa serie e che preannuncia una serie di avvenimenti e un livello di immersione sicuramente notevoli.
In particolare, in questa prova milanese, siamo stati catapultati nel bel mezzo di una fase di circa 40 minuti che non sapremmo collocarvi cronologicamente all’interno dell’intreccio narrativo, ma che parte proprio dal momento in cui, trovata la chiave con i simboli di cui sopra, si comprende dove e come cercare le tre armi, che a loro volta ci dovrebbero portare dritti dritti all’indizio successivo per proseguire sulle tracce della zanna.
L’apertura di Uncharted
Ovviamente la sfida non è solo contro il nemico naturale rappresentato dai pericoli che le fortezze antiche portano con sè, ma anche contro gli uomini di Asav, che è pronto a tutto per impossessarsi anch’egli della reliquia.
Le tinte sono molto simili a quelle che caratterizzarono l’esplorazione in Madascar in Uncharted 4, perché a bordo di una 4×4 ci viene chiesto di esplorare una zona aperta (ancora più grande di quella citata e in generale la più vasta mai vista dell’universo del gioco) ricorrendo alle stesse meccaniche di un tempo, anche se la vegetazione, per dovere di cronaca, è sicuramente più rigogliosa.
Tra le asperità del terreno, per definizione selvaggio, bisogna ricorrere al gancio e al traino per superare rampe troppo scivolose o per aprire il passaggio bloccato da enormi porte. Tutto questo per raggiungere le tre fortezze, visibili dalla torre principale, ovviamente da scalare ricorrendo alle doti atletiche di Chloe e all’irrinunciabile rampino. Una volta raggiunta la prima ci troveremo in una sessione mista dove affronteremo, nell’ormai noto mix, tutte le attività peculiari dei giochi di Uncharted: fasi stealth, combattimenti con le armi da fuoco e una buona dose di puzzle-solving, non particolarmente arduo da risolvere ma comunque gratificante, di tipo classico oppure abbinato a semplici fasi di platforming.
La forza della narrazione
L’immersione rimane un fattore costante, vuoi per il ritmo ormai rodato del gameplay, vuoi per l’ottima caratterizzazione degli ambienti che rievoca, soprattutto a livello architettonico e ornamentale la cultura tradizionale indiana; sempre senza dimenticare il fattore narrativo che pervade tutto il gioco. Anche nei momenti più rilassati, come quelli a bordo dell’auto, le chiacchiere delle protagoniste lasciano intendere interessanti dettagli sui loro caratteri e offrono un quadro alle vicende ancora più approfondito. Riteniamo fin da subito perfetta questa scelta per sviluppare a tutto tondo personaggi che, per quanto carismatici, fino al precedente episodio rivestivano ruoli secondari o di antagonisti. Rimane sempre molto sorprendente, poi, come le conversazioni procedano in maniera tanto naturale, includendo ogni evento contestuale, senza che ci sia quella sensazione di artificiale di cui sono invece ricche altre produzioni.
Sul fronte grafico il gioco non latita quel dettaglio grafico, quella perizia tecnica e quella precisione delle animazioni, da sempre marchi di fabbrica per Naughty Dog, con scorci e paesaggi degni di nota pronti ad accoglierci ad ogni angolo.
L’esplorazione non è lineare, tanto che fin da subito abbiamo dovuto scegliere quale fortezza raggiungere per prima fra le tre offerte; nel frattempo avremmo anche potuto raggiungere un punto di interesse segnalato sulla mappa con un punto di domanda, oppure metterci alla ricerca di particolari bauli da scassinare (d’altronde Chloe nasce proprio come ladra) contenenti armi altrimenti impossibili da ritrovare nel gioco durante la partita, votate all’infiltrazione silenziosa oppure alle schermaglie armate più dure.
Nel frattempo, per chi si fosse perso le modalità multiplayer e survival del capitolo canonico, ci sarà la possibilità di recuperarle, visto che faranno parte del pacchetto offerto da L’Eredità Perduta.
– Le protagoniste funzionano
– Il giocatore ha più possibilità di scelta del previsto
– Il Madagascar, ma più grande
Uncharted The Lost Legacy prende la struttura dei precedenti capitoli e su queste basi costruisce un rinnovato impianto narrativo giustificato da un duo protagonista tutto al femminile. Un capitolo che ci riporta dritti alle magnificenze del quarto episodio della serie in una ambientazione indiana ricca di fascino e disposta a farci rivivere quell’atmosfera misteriosa ed entusiasmante che la bravura dei Naughty Dog non smette da tempo di offrici.