Uncharted 4
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
Uncharted 4: Fine di un ladro
- Sviluppatore: Naughty Dog
- Produttore: Sony
- Distributore: Sony
- Piattaforme: PS4
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 10 maggio 2016
Dopo aver visto per circa una ventina di minuti la sbalorditiva sezione di gioco che ci è stata mostrata da Neil Druckmann di Naughty Dog, possiamo affermare senza alcuna remora che Uncharted 4 è il gioco più spettacolare e impressionante di questo E3.
Non fate l’errore di pensare che si tratti “solo” di un seguito capace di espandere quanto di buono si sia visto nei precedenti capitoli, perché predereste un granchio davvero gigantesco. Uncharted 4 pare essere la sublimazione di un intero genere, il frutto della completa maturità artistica di un team di sviluppo che sembra essere semplicemente inarrestabile. Uncharted 4 ha stupito un’intera platea di giornalisti che è abituata a vedere di tutto. Non pensavo potesse essere possibile, ma mi sbagliavo.
Senza un attimo di respiro
Ciò che abbiamo visto era una versione estesa del filmato di gameplay mostrato durante la conferenza Sony, che includeva una sequenza di azione ininterrotta che ci ha lasciati a bocca aperta per qualità della resa visiva, coraggio registico, varietà e grandezza degli scenari, credibilità delle animazioni, capacità di coinvolgimento e voglia di osare. Dopo essere rimasti coinvolti in alcuni conflitti a fuoco all’interno di un mercato dove le parti dello scenario venivano distrutte e l’azione veniva diversificata scontro dopo scontro, Nathan e Sully salivano a bordo di una jeep fuggendo dagli assalitori. La sezione presentava una grandezza dell’ambientazione davvero spropositata, con bivi multipli che ci hanno dato la sensazione di essere all’interno di una sorta di dedalo urbano dal quale era molto difficile scappare. La vastità dell’area era semplicemente stupefacente e, a differenza della conferenza, stavolta Nathan imboccava vie e sentieri completamente diversi, a dimostrazione del fatto che non esistono binari che limitano lo spazio di manovra. La scena, tuttavia, merita di essere raccontata per intero. Dopo cinque minuti buoni in cui la jeep distruggeva parti dello scenario, calcava il suolo sconnesso di un paio di radure, si infilava in strettoie e si lanciava addirittura sui tetti dopo un volo effettuato con una rampa, Nathan e Sally giungevano nei pressi di un ponte semi-sommerso dall’acqua. Nathan a quel punto faceva schizzare il suo rampino in alto e si agganciava a un veicolo, risalendo a livello della strada mentre veniva trascinato – ballonzolando goffamente – dall’auto. Un gruppo di motociclisti sparava e Nathan rispondeva al fuoco alla bell’e meglio, approfittando infine di una brusca frenata e qualche esplosione per balzare su un furgoncino in corsa, far fuori altri nemici e rimettersi alla guida. La vettura, dopo aver subito un forte tamponamento, cappottava rovinosamente, costringendo Nathan a fuoriuscire dall’abitacolo prima che potesse esplodere. Il nostro protagonista riusciva a tirarsi fuori strisciando sulla schiena mentre sparava col braccio dietro la testa ad altri mercenari sopraggiunti immediatamente.
È stato l’unico momento di respiro, perché poco dopo è arrivato un altro personaggio cruciale che non vi sveleremo a bordo della sua moto. Nathan saltava in sella e l’azione proseguiva esattamente come prima, con un concentrato di azione che definire “bombastica” è davvero riduttivo. Sono stati i venti minuti più eccitanti della nostra giornata, ve lo possiamo assicurare.
A Thief’s End
Il salto generazionale non è solo evidente a livello tecnico, ma anche per questo riguarda i diversi metodi di narrazione. Ci è stato spiegato che ci saranno aree in cui capiterà spesso di perdersi e non capire immediatamente dove andare, e altre molto più contenute, quasi a imbuto. Si tratta di una precisa scelta di game design che vuole imprimere un ritmo di gioco ben preciso, fatto di tempi ora dilatati, ora più concentrati. Comunicare al giocatore anche in modo diverso dai classici dialoghi, è un’altra delle sfide di Naughty Dog, che sta lavorando su Uncharted 4 come se fosse a tutti gli effetti un nuovo inizio con basi ormai completamente consolidate. La maestria registica, l’altissimo livello qualitativo delle espressioni, delle animazioni e di tutto ciò che si muove su schermo, concorrono a dare la sensazione che Uncharted 4 sia qualcosa realmente vivo e credibile, un’opera dove nulla appare artefatto e niente sembra essere costruito in modo raffazzonato o sbrigativo. Volevamo letteralmente togliere il pad dalle mani di Druckmann e giocare a Uncharted 4 immediatamente, entrare nel vivo dell’azione e smettere di essere spettatori. Quando una software house riesce a dare sensazioni di questo tipo, ha già ottenuto una grandissima vittoria. Uncharted 4, oltretutto, non ha mai avuto un momento di incertezza, e considerando che la mole poligonale da gestire contemporaneamente era davvero spaventosa, si capisce quanto Naughty Dog sia già a buon punto per quanto riguarda l’ottimizzazione del gioco. Non ci è stato possibile esprimere dubbi su Uncharted 4. Naughty Dog, al momento, non ce ne ha dato l’occasione.
– Impressionante in ogni singolo aspetto
– Le sezioni di guida sono veramente sconvolgenti
– Tecnicamente siamo a livelli altissimi
Ciò che sta tentando di fare Naughty Dog con Uncharted 4 è semplicemente impressionante. Non solo questo indomito gruppo di sviluppatori ha il potere di regalarci un action che potrebbe porsi un’intera rampa al di sopra di tutti gli altri, ma anche la facoltà di far avanzare un intero genere in maniera definitiva.
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