Toukiden: Age of Demons
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Dopo gli ottimi risultati di vendita raggiunti in patria, dove ha venduto circa 600.000 copie in circa sette mesi, diventando il gioco per PSVita di maggior successo in assoluto, Toukiden: The Age of Demons si appresta a sbarcare nel vecchio continente, ad offrire anche a noi europei un’esperienza di caccia di valore, visto che la serie Monster Hunter sembra essersi definitivamente accasata in altri lidi.Pur avendo speso poco tempo in compagnia del gioco, ci teniamo a farvi partecipi delle nostre prime impressioni, in attesa della recensione e di una succosa intervista agli sviluppatori.
Oni SlayersIn Toukiden: The Age of Demons vestiremo i panni di uno degli Slayers, un gruppo millenario di cacciatori di demoni, che per generazioni ha contribuito a mantenere l’ordine nel mondo, impedendo agli Oni (che in giapponese significa “demoni”) di contaminarlo e gettarlo nel caos.Questo almeno fino all’incipit del gioco, perché, uno dopo l’altro, i villaggi di quello che è un Giappone alternativo vengono attaccati e messi a ferro e fuoco da entità sovrannaturali per nulla amichevoli.Quando giunge il momento di impugnare la katana e riempire la cintura di shuriken, il gioco ci concede di creare il nostro alter ego tramite un tutorial efficace, ma tutto sommato limitato, in linea con quello visto l’anno scorso in Soul Sacrifice, gustosa coproduzione Comcept/Sony.Il paragone non è casuale, e non solo perché nessun capitolo della saga di cacciatori di mostri di Capcom è giunto su PSVita, ma anche e soprattutto per il bestiario del gioco, che pesca a piene mani dalla mitologia classica giapponese, aggiungendo un tocco unico e deviato ad ognuno dei colossi che andremo ad affrontare.L’intelligenza artificiale che muove i demoni si discosta in maniera abbastanza netta da quella dei lucertoloni made in Capcom, con i quali condivide però la fase finale degli scontri, in cui il nostro avversario di turno moltiplicherà gli sforzi e cambierà strategia pur di non soccombere.Lo stile di combattimento cambia notevolmente a seconda dell’arma selezionata, da scegliere tra quelle più classiche (dalla katana alla lancia) a quelle più estrose, come il kusarigama (quell’inquietante falcetto già visto nel recente Muramasa Rebirth) o dei guanti rinforzati, ideali per il corpo a corpo e, come se non bastasse, a variegare ulteriormente l’approccio ai combattimenti ci saranno i Mitama.Come gli appassionati della quasi omonima saga Atlus ben sapranno, i Mitama sono spiriti senzienti, spesso evocabili dagli umani, quando amichevoli, quando ostili: in Toukiden appartengono quasi tutti alla prima categoria, e, una volta liberati dai demoni, il loro utilizzo in battaglia porterà a godere dei più disparati effetti, da boost temporanei alle statistiche di attacco o difesa alla frequenza dei colpi critici, passando per delle vere e proprie trappole in cui intrappolare le bestie che saremo chiamati a sterminare.Insomma, in casa Omega Force si è pensato molto a cercare di offrire il maggior grado di varietà possibile, arricchendo gli scontri col un altro numero di variabili, forse per esorcizzare la ripetitività insita in questo sottogenere di gioco d’azione.In sede di recensione sapremo dirvi di più per quanto concerne lo spessore del gioco in single player (nutriamo pochi dubbi sulle modalità cooperative, sia in locale, sia online) e sulla profondità delle influenze ruolistiche del gioco, che invero sembrano pesare meno di quanto pensassimo, almeno stando a queste prime missioni.
Dynasty Warriors demoniacoSiamo riluttanti ad abbandonarci ad un giudizio tecnico dopo una manciata di missioni, consci che gli scenari cambieranno e che solo una piccola parte del bestiario ci è stata finora rivelata.Finora non possiamo che tessere le lodi del character design, che bilancia dei protagonisti tutto sommato nella media con dei mostri eccezionali, che offrono una prospettiva nuova su molti dei topoi più noti della cultura nipponica, e del framerate, granitico anche nelle quest più movimentate (la versione da noi testata è quella digitale, ma non crediamo che questo possa influire poi tanto sulla resa finale).Qualche richiamo alla famosa saga musou era inevitabile, tanto nel comparto animazioni che nella palette cromatica di alcune delle location.Se si guarda al successo del più volte citato Monster Hunter, comunque, appare evidente come l’aspetto tecnico sia di secondo piano in produzioni di questo tipo, cui gli utenti chiedono più che altro un bestiario variegato e una coop di alto livello.
– Ben caratterizzato
– Bestiario di qualità
– Molti stili di combattimento a disposizione
Se chi ben comincia è a metà dell’opera, Toukiden: The Age of Demons non avrà nulla da temere quando il giudizio di Spaziogames calerà su di esso.
Certo, è presto per sbilanciarci su aspetti non proprio secondari, come l’appetibilità del gioco anche in single player, da sempre punto debole di questa tipologia di prodotti, l’intelligenza artificiale dei mostri che affronteremo nelle missioni più avanzate e il sistema di crescita del personaggio.
Per adesso, sembra che il gioco abbia sufficiente personalità per uscire dall’ingombrante ombra di Capcom, impresa riuscita a ben pochi prodotti negli ultimi anni.
Il fatto che uno di questi faccia già parte del catalogo PSVita (Soul Sacrifice) e che un altro sia in arrivo è di certo un buon segnale per i possessori della piccola console Sony. Ci vediamo su queste pagine prima del 14 febbraio, data ufficiale di uscita di questo Toukiden: Age of Demons.
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